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Richiesta di preghiere

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Per la Richiesta di Preghiere è possibile da oggi utilizzare il MODULO che si trova qui a sinistra.

Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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venerdì 30 maggio 2014

Catechesi di padre Stanko

Catechesi di padre Stanko
Tenuta a Medjugorje il 19 maggio 2014 presso l’altare esterno

Il primo messaggio che Lei (la Madonna) vuole trasmettere è la pace.
Dubito che io vivo sempre con questa intenzione. Devo parlare di qualcosa che magari non riesco a fare tanto bene. Magari sono ancora all’inizio. Qualcosa che potrei fare ancora meglio.
Nonostante questa tristezza c’è l’ammirazione del fatto che Dio usa gli uomini per esprimere la Sua grandezza. Questa è una cosa particolare. Quanta fiducia nell’uomo. Sento la mia impotenza, ma credo nell’onnipotenza divina. Lui agisce attraverso l’uomo, anche se l’uomo è debole, piccolo. Dio ugualmente trasmette il messaggio che vuole trasmettere.

Vi do qualche indicazione su Medjugorje.

Cosa ci vuole trasmettere la Madonna?

Ovunque nel mondo dove c’è un santuario della Madonna, cioè dove si và a Dio attraverso l’intermediazione delle Mani della Madonna, ci sono ostacoli. Perché? Il male conosce Dio e l’onnipotenza divina. La Madonna, invece, era solamente una donna fragile, ma adempiva l’intenzione divina. Questo per il male è proprio una spina. Perciò il fedele troverà in questi luoghi tanti ostacoli e tante difficoltà per realizzare la propria vita e tentare di realizzare le indicazioni divine. Ma quando l’uomo nella difficoltà si avvicina a Dio, Dio stesso si avvicina all’uomo. Quando noi non riusciamo ad arrivare a Dio, è Lui stesso che viene a noi.
Guardiamo i messaggi che la Madonna ci da da più di trent’anni. La sostanza è sempre simile. Lei non ha detto nulla di nuovo. Non ha portato nessuna novità rispetto a quello che abbiamo nel Vangelo.
Quelli che in mezzo a voi conoscono l’arabo sanno che la parola “dimenticanza” e la parola “uomo” hanno la stessa radice. L’uomo è sempre quello che dimentica e ha bisogno che qualcuno gli ricordi le cose.

La Madonna, con i Suoi messaggi, aiuta l’uomo a ricordare.


Se noi guardiamo la prima e l’ultima frase dei messaggi della Madonna vediamo una cosa interessante: “Cari figli”… Noi possiamo essere come siamo, ma siamo sempre i Suoi cari figli. Nella nostra vita possiamo essere perfetti o pieni di mancanze, deboli o santi, ma noi siamo sempre i Suoi cari figli. La prima parte dei Suoi messaggi è sempre “cari figli”. L’ultima frase è sempre “Grazie per aver risposto alla Mia chiamata”.

Quanti di noi possono dire di aver risposto alla Sua chiamata? Quanti di noi possono dire che vivono quello che Lei dice? Tutti noi dobbiamo dire,guardandoci allo specchio, che non abbiamo risposto del tutto alla Sua chiamata. Ma quello che tocca il cuore è la consapevolezza che Lei già vede la nostra risposta. Lei crede in questo. Lei ha la consapevolezza che noi risponderemo. Magari non abbiamo ancora risposto, ma lo faremo. Lei guarda avanti. Lei vede ciò che non è ancora avvenuto.
Questo è lo sguardo divino verso l’uomo.
Nulla cambia i cuori umani quanto la consapevolezza che sei amato incondizionatamente. Sei amato così come sei e magari il Signore vede già la tua perfezione in Paradiso.
Nel primo incontro tra Gesù e Simone di Giovanni, il futuro Pietro, Gesù gli ha detto: “Tu sei Simone e ti chiamerai Pietro”. Simone non sapeva che un giorno si sarebbe chiamato Pietro; non sapeva cosa sarebbe diventato. Avrebbe potuto raccontare del suo passato, del suo carattere, ma sicuramente non sapeva il suo futuro. Gesù, invece, apre i suoi occhi e gli dice: “Tu sarai Pietro e su questa pietra costruirò la Mia Chiesa”.
Lo sguardo divino verso di noi, verso di voi, è sempre lo stesso: lui vede già cosa diventerete. Anche se noi adesso siamo nelle difficoltà, nei problemi, nelle cadute, nelle debolezze, Dio guarda oltre. L’uomo che è in compagnia di Dio pian pianino acquista quello sguardo, cioè il fatto di vedere nell’uomo quello che ancora non c’è, ma che avverrà.

La particolarità dei messaggi è che finiscono sempre con le parole “Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.
Per esperienza posso dirvi che nel quotidiano possiamo stancarci. Ci sono tante attività, incontri, lavoro… E’ un vortice in cui siamo sempre coinvolti. E’ come il criceto che gira sempre nella ruota.
Per vivere bene il quotidiano domandiamoci: “Magari non dobbiamo fermarci?”
Ricordiamoci anche della noia. Se noi viviamo nella noia, senza lavorare e in ozio, diventiamo nervosi. Ricordiamoci che la prima gioia divina dell’uomo è la consapevolezza di essere creati. Posso gioire di essere creato? Posso gioire di essere vivo? Posso gioire di essere nato dall’amore?
Ogni volta che l’uomo si trova nelle difficoltà, nella paura o nella tentazione di essere superbo deve solo ricordarsi di una verità: “Io sono amato”. Chi ha questa consapevolezza arriva all’umiltà. Chi sa di essere amato sicuramente diventa umile.

Nei messaggi la Madonna ci invita ad aprire gli occhi. Domandiamoci: “Ma noi osserviamo le cose piccole? Per esempio una nuvola? Ogni giorno le nuvole hanno nuove forme”. L’uomo può godere di questo. Il sole ci da buonumore. Quando c’è il sole tutti si sentono meglio. Possiamo ringraziare anche per questo. La pioggia è come il dolore: affinché si possa gioire del sole ci vuole la pioggia; affinché l’uomo possa trovare la gioia e la gratitudine ci vuole il dolore. Possiamo ringraziare per tutte le situazioni. Possiamo ringraziare per quella croce che può toccare la nostra vita e farci maturare.
Uno scrittore russo, dopo la sua esperienza in un campo di concentramento in russia, sull’ultima pagina del suo libro ha scritto: “Beato dolore, perchè ha formato la mia anima”.
La prima chiamata dei discepoli a Emmaus era quella di Gesù a portarli a provare l’immensa gioia per il cibo che avanzava. Ma questa è la vita, cioè che impariamo ad essere gioiosi, ad essere felici. Ma se si prosegue questa via con Gesù si giunge alla croce.

Cari fedeli, cari pellegrini, noi abbiamo bisogno di una “radice di Paradiso” per vivere qui sulla terra, ma per giungere in Paradiso ci vuole la croce.
Guardiamo alla vita della Beata Vergine Maria. La Sua vita è iniziata nella piccolezza. Ha accettato una chiamata che non sapeva dove l’avrebbe portata. Ha seguito questa chiamata e ha detto: “Eccomi. Sono la serva del Signore. Sia fatto di Me secondo la Tua parola”.
Noi dobbiamo imparare che la Volontà di Dio non è contraria alla volontà umana. La Volontà di Dio è quello che anche noi vogliamo nel profondo del nostro cuore.
Tanti giovani si chiedono: “Ma perché io devo compiere la Volontà del Signore? Magari io voglio qualcosa e Dio dice ‘no, non quello’”. Più l’uomo conosce Dio e più capisce che Dio vuole per l’uomo solo quello che lo perfeziona e lo riempie totalmente.

Gioendo per il fatto di essere creati possiamo guardare al programma che la Madonna ci offre.

Abbiamo la santa Messa. Essa non deve essere una manifestazione o un concerto dove noi gioiamo per la musica o le belle parole che vengono dette. Questo non è il senso della santa Messa.
La santa Messa ci ricorda che Dio ci ha creato, perché ci ama. La santa Messa è il momento in cui possiamo essere quello che siamo. Tutti noi sappiamo che nella vita quotidiana dobbiamo mettere delle maschere, cioè dobbiamo vivere il ruolo che abbiamo nella vita. Nella santa Messa possiamo lasciare tutto questo ed essere quello che siamo. Non dobbiamo essere né maestro né donna delle pulizie né padre né madre né fratello né sorella, ma quello che siamo davanti al Signore. Come dice Giobbe: “Nudi siamo venuti dal Signore e così andiamo a Lui”.
Nella santa Messa deve essere proprio così: ci mettiamo nudi davanti al Signore e ci ricordiamo che la sua prima gioia è che viviamo, in modo tale che anche noi possiamo entrare in questa gioia.

La confessione.
La confessione qui a Medjugorje è sicuramente una cosa speciale. Non è per caso che questo luogo è detto “confessionale del mondo”.
Per tanto tempo lungo la storia la confessione è stata vista come un momento oscuro in cui dobbiamo dire qualcosa e di cui non sappiamo l’esito, cioè “cosa dirà il sacerdote quando gli dirò questo”. Invece il confessionale dovrebbe essere luminoso: il luogo di quella gioia dove noi possiamo sentire la verità, cioè che siamo amati. Dobbiamo presentare i nostri lati più oscuri, ciò di cui ci vergogniamo e metterci in dialogo con Dio. Allora Dio illumina il confessionale come una volta era illuminata la stalla a Betlemme. Il confessionale è il luogo dove ci sentiamo amati nonostante che siamo peccatori.
L’uomo non deve chiedere a se stesso di essere perfetto, ma si deve accettare per quello che è. Quanta gioia manca proprio perché noi non viviamo la nostra vita, ma cerchiamo di vivere la vita degli altri. Manca la gioia, perché ci paragoniamo con gli altri invece di essere quelli che siamo.
La confessione, cari pellegrini, è quel luogo dove la Madonna ci invita per riacquistare la luminosità in modo da brillare nella nostra vita.

Il Rosario della Madonna.
Credo che tutti noi preghiamo il rosario. Magari uno al giorno o anche di più.
Non è che noi dobbiamo dare qualcosa alla Madonna, affinché Lei possa ricompensarci, cioè non dobbiamo pronunciare delle parole per ricevere qualcosa da Lei.
Il senso del rosario è diverso. Dando il tempo alla Madonna e ripetendo “Ave Maria” noi Le permettiamo di raccontarci la Sua vita. Lei ci racconta della presenza di Gesù nella Sua vita e ci parla di Gesù attraverso i Suoi occhi.
Attraverso il rosario non siamo noi che diamo alla Madonna, quanto è Lei che vuole dare a noi. Il rosario è un tempo che prendiamo proprio per noi. Perciò la preghiera del rosario non è un tempo sacrificato.

Una cosa molto particolare è il silenzio.
Alcune volte il silenzio è quello che appesantisce, quello che porta nell’inquietudine, perché incontriamo noi stessi. Ma come fa l’uomo ad essere integro se non incontra se stesso? Come fa ad essere integro se non si conosce?
Sul Krizevac e sulla collina delle apparizioni, salendo di giorno o di notte, rimanendo nella natura in silenzio, si può permettere a Dio di parlarci. Noi parliamo a Dio, ci lamentiamo… E’ una cosa umana, normale. Ma non ci dobbiamo dimenticare che Dio ci vuole parlare nel silenzio del nostro cuore. Ci vuole dare motivazione, chiarezza e speranza.

Finché siete qui cercate il silenzio.
Possiamo usufruire dei messaggi attraverso internet, facebook… Tutto questo tempo usato è normale e giusto, ma tutto, quando è esagerato, può portare al punto di perdere noi stessi.
Tutti noi possiamo usare tutto. Tutto può essere giusto, ma dobbiamo saperlo usare in maniera giusta.
Dobbiamo stare nel silenzio per sentire la prima vocazione alla nostra vita: chi siamo noi? Dove stiamo andando? Cosa dobbiamo fare?
Dobbiamo chiedere: “Dov’è la mia strada? Dove devono andare i miei piedi? Cosa devono fare i miei occhi? Cosa devo dire o non dire?”
Queste risposte le da solo Dio. Perciò vi auguro momenti di silenzio qui. Momenti solo per voi, in cui potete godere del fatto che siete quello che siete, imparando ad amare vo, arrivando così al Signore.

Un’altra cosa importante oltre al silenzio è la gioia.
La gente dopo la Messa esce triste. Vengono alla preghiera tristi. Nelle comunità, quando si cena o si festeggia, si vedono i musi. Ma perché non essere gioiosi? Ma perché non essere contenti con quello che abbiamo?
Tutti abbiamo le nostre croci. Qualcuno disse: “Nessuno ha la croce più pesante di quella degli altri”. Magari qualcuno ha perso un membro della famiglia. Questo è pesante. Magari è come per un teenager che non può comperare una camicia firmata che gli piace. Magari ha provocato lo stesso dolore. Noi non sappiamo come l’uomo si sente dentro, ma tutti hanno la propria croce.
Ma accettare quella croce può portare alla gioia. Non dobbiamo creare croci a noi stessi, ma dobbiamo fare come ha fatto nostro Signore: accettare quella croce che ci capita. Lasciare fare a Dio. Così possiamo offrire e avere la gioia di vivere e essere aperti a quello che viene. Magari tutte quelle catastrofi, tutto il dolore, la tristezza della nostra vita,ci sta ad indicare che qualcosa sta crollando per creare qualcosa di nuovo. Sono i dolori del travaglio. Magari è arrivata la consapevolezza che è giunto il momento che Gesù non vuole distruggere il mondo, ma fare tutto nuovo.

Ricordiamoci, cari pellegrini, che con Gesù è arrivata la perfezione e non la distruzione.
Alla fine vorrei ringraziarvi perché venite qui. Potete aiutare chi lavora qui e tutta la popolazione. Arricchire con la vostra venuta e con il mostrare il desiderio di incontrare Dio e la Madonna.
Vorrei ringraziarvi, perché siete proprio voi a far ricordare a quelli che lavorano qui la strada e il modo per non uscirvi. Ricordate loro di tenere al centro della vita la Beata Vergine Maria ed il Suo Cuore. Questo cuore è divino: appartiene a Gesù.
Invito tutti voi: pregate per tutti noi che viviamo e lavoriamo qui.
Questo dobbiamo farlo reciprocamente.
Noi diamo a voi l’esperienza che facciamo a Medjugorje attraverso gli incontri e voi ci date quello che è più importante: le vostre preghiere.
Grazie perché siete qui.
Vi auguro la benedizione divina, la presenza della Madonna, la gioia e il silenzio.

Fonte: IdM (traduzione di Andrea Bianco)

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