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Richiesta di preghiere

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Per la Richiesta di Preghiere è possibile da oggi utilizzare il MODULO che si trova qui a sinistra.

Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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martedì 30 agosto 2016

Omelia della santa Messa serale Medjugorje, 28 agosto 2016

Dal Vangelo secondo Luca
Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: "Cèdigli il posto!". Allora dovrai con vergogna occupare l'ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va' a metterti all'ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: "Amico, vieni più avanti!". Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l'aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch'essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
Parola del Signore.


Fratelli e sorelle, una storia che avete certamente sentito mi è parso cosa ottima inserirla nelle letture liturgiche di oggi.
Una signora molto ricca sulla terra aveva tutto. Da noi si dice anche “il latte dei cieli”. Viveva in una casa molto grande. Ma un giorno, come dovremo fare anche tutti noi, ha dovuto lasciare tutto ciò che aveva. Alla fine è arrivata davanti al Signore.
San Pietro l’ha aspettata davanti alla porta del Paradiso e dopo un saluto l’ha accompagnata alla sua prossima dimora. Mentre andavano quella signora ammirava le case belle e le ville che vedevano. San Pietro le spiegava chi abitava in esse. Le ha detto che in una di queste abitava una povera vecchietta. Andando avanti vedono un’altra bella casa e la signora pensa tra sé: “Questa è così bella. Certamente è mia!” Pietro va avanti e passa davanti a tante altre ville. Alla fine arrivano ad una baracca. Pietro le disse: “Questa è la sua dimora”. Lei è rimasta shockata: “Questa la mia casa? Ho meritato qualcosa del genere? Lei sa che casa avevo sulla terra?” San Pietro ha ascoltato e poi ha risposto: “Signora, mi spiace che a lei sia capitato ciò, ma deve sapere che noi costruiamo le case con i materiali che voi ci mandate dalla terra”.
Fratelli e sorelle, siamo noi che ordiniamo la casa nella prossima vita. Essa viene costruita con il materiale che noi mandiamo su. Se noi mandiamo materiale poco buono, il Signore sa che non ci piacerà la casa, ma Dio rispetta la nostra decisione.
Nessuno può cambiare questo progetto senza di noi, nemmeno Dio Stesso. Questo possiamo farlo solo noi e purtroppo solo fino a quando siamo qui sulla terra.
Ognuno, finchè è sulla terra, può ascoltare i consigli degli altri, può aggiungere o togliere qualcosa al progetto. Dio sicuramente apprezzerà tanta pazienza.
Fratelli e sorelle, qualcosa di simile abbiamo sentito nel Vangelo di Luca. In esso si narra un fatto della Vita di Gesù, quando un fariseo un sabato Lo ha invitato a pranzo. Chi di noi non è mai stato invitato ad una mensa ho magari ha invitato qualcun altro? Magari nessuno ha fatto commenti in quel momento, ma tutti hanno guardato tutti e tutto. Solamente dopo sono stati fatti i commenti.
Fratelli e sorelle, anche Gesù osserva come arrivano gli ospiti e scelgono i primi posti. Così Egli racconta la parabola delle nozze e degli invitati. Questo è un tema molto delicato. Quale posto ha ciascuno nella vita? Tra gli uomini c’è chi è in alto e chi è in basso. Ci sono i posti d’onore e quelli meno importanti.
Normalmente l’uomo invita quello più onorato e lo mette d’avanti.
Gesù, in quest’occasione, valuta come si comportano gli uomini. E’ un’occasione per dare un insegnamento: “Mettiti all’ultimo posto. Chi si innalza sarà umiliato. Chi si umilia sarà innalzato”.
Fratelli, a prima vista questo sembra un metodo raffinato per ottenere un posto migliore.
Gesù non bada a questo. Lui ha sopratutto cura del comportamento degli uomini fra di loro. Lui stesso ne ha dato l’esempio. Lui era Dio, ma non ha voluto farlo notare. Lui ha voluto essere servo. Si è umiliato; è stato ubbidiente fino alla morte di croce, come dice san Paolo nella lettera ai Filippesi.
Sul legno della croce Gesù ha assunto l’ultimo posto.
Cosa significa,fratelli e sorelle, essere umile? Sicuramente questo non significa non usare i talenti e i doni che Dio ci ha dato. Questo non significa mostrare una faccia triste o rinunciare alle proprie responsabilità.
Essere umili vuol dire liberarsi dalla paura dei giudizi umani, avere la coscienza in pace e sapere che ciascuno ha il valore che ha davanti a Dio. Nessun giudizio umano può aggiungere o togliere nulla. Il disprezzo e il pettegolezzo non possono togliere nulla.
Chi è umile ha la coscienza in pace, perchè è sempre libero.
Se non metti il tuo “io” sotto i piedi non sarai mai libero.
Papa Giovanni XXIII diceva: “Ho ricevuto due lettere. In una si diceva che sono un grande santo e nell’altra che sono un grande ipocrita. La prima non mi aggiunge nulla, la seconda non mi toglie nulla”.
Il curato d’Ars diceva: “Davanti a Dio sono quello che sono”.
Essere umile significa mettere il servizio al primo posto. E’ grande colui che dona, che serve, colui che si lascia consumare, colui che entra nel mistero d’amore.
E’ umile colui che serve il prossimo e sente che tutto è dono del Signore. Quello che non viene donato và perso.
Essere umile significa servire e donare senza ricompensa.
Quando fai una cena non invitare amici, parenti, vicini, ricchi per essere a tua volta invitato. Così ricevi già il compenso. Invece quando fai una mensa invita zoppi, storpi, poveri - dice Gesù -e non potranno contraccambiare. Nel giorno della Resurrezione dei giusti riceverai il compenso.
Fratelli e sorelle, l’umile lavora, opera, serve i fratelli e non si aspetta nulla come compenso. Poter servire è già un compenso. Se tutti fossero così umili da non aspettarsi un “grazie” avremmo un mondo di persone felici. Allora avremmo una Chiesa attraente.
Chi è stato più umile di papa Paolo VI? Nel decimo anniversario in cui si ricordava la fine della scomunica degli Ortodossi Paolo VI si è inginocchiato e ha baciato i piedi a Meliton, Patriarca di Costantinopoli.
Questo è un momento che ha mostrato la vera natura umile della Chiesa. La natura del servizio.
Il convertito Chesterton diceva: “Se nella vita avessi una sola possibilità di predicare lo farei contro la superbia”.
Fratelli e sorelle, quando la superbia è sconfitta è aperta la via verso Dio e verso il prossimo.
L’uomo superbo rimane sempre da solo, mentre l’umile è amico di Dio e amico di tutti.
Amen.
Sia lodato Gesù Cristo.

 

Fonte: IdM (registrazione audio di Flavio Deagostini – trascrizione A cura di Andrea Bianco )

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