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Richiesta di preghiere

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Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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sabato 9 gennaio 2010

CATECHESI DEL CARDINALE SCHONBORN - CHIESA DI SAN GIACOMO - MEDJUGORJE, 30 DICEMBRE 2009

Sia lodato Gesù Cristo. “Sempre sia lodato”.

Cari fratelli e sorelle qui in Chiesa, nella „sala gialla‟, nelle altre sale e alla radio, vorrei cominciare questa Catechesi sulla Misericordia con due frasi di Gesù. Egli dice agli Apostoli: “Siate misericordiosi come è misericordioso vostro Padre”1; e poi fra le Beatitudini troviamo: “Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia”2.

Ma cosa significa “misericordia”, “pietà”? Cosa intende Gesù, quando dice che dobbiamo essere misericordiosi come il Padre? Ogni giorno ci poniamo questa domanda: “Cosa significa essere misericordiosi?” Quando la misericordia comincia ad essere leggerezza o ingiustizia?
Una mamma che permette tutto ai suoi figli è misericordiosa? Non può esserci misericordia senza giustizia! E, dunque, occorre anche una certa severità. Paolo dice che la carità sopporta tutto, ma esige anche molto. Nella società, per il bene comune va rispettato il limite all‟abuso: se uno è troppo misericordioso può diventare anche un‟ingiustizia per gli altri.
Prendiamo, ad esempio, il problema dell‟ “asilo”[ diritto di asilo – ndr] in Europa. Questa domanda è di importanza fondamentale. In caso di vero pericolo dobbiamo dare asilo: questo è un diritto umano; non si deve rispedire una persona in un luogo dove è minacciata di morte. Ma, a volte, ci sono degli abusi. Non è facile trovare la strada giusta tra la misericordia e la giustizia.
Gli anziani [antichi – ndr] dicevano: “Summum ius summa iniuria”: “la somma giustizia diventa una somma ingiustizia”.
Vediamo un altro esempio: la misericordia nel mondo del lavoro. Se uno deve gestire una ditta non può essere solo misericordioso, altrimenti sarà rapidamente costretto a chiudere bottega: la spietata concorrenza lo eliminerà. La legge di questo mondo sembra favorire la sopravvivenza del più forte.
Come fare per mettere in questo mondo la misericordia? E poi, cosa significa la misericordia nei nostri rapporti umani?
Dobbiamo affermarci, dobbiamo difenderci. Il famoso filosofo tedesco Nietzsche ha detto: “La misericordia è debolezza”. Friedrich Nietzsche diceva che il Cristianesimo è la religione dei deboli. Egli considera letteralmente miserabile un Dio di misericordia. La pietà, secondo lui, è una cosa per uomini inferiori.
Questo è scioccante, ma oggi molti, in psicologia, dicono: “Tu devi affermarti: contro tuo marito, contro la tua sposa; fatti valere, imponiti; pensa anche a te, non solo agli altri; realizza te stesso!”
Conosciamo tutte queste parole della psicologia di oggi. Ma, non dobbiamo dire troppo rapidamente che questo è mancanza di Cristianesimo, mancanza di fede.
Perciò,dobbiamo osservare attentamente quello che Gesù ha indicato come cammino della misericordia.
C‟è un pericolo nella misericordia: quello di umiliare gli altri; c‟è pericolo di trattare gli altri dall‟alto al basso. “Io sono su, tu sei giù”. “Io sono misericordioso, tu sei nella miseria”.
Allora, questa non è l‟autentica misericordia: è un comportamento apparentemente misericordioso che può anche essere un mantello che copre forme di comportamento estremamente egoiste.
Per esempio, se uno cerca con la misericordia di tenere l‟altro sempre in dipendenza: una mamma che non lascia andare i figli, che „copre‟ sempre tutto… Questa forse non è la vera misericordia!
E poi c‟è la grande domanda - almeno da noi in Austria - : “La Chiesa è misericordiosa?”
Il mio confratello Vescovo di Graz Kappellari dice sempre che la Chiesa è una “sovrapotenza della misericordia”[superpotenza della misericordia – ndr].
E quando si vede un luogo come Medjugorje, si vede la potenza della misericordia.
Tante opere di misericordia sono nate qui o sono favorite da qui; la Chiesa è veramente una “sovrapotenza di misericordia”!
Ma d‟altra parte c‟è questo rimprovero che la Chiesa è senza misericordia, per esempio con i divorziati risposati. Quante volte ho sentito questo rimprovero!
Allora chiediamo a Gesù: “È veramente la Chiesa che è senza misericordia?”
Quando gli chiesero perché Mosè aveva permesso di scrivere un atto di ripudio, Egli rispose: “Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli”3. Vuol dire che è per mancanza di vera misericordia che ripudiate vostra moglie o vostro marito.
È dunque la Chiesa che è impietosa? Penso che dobbiamo chiederci noi: “Siamo, noi, misericordiosi?” È misericordioso dividere la famiglia con il divorzio? È misericordioso nei confronti dei bambini che hanno padre e madre e vengono spaccati fra i due?
Che cosa significa, dunque, essere misericordiosi? Come ha inteso Gesù il Suo insegnamento sul Padre misericordioso e come l‟ha vissuto? Come possiamo oggi vivere nel concreto ciò che Gesù ha detto e mostrato con l‟esempio della Sua vita?
Vorrei vedere con voi come Gesù vive la misericordia. Se avessimo tempo, ore di tempo, potremmo vedere come vive, come „attua‟ la misericordia la “Mater Misericordiae”, Maria Santissima.
La Misericordia è, senza dubbio, il nucleo della predicazione di Gesù.
Ma in che cosa consiste?
In Gesù - dice Zaccaria - la misericordia di Dio ci ha visitato: “grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, per cui verrà a visitarci dall‟alto un sole che sorge.” Letteralmente sono “le viscere” della misericordia di Dio. Nell‟Antico Testamento, in ebraico sono i “rahamîm”; “réhèm” è il “grembo materno”. La misericordia di Dio è pensata come l‟amore di una madre per il suo bambino.
Conosciamo la frase del profeta Isaia: “Si dimentica forse una donna del suo bambino così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se una donna si dimenticasse, io, Dio, non ti dimenticherò mai.4” Dunque, Gesù ha espresso questa misericordia materna di Dio.
Maria nel “Magnificat”, quando è in visita da Elisabetta, dice: “. . . di generazione in generazione la Sua misericordia si stende su quelli che lo temono”.
In ebraico abbiamo due termini per esprimere la misericordia: hésèd e rahamîm. Ambedue designano la misericordia di Dio, ma la hésèd, dice Papa Giovanni Paolo nella sua Enciclica sulla misericordia, la hésèd è la “fedeltà paterna” e il rahamîm è piuttosto l‟aspetto materno della misericordia.
Sono questi due aspetti insieme. Ma come si rapportano, l‟una all‟altro, la fedeltà e l‟amore profondo di misericordia?
Gesù è certamente l‟incarnazione della misericordia di Dio! Questa misericordia non si rivolge in astratto all‟umanità. Egli ti ha mostrato la Sua misericordia; a te personalmente! La misericordia di Dio si indirizza ad ognuno di noi: a te, a me personalmente.
Allora, vediamo brevemente alcune scene del Vangelo per capire questa dimensione esigente, personale e interpellante della misericordia.
In Luca (Luca è l‟evangelista delle misericordia) si legge: “In seguito Gesù si recò in una città chiamata Nain. Facevano la strada con Lui i discepoli e una grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco che veniva portato al sepolcro un morto, figlio unico di madre vedova e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: „Non piangere!‟ Accostatosi alla bara mentre i portatori si fermavano, „Giovinetto, dico a te, alzati!‟ E il morto si levò a sedere e incominciò a parlare. Egli lo diede alla madre”5.
In greco è “splanchnisteis” : Gesù “fu preso fino alle viscere” di compassione, profondamente commosso per la tristezza e il dolore di questa madre vedova. 3
È sempre la stessa la reazione di Gesù: quando vede la sofferenza, non passa: non gli è indifferente. È proprio questo il comportamento di Gesù: quando vede la sofferenza, non passa accanto.
Abbiamo un altro esempio. “ Un lebbroso lo supplica in ginocchio: „Se vuoi, puoi guarirmi!‟- di nuovo il Vangelo dice “esplanchniste” -. Mosso a compassione Gesù stende la mano, lo tocca, dice: „Lo voglio. Guarisci!‟6
Ho visto in Nigeria numerosi lebbrosi. È un orrore vederli. Spontaneamente, la tentazione è scappare, perché è terribile vederli.
Un altro esempio: lungo la strada da Gerico a Gerusalemme, due ciechi implorano l‟aiuto di Gesù gridando forte, e di nuovo il Vangelo dice che “Gesù è preso da profonda compassione” -esplanchniste - “fino alle viscere” e ridona loro la vista7.
Dunque, il primo incontro con la misericordia di Gesù è questo semplice, elementare compatire il dolore degli altri. Chi sono questi? Quella vedova che perde anche il suo unico figlio e con lui tutto ciò che aveva; un emarginato, storpiato dalla lebbra o i due ciechi che con le loro grida snervano i sani.
Che cosa è questa profonda emozione in Gesù? Penso che tante opere di misericordia nella Chiesa sono nate così. Madre Teresa che non sopportava di vedere morire la gente in strada; Madre Elvira, qui a Medjugorje, che non sopportava di vedere i giovani drogati distruggere la loro vita con la droga.
Che cos‟è questa profonda emozione che chiamiamo “compassione”? Vi pongo la domanda: questa è una attitudine semplicemente umana o soprannaturale? È qualcosa di universale, di tutti gli uomini o viene solo dalla Rivelazione di Gesù? Per Nietzsche, questo filosofo famoso già citato, è un‟invenzione del Cristianesimo.
La richiesta dell‟eutanasia che cosa è? Misericordia per una persona che soffre tanto; fare terminare la sofferenza. E‟ questa la misericordia umana? Oggi la trisomia 21, cioè la sindrome di Down, già si può diagnosticare nel grembo materno. Allora il risultato di questo è che spariscono sempre di più i bambini con la sindrome di Down; sono diminuiti di due terzi. E‟ un dramma.
L‟altro giorno, quando ho visitato una casa per handicappati, il direttore della casa mi ha detto: “Eminenza, lei non vedrà più bambini con la sindrome di Down, perché verranno ammazzati con l‟aborto nel grembo materno. Oggi è già una pratica”.
Questa è la misericordia che tanti chiedono per motivare l‟eutanasia (abbiamo avuto questa terribile discussione in Italia per Eluana).
Un amico medico mi ha detto: “A volte vengono da me i nipoti e mi dicono: „Dottore, la nostra nonna soffre tanto! Lei potrebbe abbreviare la sua sofferenza con una piccola iniezione‟…”.
Lui risponde: “Ammazzate la nonna voi stessi!” e subito vediamo cos‟è l‟eutanasia.
Anche l‟aborto è un omicidio!
Cos‟è la misericordia? La misericordia di Gesù verso i bisognosi di ogni tipo certamente ha un fondamento umano e un comportamento che ha una base naturale. C‟è un elemento emotivo nella misericordia di Gesù, ma c‟è anche un altro elemento; lo chiamiamo „volitivo‟.
Quando S. Francesco ha abbracciato il lebbroso, ha dovuto superare una ripugnanza emotiva, ma in S. Francesco c‟è la volontà di seguire Cristo. Cos‟è accaduto? Ha visto non solo la malattia che ripugna, ma ha visto l‟uomo che soffre, il fratello che ha la sua stessa carne e la sua stessa anima perché è un uomo di cui Gesù ha compassione. “Compatire” significa sentire il dolore dell‟altro, vedere l‟altro come un altro „io‟. È vedere nell‟altro il prossimo.
Nella „regola d’oro‟, Gesù ci ha mostrato come vedere nell‟altro un altro „io‟. “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro”8.
Eppure, la misericordia di Gesù oltrepassa ancora questa misura di origine naturale. Per questo, sappiamo che la misericordia che Gesù chiede a noi va oltre la capacità umana. Senza un aiuto forte dall‟alto, dalla Grazia, non è possibile questa misericordia anzitutto verso i nemici, verso le persone „difficili‟.
Certamente, ci sono molte persone oggi che senza la fede cristiana vivono una vera compassione. Non dobbiamo pensare che noi cristiani siamo gli unici ad essere misericordiosi. In Austria abbiamo quattrocentomila volontari che si impegnano nella società: nella Croce Rossa, tra i pompieri… Molte di queste persone non vanno in chiesa, ma aiutano senza limiti; si donano agli altri con grande generosità e per questo dobbiamo riconoscere, come ha fatto Papa Benedetto XVI, questa apertura al bene anche negli altri, in quelli che non credono.
C‟è ancora una difficoltà. Quando riflettiamo sulla misericordia di Gesù, essa ci appare ancora più misteriosa ed esigente, a volte difficile da capire.
Gesù ha avuto pietà di singole persone o di tutti? Come uomo ha dovuto scegliere. È vero che Gesù ha guarito molte persone; a volte si dice che “ha guarito i malati che c‟erano quel giorno”, ma quanti sono rimasti senza guarigione? Gesù l‟ha detto apertamente in sinagoga a Nazareth. Ha detto: “C‟erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo. Nessuno di loro fu risanato, se non Naman, il Siro”9.
Dunque, la misericordia di Dio si estende su tutti o solo ad alcuni? Nell‟Antico Testamento c‟è questa frase „dura‟: “Farò grazie a chi vorrò far grazie, avrò misericordia di chi vorrò aver misericordia”. Allora Dio agisce un po‟ paternalisticamente? Agli uni concede dà la misericordia agli altri no?
Gesù ha dato Lui stesso una risposta a questa domanda. Ricordiamo la parabola del buon samaritano. Quando uno ha chiesto a Gesù: “Chi è il mio prossimo? Non posso amare tutti, non posso essere misericordioso con tutti! Chi è il mio prossimo?” La risposta di Gesù è molto precisa. Gesù, nel racconto del buon samaritano, fa passare un sacerdote e un levita. In greco il testo è ancora più bello perché dice: “antiparélzen” : “passavano dall‟altra parte della strada”. Facciamo questo quando non vogliamo incontrare qualcuno: passiamo dall‟altra parte della strada. Forse avevano paura, perché i briganti possono essere vicini, in agguato. Avevano paura, si capisce.
Ma il samaritano ha interrotto il suo programma e, immediatamente, capiamo che ha agito in modo giusto: ha realizzato ciò che prevede anche la legge dei nostri Paesi: l‟obbligo di assistenza.
Gesù nella parabola dice che il samaritano “fu preso da grande commozione”. Vuol dire che la misericordia è sempre concreta: non riguarda in qualche modo un po‟ tutti, ma colui che qui ed ora ha bisogno del mio aiuto. Così vediamo che anche Gesù, nell‟incontro con le singole persone, si rivolge totalmente alla persona concreta.
C‟è un‟altra parabola molto importante: è quella delle novantanove pecore che il pastore lascia, per cercare la centesima che si è perduta10. Possiamo dire che è un comportamento un po‟ irresponsabile lasciarne novantanove per trovarne una.
Ho sentito una volta un buon padre francescano predicare su questa parabola. Diceva una cosa che non ho mai dimenticato. Diceva: “È vero ed è bello, per queste novantanove pecore, vedere che il buon pastore va alla ricerca della pecora perduta fino a trovarla, anche nelle più grandi difficoltà”. Dà sicurezza alle novantanove pecore, perché anch‟io un giorno posso essere una pecora perduta, e sapere che abbiamo un pastore per il quale io sono così importante che lascerà tutti gli altri per cercarmi personalmente è di grande conforto.
Ma abbiamo anche momenti in cui la misericordia di Gesù si estende a molti.
“Sento compassione della folla -dice Gesù- perché già da tre giorni queste persone mi seguono e non hanno da mangiare”. La preoccupazione di Gesù per le tante persone che lo cercano è di nuovo molto concreta. “Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno, e molti di loro vengono da lontano”, dice Gesù. Questa preoccupazione di Gesù è sempre molto concreta, anche nei confronti della folla. 5
C‟è un testo che amo molto nel Vangelo di Marco. Nel capitolo VI° di Marco ci ricordiamo che Gesù ha mandato per la prima volta i dodici in missione. Poi, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto, che avevano insegnato.
Ritorno dalla prima missione. Sono pieni di esperienza, dopo questa prima missione. Egli disse loro: “Venite in disparte, in un luogo solitario e riposate un po‟. Era infatti molta la folla che andava e che veniva e non avevano neanche più il tempo per mangiare.
(Questo mi ricorda un po‟ i primi tempi di Medjugorje, quando i poveri frati non avevano il tempo per mangiare…)
Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città incominciarono a correre lì a piedi e li precedettero. Sbarcando, Gesù vide molta folla e di nuovo si commosse per tutte quelle persone, perché erano come pecore senza pastore e si mise ad insegnare loro molte cose.”11
Ecco: Gesù ha compassione della folla, perché vede gli uomini come pecore senza pastore. Allora la prima reazione di Gesù, della Sua misericordia, è di insegnare loro molte cose.
Mi commuove sempre molto profondamente questa abitudine di Gesù: quando Gesù vede la folla, come prima cosa insegna la via della vita. È una cosa così importante per oggi, che riconosciamo la via della vita, che siamo istruiti sulla nostra fede!
Per concludere, vi devo dare una testimonianza su questa misericordia di Gesù, confrontata con un‟altra misericordia: quella degli apostoli.
Gesù insegna a lungo alla folla, quasi tutto il giorno. Si fa tardi. Gli apostoli, come scrive Marco, essendosi ormai fatto tardi, gli si avvicinarono dicendo: “Congedali, in modo che, andando per i villaggi e le campagne, possano comprare da mangiare”12. Ecco la risposta degli apostoli: “Mandali via!”
Io ho il sospetto che quella sera gli apostoli sentissero un certo vuoto qui [ il Cardinale indica lo stomaco - n.d.r.] e, dunque, pensavano alla loro cena e al loro riposo e, per nascondere questo desiderio, dicevano: “Siamo pieni di misericordia per gli altri; mandali via!”
Immaginate se i frati, questa sera, dicessero: “Andate via da Medjugorje, vogliamo riposarci!”
Capisco bene questo tipo di misericordia, ma Gesù la vede diversamente.
Gli apostoli restarono sconcertati (per non riferire i commenti!), quando Egli rispose: “Voi stessi date loro da mangiare”13.
Si sente l‟aggressività nella risposta degli apostoli. “Dobbiamo andare noi a comprare per duecento denari il pane per dare loro da mangiare?” Gesù chiede una misericordia impossibile, ma gli apostoli faranno l‟esperienza che, accettando di dare il poco che avevano (cinque pani e due pesci), Gesù può fare di questo poco qualcosa di sufficiente per tutti.
Gli apostoli dovevano dare tutto. Non avevano cose sufficienti per loro: cinque pani e due pesci per dodici uomini non bastano. Hanno dovuto dare tutto e con questo dono, con questo gesto di fiducia, Gesù ha potuto fare che tutti avessero da mangiare
Questo è il miracolo permanente che viviamo nella Chiesa. Penso che tante esperienze nella Chiesa ci mostrano che umanamente a volte sarebbe impossibile, ma nonostante questo, il miracolo accade!
Per concludere, parlo di un‟altra scena in cui appare ancora più evidente il contrasto tra la misericordia di Gesù e quella dei discepoli14. E‟ una scena che ha luogo fuori dalla Galilea.
Gesù si è ritirato nella zona del Mediterraneo, a Tiro e Sidone e vuole rimanere sconosciuto. (… anch‟io avevo pensato che potevo venire a Medjugorje „in incognito‟).
I discepoli di Gesù, gli apostoli, speravano di non essere riconosciuti a Tiro e a Sidone, ma la cosa non resta segreta e accorre da Lui una donna cananea che grida a gran voce, insistentemente: “Pietà di me, Signore, Figlio di Davide; mia figlia è crudelmente tormentata da un demonio”. 6
È una situazione di grande sofferenza. Una persona, una povera che implora la misericordia di Gesù. Il comportamento di Gesù appare scandaloso. Egli non le rivolse neppure una parola. Allora i discepoli Gli si accostarono implorandolo: “Gesù, esaudiscila!” “Esaudiscila!”
Qui i discepoli sono misericordiosi e Gesù è „duro‟. “Esaudiscila!”
Onestamente gli apostoli dicono il motivo della loro misericordia. I discepoli implorano Gesù, dicendo: “Vedi come ci grida dietro! Ci dà fastidio!”
Questa donna grida. Ecco la misericordia degli apostoli! Quante volte, cari fratelli e sorelle, la nostra misericordia è un modo per „liberarci‟ di una persona!
Il comportamento di Gesù sembra impietoso, scandaloso. Io vedo questa cena come una chiamata a noi preti, ma anche a tutti noi cristiani. Una mamma che permette al bambino di accendere la televisione per stare in pace… Chi di noi non conosce questa misericordia? “Stai zitto, vai a vedere la televisione!”
Vediamo Gesù. Gesù risponde agli apostoli: “Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele”. Gesù quasi dice: “Questi pagani non mi interessano: non è cosa mia. Sono venuto per il mio popolo, il popolo ebreo”. Sembra una forma di nazionalismo. “Sono per gli Ebrei, non sono per gli altri”.
Anche questo ci sembra scandaloso.
Anche se lei implora pietà, Gesù sembra dire: “Questo non è un problema mio”.
Quella donna andò e si prostrò davanti a Lui dicendo: “Signore, aiutami!” La donna non lascia, non cede; si prostra ai suoi piedi e veramente lo importuna.
Allora la risposta di Gesù diventa ancora più scandalosa. “Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini!”
Se voi dite: “Questi „cani‟ di Africani, di Serbi, di Musulmani…” venite processati. E‟ un comportamento scandaloso. Gesù chiama i pagani “cani”. “Cani di pagani”. “I nostri sono i nostri bambini: gli Ebrei, questi qui”.
Guardate la misericordia di Gesù. La donna rispose: “È vero, Signore.”
Mi commuove profondamente questa risposta della donna, perché esprime che sa perfettamente che non ha nessun diritto all‟aiuto di Gesù. Lo chiama “Signore”, ma aggiunge: “Anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni”.
Allora, Gesù è come inondato di gioia, perché ha trovato una grande fede in questa donna. “Donna, davvero grande è la tua fede!”
Allora, fratelli e sorelle, vediamo che cosa è questa misericordia di Gesù.
Farci camminare nella fede, verso la fede. Gesù attua una prova di pazienza, la fa aspettare, la fa camminare fino a questo atto di fede.
Gli apostoli volevano una soluzione rapida: via il problema. Questo è tante volte anche il nostro atteggiamento: non sopportiamo, non abbiamo pazienza. Quando c‟è un problema, immediatamente ci aspettiamo che Dio lo risolva, ma spesso lo vogliamo perché per noi è difficile. Soffriamo, siamo infastiditi da questo problema e, per questo, vogliamo una soluzione rapida.
Ma la misericordia di Gesù vede il cuore di questa donna; vede che questa donna può raggiungere la meta di una grande fede e per questo la Sua misericordia è molto esigente. Appare severa, ma in realtà è vera misericordia.
Penso che abbiamo tutti abbastanza materiale per meditare su questa „misericordia esigente‟ di Gesù; se avessimo ancora due ore, continueremmo con la misericordia della Madre di Gesù.
Ma su questo rifletteremo la prossima volta…
____________________________
Pro manuscripto
Testo e note non riviste dal relatore

NOTE
1 Lc 6,36
2 Mt 5,7
3 Mc 10, 4-5
4 Is 49, 15
5 Lc 7, 11-15
6 Mc 1, 40 - 41
7 Cfr Mt 20, 29 - 34
8 Mt 7,12
9 Lc 4, 27
10 Cfr Lc 15, 4 - 7
11 Mc 6,31 - 34
12 Mc 6, 36
13 Mc 6, 37
14 Cfr Mt 15, 21 - 28
Fonte: Yahoo Gruppi- Informazioni da Medjugorje

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