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Richiesta di preghiere

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Per la Richiesta di Preghiere è possibile da oggi utilizzare il MODULO che si trova qui a sinistra.

Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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domenica 20 novembre 2011

Madonna della Guardia (Bologna)

madonnaguardia

 

Il capoluogo emiliano ha avuto nel passato – e conserva ancora oggi – una forte tradizione mariana, espressa simbolicamente e architettonicamente nella lunga teoria di portici che la collega al Santuario della "Madonna di San Luca", sul Colle della Guardia. Giocando sulle parole: un Santuario "a guardia" della Città.

Fin dalle sue origini fu meta di pellegrinaggi per venerare la sacra icona della Vergine col Bambino detta "di San Luca".

La storia di questo Santuario è avvolta nella leggenda. Le prime notizie relative all’immagine della Madonna sono legate alla tradizione, che si presta a rivestire di meraviglie gli inizi di un avvenimento che poi avrà tanta risonanza nella storia della Città.
Secondo la tradizione, l’immagine della Madonna, che sarebbe stata dipinta dall’evangelista Luca, fu portata da Costantinopoli a Bologna dal pellegrino Teocle Kmnia che l’aveva ricevuta in consegna dai sacerdoti di "Santa Sofia" perché la recasse sul "monte della Guardia".
A Roma il pellegrino, avendo saputo che tale monte si trovava nei pressi di Bologna, qui la portò consegnandola agli Anziani della Città.
L’8 Maggio 1160 il Vescovo Gerardo Grassi consegnò la sacra tavola ad Azzolina e a Beatrice Guerzi, che conducevano vita eremitica nella penitenza e nella preghiera sul "Colle della Guardia". Le due pie donne collocarono l’effigie in una chiesetta dedicata a San Luca; e Angelica Bofantini – che succedette a loro nella custodia dell’Immagine – si adoperò per la costruzione di una prima vera chiesa, dal momento che il quadro della Madonna era ormai oggetto di venerazione popolare, interessando lo stesso Papa Celestino III.

La venerazione verso questa sacra Immagine continuò per due secoli, in mezzo alle burrascose vicende di guerre, discordie, lotte politiche, in cui si trovarono coinvolte le principali famiglie della città di Bologna.

Nel 1443 un avvenimento inaspettato inserì definitivamente la "Madonna di San Luca" nella storia della Città. Secondo le cronache dell’epoca, continue piogge, cadute in primavera, minacciarono di compromettere l’intero raccolto dei campi, con la prospettiva di una lunga carestia, già in parte avvertita a causa delle guerre precedenti. Fu così che un certo Graziolo Accarisi suggerì agli Anziani di trasferire in Città l’Immagine della Madonna, portandola dal Colle della Guardia in solenne processione.

Ciò fu fatto il 4 Luglio; e il miracolo del sole che comparve splendido tra le nubi cariche di pioggia fece stabilire dagli Anziani che ciò si ripetesse ogni anno, nella prima domenica di Luglio [data anticipata poi nella festa precedente l’Ascensione]. Il prodigio sortì anche l'effetto di accrescere la devozione dei bolognesi verso la Madonna e di interessarli circa le sorti del Santuario che, in tempi successivi, fu abbellito e completato dalla grandiosa armonia del lungo Porticato, con oltre 600 Archi e le 15 Cappelle del Santo Rosario che lo adornano.

Quando, ogni anno, la sacra Immagine della "Madonna di San Luca" [un’icona del tipo dell’odighítria] scende in Città, non si tratta di una delle solite processioni (anche delle più solenni), ma di un "fatto" cittadino, quasi un palio religioso che ogni bolognese vive come una eredità preziosa di tradizione, con il rinnovato impegno di devozione alla Vergine pubblicamente testimoniata.
Solenne e tutto da partecipare è il ‘rituale’ di tale Processione.

La Madonna ‘soggiorna’ in Città per una settimana; ed è questo il tempo più grande e più vero della città di Bologna e della sua Madonna.

 

Fonte: IdM

sabato 19 novembre 2011

Incontro con Marja a Lavezzola il 19/11/2011


Si è svolto un incontro di preghiera  presso la Parrocchia di Lavezzola (Ra), incontro di preghiera pomeridiano guidato da Don Pietro Zorza con la partecipazione della veggente di Medjugorje Marija Pavlovic Lunetti.

L'incontro si è svolto con la recita del Rosario, della Coroncina della Divina Misericordia e l'Adorazione Eucaristica.
Il parroco Don Pietro Zorza ha quindi tenuto la Catechesi sui Messaggi dati dalla Madonna, sulla sua presenza in mezzo a noi che dura da 30 anni e ricordi della sua conoscenza di Marija a Medjugorje.
Ha ricordato in particolare un messaggio che ha segnato tutta la sua vita e che dovrebbe essere un impegno da parte di tutti in base al desiderio della Madonna:

Messaggio del 13 novembre 1986
”Cari figli, oggi vi invito tutti a pregare con tutto il cuore e a cambiare di giorno in giorno la vostra vita. Specialmente vi invito, cari figli, a incominciare a vivere santamente con le vostre preghiere e sacrifici, perché desidero che ognuno di voi, che è stato a questa fonte di grazia, arrivi in Paradiso con il dono speciale che è stato dato a me, cioè la santità. Perciò cari figli, pregate e cambiate ogni giorno la vostra vita affinché diventiate santi. Io sarò sempre vicino a voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata! “


La Veggente Marija ha pregato l’ultima parte del Santo Rosario – i misteri della Gloria – insieme a Padre Zorza ed ai fedeli e alle 17:40 è avvenuta la sua consueta apparizione giornaliera.
I fedeli hanno quindi partecipato con la loro presenza all'apparizione quotidiana della veggente che al termine ci ha riferito come la Madonna non avesse dato alcun messaggio.

Marija ha tuttavia precisato di aver raccomandato alla Madonna tutti i presenti, rappresentandone i bisogni, le intenzioni, le famiglie ed in particolare tutti i malati e coloro che si sono particolarmente raccomandati nella preghiera.
La veggente ha anche riferito che la Madonna ha steso le mani e ha pregato su tutti, quindi ha benedetto i presenti con la sua benedizione materna; ha poi benedetto tutti gli oggetti portati dai fedeli per la benedizione.

E' seguita la testimonianza della veggente Marija.

Ringraziamo ancora una volta Dio che ci ha fatto questo stupendo dono.

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Padre Zorza fa la sua catechesi ai Fedeli

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Marija subito dopo l’apparizione
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Marija fa la sua testimonianza

Catechesi di padre Marinko - Medjugorje, 13/10/11

 

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
La prima parola nella preghiera non è "Signore dammi questo", bensì la prima parola è "grazie".
Signore ti ringrazio per la mia vita.
Ti ringrazio per le altre persone. Ogni persona qui per me è un dono.
Gesù ti ringrazio, perché mi ami. Ti ringrazio, perché mi ami anche con le mie debolezze.
Gesù, anch'io ti amo. Gesù ti amo.
Preghiamo insieme.
Padre nostro.
Ave Maria.
Gloria al Padre.
Maria Regina della Pace.
Cari amici, adesso vi invito a meditare un po' su Medjugorje; a meditare su ciò a cui ci invita la Madonna qui.
Per me personalmente Medjugorje è un risveglio. La Madonna ci sta svegliando. Questo significa che noi stiamo dormendo.
Noi sappiamo tante cose, ma non le mettiamo in pratica. La Madonna ci risveglia e ci invita alla conversione. Allora scopo di tutto è la pace. Questo è il primo invito della Madonna. Tutto ciò a cui Lei ci guida deve portare alla pace.
La Madonna ci risveglia da una dimenticanza, perché noi dimentichiamo. Ciascuno di noi conosce la Bibbia, il Nuovo Testamento, questa è la Parola di Gesù, ma noi dimentichiamo. E' perché queste parole non sono entrate nel profondo del nostro essere. La Madonna qui ci insegna come far entrare le parole di Gesù nel profondo del nostro essere. Noi ascoltiamo le parole di Gesù, ma avviene qualcosa di cui Gesù ci aveva avvertiti. Le parole cadono, perché le ascoltiamo, come quel seme che cade sulla terra. Se il seme non entra nella terra non c'è il processo e non ci sono i frutti. Così anche le parole: se non entrano nel profondo del nostro essere non avviene il processo necessario e non portano i frutti.
Allora abbiamo due momenti a Medjugorje: il risveglio e la scuola.
Scuola dove la Madonna ci insegna. In un messaggio Lei ci ha detto: "Voglio insegnarvi come amare".
Io direi che la Madonna ci insegna come vivere, perché noi non sappiamo vivere. Noi viviamo solo una parte del nostro essere.
L’immagine che può rappresentare questa situazione: viviamo come se fossimo sempre su un piede soltanto. Quando siamo su un piede siamo instabili. Viviamo solo all'esterno. Noi curiamo solo l'esterno del corpo e le cose materiali, dimenticando l'interiorità: l'anima e il cuore. E lì sbagliamo. Perciò la Madonna dice: "Operate sui vostri cuori come operate nei campi". Allora, è importante il lavoro sul cuore.
La cura dell'aspetto esteriore del corpo è molto importante, ma il nostro interiore è ancora più importante. Tutto dipende dal nostro interiore. I nostri rapporti interumani dipendono dal nostro interiore. La felicità dipende dal nostro interiore. Il nostro rapporto con le cose difficili della vita, come la croce, dipende dal nostro interiore. Dipendono da me. Com'è la situazione dentro di me?
Allora: se importante è l'igiene del corpo, ancora più importante è l'igiene dell'anima. Per esempio: la mano, che è una cosa esterna, si muove dal di dentro. Io non posso darti la mano se questo non lo vuole il mio cuore. Io non posso salutarti se questo non vuole farlo il mio cuore.
Non posso parlare con te, non posso parlarti, non posso perdonarti se questo non lo vuole il mio cuore.
Il mio modo di vedere non nasce qui, ma nasce nel mio cuore.
Perché tu sei una persona come ti vedo adesso? Perché sei una persona brava o cattiva? Positiva o negativa? Perché io ti sto verniciando di quel colore. Perché il mio modo di vedere nasce nel mio interiore: nell'amore o nell'odio; nell'invidia, nella gelosia; nei sentimenti negativi o nei sentimenti positivi. Io ti guardo attraverso questo. Allora lì nasce il mio modo di vedere.
Quante cose influenzano il nostro modo di vedere. Quando sentiamo qualcosa di negativo di una persona, questo appesantisce il mio modo di vedere; questo oscura i miei occhi e il mio modo di vederla. Io so, per esempio, che una persona mi ha detto qualcosa di negativo riguardo ad una terza persona, e io incontro quest'ultima, il mio modo di vederla sarà appesantito. Ci vuole tanto sforzo per liberarsi da ciò.
Mi ricordo che un ragazzo che era entrato nel Cenacolo per disintossicarsi dalla droga raccontava che un giorno, rimasto senza i soldi per comperarsi la dose, si è ricordato di sua madre. Sua madre in quel momento si trovava in ospedale. E' andato in ospedale; si è ricordato di quella catenina d'oro che aveva; gliela ha presa, se ne è andato via e ha comperato la droga. Lui in quella donna non ha visto sua madre, perché la sua vista era oscurata. Guardate come il nostro modo di vedere dipende dal nostro interiore.
Le nostre parole non nascono qui, ma nascono nel nostro interiore: nell'amore, nell'odio, nella pazienza, nel nervoso. La parola è così come è il mio cuore. Così qualche volta pronuncio qualche parola che offende il mio prossimo. Oppure dico una parola che innalza o rafforza quella persona.
Per esempio il rapporto con la croce. Dipende dal nostro interiore. Potete immaginare che il peso della croce dipende da me. Perché se accetto la croce il peso diminuisce. Se non accetto la croce il peso rimane come prima o magari può anche aumentare. Perciò Gesù dice: "Prendi la croce". Non dice solo "porta la croce"; dice "prendi la croce". Accetta la croce. Abbraccia la croce.
Gesù non solo ha portato la croce. Come se gliela avessero messa sulle spalle e Lui l'avesse portata sul Calvario. No, perché Lui non l'ha portata in modo passivo. Il modo in cui ha portato la croce dipende dall'Orto degli Ulivi. Qui ha accettato la croce da dentro. "Padre voglio compiere la Tua Volontà. Voglio accettare tutto quello che avviene". Gesù era disposto. Completamente in pace. Disposto ad accettare la croce. E Gesù prende la croce.
Perciò noi nella Messa, nel momento della trasformazione, nella seconda preghiera Eucaristica, diciamo: "Quando volontariamente prese la croce". Volontariamente. Perché Gesù ha preso la croce. Perché è importante questo? Perché quando accetto e prendo la croce il peso diminuisce. La croce non è più così pesante e cambia il senso. La cosa importante è capire il senso della croce. Gesù da il senso alla croce. Perciò san Paolo dice: "Per i pagani la croce è scandalo invece per noi è la salvezza". Perché Gesù ha dato senso alla croce. E' avvenuta la trasformazione attraverso di Lui. Gesù fa questo con amore.
Accettare la croce, prenderla, abbracciarla, da il senso. Il peso diminuisce.
Prendiamo il semplice esempio di uno studente. Se uno studente accetta il suo studio, ne scopre il senso, lui sa perché sta studiando. Lui ha uno scopo davanti e fa questo con amore. Si scontrerà con le difficoltà e le supererà più facilmente, perché per lui non è un sacrificio. Invece lo studente che non scopre il senso, che non studia con piacere, gli risulterà difficile e probabilmente non finirà lo studio. Anche se lo finisce, magari perché sono stati a volerlo i genitori, lui non sarà felice.
Anch'io come sacerdote se non scopro il senso, se non faccio questo con amore, mi risulterà difficile. Starò male. Perciò Gesù dice: "Per il Regno dei Cieli". Scopri un senso superiore.
Questo vale anche come genitore.
Allora il peso della croce diminuisce se io accetto la croce; se io la porto con amore; se io scopro il suo senso. Guardate quanto il peso della croce dipende dal nostro interiore.
O per esempio la morte. Io conosco due persone che guardano la croce in modo completamente opposto: mio nonno aveva due figli e li ha persi tutti e due; un'altra persona che aveva due figli e ne ha perso uno. Mio nonno ha accettato questo. In lui è avvenuta questa trasformazione. E' diventato una persona alla quale vengono gli altri per riprendersi, per parlare, per ridere un po'. E' una persona molto aperta, molto cara. Persone come me vanno volentieri da lui. L'altra persona non ha accettato e non lo accetta nemmeno al giorno d'oggi. Questa persona sta affogando se stessa e affoga tutti gli altri. Gli altri scappano da lei, perché lei non ha accettato la situazione.
Ecco, volevo farvi vedere in breve quanto importante è l'interiore.
La felicità dipende dall'interiore, non dalle cose esterne. Io non devo avere cose particolari o tante cose materiali per essere felice. Non le devo avere e io sono a posto e contento dentro di me, se dentro di me c'è l'amore.
Se due persone si amano, se scoprono il positivo l'uno nell'altro, se sono contenti di quello che anno, se sono liberi dentro, allora possono essere felici.
La Madonna ci invita a scoprire questo. Scoprire l'importanza dell'interiore. Scoprire quanto è importante una fede forte. Quanto importante è la speranza forte. Quanto importante è l'amore forte.
Tutto ciò a cui ci invita la Madonna qui proviene dalla Sua esperienza. La Madonna ci sta parlando solo di quello che ha vissuto Lei. Lei era forte, ma non da fuori, perché Lei non aveva le circostanze esterne favorevoli, perché aveva le croci. Ma aveva l'interiore forte: una fede forte, una speranza forte e l'amore forte. Pensiamo solamente alla situazione del concepimento. Quanti dubbi potevano sorgere. Ricordiamoci solo della lotta che ha avuto san Giuseppe. Poi la loro fuga in Egitto. Potete immaginarLa sotto la croce. Ma Maria è forte da dentro.
Qui ci insegna ad essere saggi e di lavorare su noi stessi. Lavorare sul nostro interiore: nutrirci, purificarci, curarci come facciamo con l'esteriore.
Questa è la via verso la pace.
Come noi nutriamo il corpo, prestando attenzione a quello che mangiamo - nessuno di noi vuole mangiare qualcosa che è marcio - così nutriamo l'anima con cibo vero e sano. Con le parole di Gesù, con l'Amore di Gesù. Questo sia il nostro cibo.
Come purifichiamo il corpo, purifichiamo anche il nostro interiore. Come siamo attenti al corpo, così che ci guardiamo davanti allo specchio e ci fa piacere se troviamo qualcosa di sporco prima che lo vedano gli altri, ci fa piacere anche se troviamo qualcosa di sporco dentro di noi (per pulirlo). Come curiamo il corpo dobbiamo curare le ferite dell'anima.
Le ferite del corpo andiamo a curarle senza pensare. Se mi sono tagliato con il coltello non mi chiedo se devo bendare la ferita o no. Non penso. Subito vado dal medico, perché devo andare. Invece nell'anima spesso portiamo le ferite.
Nutrire il corpo e nutrire l'anima, con la preghiera, con la Parola di Dio, con la santa Messa.
Purificare il corpo e purificare l'anima, nella confessione, nell'esame di coscienza.
Come noi curiamo le ferite del corpo, così dobbiamo curare anche le ferite dell'anima, nella confessione, nel matrimonio con il perdono.

Ecco, cari amici, questa sarebbe una piccola introduzione a quello che la Madonna vuole qui, così che noi stiamo con tutti e due i piedi per terra
Pensiamo alle cose esterne, ma pensiamo ancora di più alle cose interne, per essere forti da dentro, per avere fede forte, speranza forte, amore forte. Per essere capaci nelle diverse situazioni della vita.
Alcuni dicono "non posso perdonare". E' logico. Ma perché non puoi perdonare? Perché tu non hai la forza.
Alcuni non possono andare in chiesa, non possono pregare. Si allontanano da Dio. Ma perché non possono? Perché si è indebolito il loro amore.
Le persone si allontanano l'una dall'altra. Ma perché non possono stare insieme? Perché è diminuito l'amore. Perché dentro di sé non hanno l'amore.
Alcuni non possono portare le croci. E' vero. Ma perché non possono portarle? Perché non hanno la forza interiore.
Prendiamo l'esempio di madre Teresa che lavorava a Calcutta con gli ammalati. Arriva un giornalista da New York e, visto quello che faceva, le dice: "Io non lo avrei fatto neanche per un milione di dollari". Lei risponde: "Non lo avrei fatto nemmeno io (per un milione di dollari)". Lui non può fare questo, perché non ha l'amore. Lei invece può farlo, perché lei ha accettato questo, perché lei ha scoperto il senso. Lei fa questo con amore. E' difficile farlo, ma lei supera questa difficoltà.
Ricordiamoci di una giovane ragazza, Carmela, una giovane ebrea nel ghetto nel 1942. Lei scrive nel suo diario: "Io sono libera". Lei è chiusa nel ghetto, ma lei scrive "Io sono libera". Perché? Lei scrive: "Sono libera perché credo". Nessuno può impedirle questo. "Sono libera perché spero". Nessuno può impedire di sperare. "Io sono libera perché amo". Nessuno glielo può impedire. Lei è libera dal di dentro.
Perché la fede possa essere forte bisogna nutrirla. Per questo è importante la preghiera. Perché la speranza e l'amore possano essere forti bisogna nutrirli. Perciò sono importanti la preghiera e la santa Messa. Nella santa Messa ci riempiamo di Gesù, del Suo Amore. Il Suo Amore è d'esempio per me. Non altre persone, ma Gesù.
Quando io guardo Gesù mi chiedo come Gesù guarda, come Gesù pensa. Questa è la situazione in cui si trova Pietro quando ha rinnegato Gesù. Cosa è avvenuto? Pietro ha guardato Gesù. Ha guardato il Suo Volto. Ha guardato i Suoi Occhi e si è messo a piangere. Cosa ha visto Pietro sul Volto di Gesù? Ha visto la misericordia, il perdono e l'amore. Questo lo ha guarito.
Invece Giuda cerca di risolvere da solo il suo problema. Senza Gesù. Questo è il suo sbaglio.
Non voglio fare nulla senza Gesù. Tutto con Lui. Perciò io prego. Perciò io medito e io penso come pensa Gesù. Penso come Lui mi guarda, non come io mi vedo, perché io posso vedermi in modo sbagliato. Per esempio posso pensare che non sono amato, non sono accettato, che gli altri non mi considerano. Posso anche vedere tutto sbagliato riferendomi agli altri. Invece io mi chiedo come Gesù mi vede. Voglio guardare me stesso con gli Occhi di Gesù.
Io vedo gli altri con i miei occhi. Questo può essere sbagliato, perché l'altro mi offende, non mi piace, è pesante. L'altro può essere anche nemico. Invece Gesù come vede questa persona? Io voglio vedere quella persona dalla prospettiva di Gesù. Adesso quella persona è già diversa. Perciò, quando vogliamo perdonare, è importante non guardare quella persona solo con i nostri occhi, ma guardarla con gli Occhi di Gesù. Prega Gesù: "Gesù aiutami a guardare questa persona con i Tuoi Occhi". Gesù ci insegna come guardare il prossimo. Come guardarlo in questa situazione. Gesù non perdona sulla Croce, ma prega il Padre per vederli dalla prospettiva del Padre: "Padre perdonali, perché non sanno quello che fanno".
L'altra cosa importante è che la preghiera mi cambi, che la Messa mi cambi, che il digiuno mi cambi. "Li riconoscerete dai loro frutti." Se la preghiera non mi cambia, se la Messa non mi cambia, se non sono diverso dopo la Messa, allora sarò come quel fariseo nel Tempio. Questo può accadere. Può accadere che ogni giorno vado a Messa, prego ogni giorno, sette giorni alla settimana sono davanti all'altare, ma non succede nulla. Perciò la Madonna ci dice non solamente di pregare, ma pregare con il cuore. Digiunate con il cuore. Celebrate la santa Messa con il cuore. Qui sono importanti due momenti. Il cuore, l'amore, essere innamorato. Se non ho voglia di andare a Messa o alla preghiera io non sono innamorato. Perché chi è innamorato corre e trova sempre il tempo. Pregare con il cuore significa nel profondo. Accade tutto nel profondo. Il seme non rimane sulla superficie, perché altrimenti non c'è quel processo che porta il frutto.
Io posso pregare all'inizio della Messa "perdonami Signore", ma dopo la Messa io sono disposto a perdonare? Possiamo verificare se questo è entrato nel profondo o se è rimasto in superficie.
Ascolto le parole di Gesù? Lui mi dice: "Questo è il Mio Corpo per te". "Io do Me stesso per te". E alla fine della Messa: "Và in pace. Và dal tuo prossimo e fa per lui quello che Io ho fatto per te nella Messa". Perciò la Madonna dice: "La santa Messa sia la vostra vita". La vita. Non solo durante la Messa, perché la Messa continua. Quando siamo nella Messa questa è la Messa di Gesù per te. Dopo la Messa tu continui la Messa per il prossimo.
Cosa può accadere? Io ricevo Gesù, ascolto le Sue parole, lo ricevo nella Comunione, ma dopo la Messa esco dalla chiesa , vedo la persona che non mi piace, che non sopporto, che mi ha offeso e io giro la testa. Non voglio nemmeno vederla, figurati salutarla e ancora di meno perdonarla. E io ho ricevuto Gesù. Io ho ricevuto Gesù. Davvero ho ricevuto Gesù? L'ho ricevuto con il cuore, con amore e nel profondo, così che possa avvenire un cambiamento dentro di me, come in Maria? Perché Maria non capisce tutto, "come potrà accadere questo se non conosco marito?" o nel Tempio" perché ci hai fatto questo?", a Cana di Galilea" Donna cosa ho a che fare con te?", ma vuole capire; perciò ascolta le Sue parole, le serba nel Suo cuore, così che possano lavorare dentro di Lei, nel profondo, e la cambiano. Lei vuole che questa cosa avvenga anche dentro di noi.
Un altro esempio. Quando vengo a Messa posso venire come quei due discepoli che da Gerusalemme andavano a Emmaus, tristi, disperati: "Noi speravamo.". Così posso essere anch'io. Per poi entrare nel dialogo con Gesù, andare assieme a Lui, ascoltarLo, riconoscerLo nello spezzare il Pane e ritornare a Gerusalemme diversi. Ritornare a casa diversi.
Oppure quel processo che avviene dentro Zaccheo. Zaccheo, guardando dall'esterno, è vicino a Gesù, perché si trova su quell'albero, ma è lontano. Da fuori è vicino, da dentro è lontano. Gesù gli dice: "Zaccheo scendi, perché voglio venire nella tua casa. Voglio essere nel tuo cuore". Zaccheo Lo riceve con gioia, con il cuore. E Zaccheo cambia.
Ecco, cari amici: questo è quello che la Madonna vuole qui. A Medjugorje non esiste nulla di nuovo. Sappiamo tutto, ma il problema è che sappiamo soltanto. Io conosco le parole di Gesù: "Ama Dio, ma ama anche il prossimo". Ma io amo Dio? Amo il mio prossimo? Amo me stesso? Io amo il corpo. Quando abbiamo una ferita sul corpo, senza pensare, subito la curiamo. Ma le ferite dell'anima? Io le porto dentro di me. Io porto dentro di me l'odio. Ma allora io mi amo? No.
La Madonna vuole che cominciamo a vivere quello che sappiamo. Io spero che questo accadrà dentro di voi.
Finiamo con la preghiera.
Gesù, io ti prego: riempi il mio cuore d'amore.
Gesù, il Tuo Amore regni dentro di me. Io so che il Tuo Amore è dentro di me, ma il Tuo Amore dentro di me non cresce. L'Amore dentro di me non è forte. Perché non è al primo posto.
Spesso l'Amore dentro di me non è libero. E' chiuso, è legato. Gesù, libera l'amore dentro di me. Fai ardere l'amore dentro di me, affinchè io possa amarTi con tutto il cuore, Gesù. Innamorarmi di Te.
Gesù, risveglia dentro di me l'amore verso la santa Messa. Possa amare la Messa, la preghiera, pregare con il cuore.
Fai ardere l'amore dentro di me verso i membri della mia famiglia. Possa scoprire ogni membro della mia famiglia come un dono.
Ti chiedo di accettare il prossimo, di poter perdonare.
Gesù, dammi l'amore per la persona che mi ha offeso, per la persona pesante, che non sopporto, per la persona che mi ha fatto ingiustizia. Gesù dammi l'amore per questa persona.
Gesù, io voglio vedere questa persona nella tua prospettiva. Guardarla con i Tuoi Occhi. Vederla come Tu la vedi. Gesù dammi l'amore verso questa persona.
Adesso dico a questa persona "io ti amo". Io ti perdono, perché Gesù ti perdona. Perché Gesù ti ama.
Gesù, grazie perché mi ami. Ti ringrazio, perché sono un essere amato.
Gesù, credo in Te. Gesù, credo in Te.
Gesù, libera la mia interiorità da ogni chiusura.
Gesù, liberami dalla paura.
Gesù, rafforza la fiducia verso di Te, perché io non abbia più paura di credere sempre di più alle Tue parole.
Ti ringrazio Gesù. Ti ringrazio per tutto.
Gesù, guarisci le mie ferite interiori. Le ferite del passato. Gesù, il Tuo Amore le guarisca.
Grazie, Gesù.
Il Signore ci benedica.
Il Signore sia con voi.
Vi benedica e riempia del Suo Amore Dio onnipotente.
Padre, Figlio e Spirito Santo.
Amen.
Grazie per la vostra pazienza.

Fonte: IdM

giovedì 17 novembre 2011

Novena della Medaglia Miracolosa (Dal 18 al 26 novembre)

 

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O Vergine Immacolata, Madre di Dio e Madre nostra, con la più viva fiducia nella tua potente intercessione, umilmente ti supplichiamo di volerci ottenere le grazie che con questa Novena ti chiediamo. (Breve pausa per chiedere le grazie)
O Madonna della Medaglia Miracolosa, che sei apparsa a Santa Caterina Labouré, nell’atteggiamento di Mediatrice del mondo intero e di ogni anima in particolare, noi mettiamo nelle tue mani e affidiamo al nostro cuore le nostre suppliche.
Degnati di presentarle al tuo Divin Figlio ed esaudirle, se esse sono conformi, alla Divina Volontà e utili alle anime nostre. E, dopo aver innalzato verso Dio le tue mani supplichevoli, abbassale su di noi e avvolgici coi raggi delle tue grazie, illuminando le nostre menti, purificando i nostri cuori, affinché da Te guidati, raggiungiamo un giorno la beata eternità. Amen.
Preghiera finale: Ricordati, o piissima Vergine Maria, che non si è mai sentito dire che alcuno abbia fatto ricorso al Tuo patrocinio, implorato il Tuo aiuto, chiesto la Tua protezione e sia stato abbandonato. Animato da questa fiducia, anch’io ricorro a Te o Madre, Vergine delle Vergini, a Te vengo e, pentito, mi prostro davanti a Te. Non respingere, o Madre del Verbo la mia supplica, ma ascolta benigna ed esaudiscimi.
O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te.

 

Coroncina della Medaglia Miracolosa

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O Vergine Immacolata della Medaglia Miracolosa, che, mossa a pietà dalle nostre miserie, scendesti dal cielo per mostrarci quanta cura prendi alle nostre pene e quanto ti adoperi per allontanare da noi i castighi di Dio e ottenerci le sue grazie, soccorrici in questa presente nostra necessità e concedici le grazie che ti domandiamo.

Ave Maria.   O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te. (3 volte)


O Vergine Immacolata, che ci hai fatto dono della tua Medaglia, quale rimedio a tanti mali spirituali e corporali che ci affliggono, come difesa delle anime, medicina dei corpi e conforto di tutti i miseri, ecco che noi la stringiamo riconoscenti sul nostro cuore e ti domandiamo per essa di esaudire la nostra preghiera.

Ave Maria.   O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te. (3 volte)

O Vergine Immacolata, che hai promesso grandi grazie ai devoti della tua Medaglia, se ti avessero invocato con la giaculatoria da Te insegnata, noi, pieni di fiducia nella Tua parola, ricorriamo a Te e Ti domandiamo, per a Tua Immacolata Concezione, la grazia di cui abbiamo bisogno.

Ave Maria.   O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te. (3 volte)

 

Fonte: IdM

Non affannatevi!

 

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Non affannatevi! (Mt 6,24-34)

"Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena."

lunedì 14 novembre 2011

domenica 13 novembre 2011

Il Padre Nostro

 

Messaggio del 14 marzo 1985
(Messaggio dato al gruppo di preghiera)

Figli cari! Da oggi bisogna modificare il programma che avete seguito fino ad ora. Non potrete più pregare il rosario, né il martedì né il giovedì, e neanche dialogare al sabato. Vi avevo chiesto di pregare al martedì il rosario di Gesù, al giovedì i misteri dolorosi, e al sabato di scambiarvi le esperienze. Ma non lo avete compreso completamente.

E allora, figli miei, è necessario che ritorniate indietro, ricominciando dalla prima classe della preghiera.
Voi infatti non sapete ciò che è fondamentale nella vita di preghiera: pregare il Padre Nostro, pregare la preghiera del mattino e della sera, affidarsi a me. Dovete imparare prima questo per poter poi pregare bene il rosario.
Stasera allora proverete a pregare un Padre Nostro radicale, e non un Padre nostro pregato superficialmente.
Cercate stasera di avvicinarvi a quel Padre per il quale pregate, al quale dovete anelare ogni giorno e del quale la vostra anima deve aver sete.
Non lasciate che vada perso questo tempo in cui imparate ad entrare nella preghiera.
E non dimenticate: La preghiera non è completamente preghiera finché il vostro cuore non sarà felice.

Ora dunque meditiamo il Padre Nostro, frase per frase, e impariamo a pregarlo.

“Padre nostro che sei nei cieli”
: Dio è proprio il Padre vostro! Perché avete paura di lui? Tendetegli le vostre mani perché egli si è concesso a voi come Padre e vi ha dato tutto. Se i vostri padri terreni fanno tanto per voi, pensate quanto più fa il vostro Padre celeste! I vostri padri terreni vi amano, ma il vostro Padre celeste vi ama ancora di più. I vostri padri terreni possono anche adirarsi con voi, Dio no. Dio vi offre solo e sempre amore, misericordia e tenerezza.

“Sia santificato il tuo nome”
: se dunque il Padre celeste vi ha donato tutto, come potete non rispettarlo, come potete non amarlo? Lodate e benedite il suo santo nome! Testimoniate anche ai peccatori che egli è Padre, il Padre di tutti, e come tale va servito e glorificato.

“Venga il tuo regno”
: siate consapevoli che senza di lui non potete far nulla. Siate coscienti che se il suo regno non è presente in voi, siete deboli. I vostri “regni” passano, il suo no. Ristabilite il suo regno nel vostro cuore.

“Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra”
: pregate Dio perché vi faccia comprendere che i regni che voi vi costruite sono destinati a finire. Fate sprofondare questi vostri regni perché la volontà di Dio possa essere per voi l’unico vero regno. Impegnatevi a fare subito, da questo momento, ora, la volontà di Dio. Pregate perché i vostri cuori si aprano al Signore e possiate rispettarlo e ubbidirgli come lo fanno gli angeli. E pregate perché qui sulla terra tutto possa diventare santo come in Cielo.

“Dacci oggi il nostro pane quotidiano”
: chiedete al Padre celeste specialmente il pane per la vostra anima. Chiedetegli che questo pane non vi manchi mai affinché possa diventare cibo che nutre la vostra vita spirituale e che vi santifichi per la vita eterna. Il pane quotidiano vi aiuta a capire ciò che si deve fare ma sappiate che questo nutrimento non vi può essere dato se non pregate.

“Rimetti a noi i nostri debiti”
: voi pregate che vi siano rimessi i vostri peccati nella stessa misura in cui voi li rimettete ai vostri debitori, senza rendervi conto che se i vostri peccati fossero rimessi veramente così come voi li rimettete agli altri, sarebbe una ben misera cosa. Dio invece perdona sempre e subito quando voi glielo chiedete affinché anche voi possiate perdonare a coloro ai quali finora non eravate capaci di farlo. Supplicatelo per questa grazia!

“E non ci indurre in tentazione”
: supplicate Dio affinché non permetta che siate tentati con grandi prove. Riconoscete la vostra debolezza. Pregatelo che possiate superare ogni prova per non cadere in peccato.

“Ma liberaci dal male”:
pregate Dio che vi protegga da ogni forma di male. Supplicatelo perché vi faccia comprendere quanto di positivo c’è nelle prove che egli permette così che possiate trarne giovamento e compiere un ulteriore passo verso la vita eterna.

“Amen”: Così sia, Signore! Tutto sia fatto come vuoi tu'!

domenica 6 novembre 2011

Video Apparizione a Marija Pavlovic il 5 Novembre 2011 a Verona

 


Apparizione a Marija Pavlovic il 5 Novembre 2011 a Verona

 
Fonte: Radio Maria

Maria e le anime del Purgatorio ? Cos'è il Purgatorio ?

 

Nella nostra santa religione il Purgatorio tiene un gran posto, formando una delle parti principali dell'opera di Gesù Cristo ed entrando in un modo essenziale nella economia della salute degli uomini.
La Santa Chiesa, presa nella sua totalità, si compone di tre parti: la Chiesa militante, la Chiesa trionfante e la Chiesa purgante, ossia il Purgatorio. Questa triplice Chiesa forma il corpo mistico di Gesù Cristo e le anime del Purgatorio sono sue membra, come lo sono i fedeli nella terra e gli eletti nel Cielo. Le tre Chiese sorelle hanno tra loro incessanti relazioni, una continua comunicazione chiamata la comunione dei Santi. Altro oggetto non hanno queste relazioni che di condurre le anime alla gloria: le tre Chiese vicendevolmente si aiutano a popolare il Cielo che è la città permanente, la gloriosa Gerusalemme...
La parola purgatorio ora si prende per un luogo, ora per uno stato intermedio fra l'inferno ed il cielo. Esso è propriamente la situazione delle anime che nel momento della morte si trovano in stato di grazia, ma non hanno pienamente espiato i loro falli, né raggiunto il grado di purezza necessario per godere della vista di Dio. Dunque il Purgatorio è uno stato passeggero che va a terminare nella vita beata.
Ora la Chiesa in questa parte propone due verità, nettamente definite come dogma di fede: prima, che vi è un Purgatorio; seconda, che le anime che sono nel Purgatorio possono essere aiutate dai suffragi dei fedeli, soprattutto col santo sacrificio della Messa.

Padre F. S. SCHOUPPE d. C. d. G.  - Il Dogma del Purgatorio

 

Io affermo ciò : supponendo, straordinariamente, che un uomo macchiato dal peccato sia ammesso nel regno dei cieli, non potrebbe essere felice ; così come sarebbe atto di crudeltà permettergli di entrarvi.
Vagherebbe pensieroso, triste e solitario attraverso le corti celesti, cercando ma senza trovare nessuno che gli somigli ; vedrebbe, al contrario, le tracce della santità di Dio e queste tracce lo farebbero tremare di spavento. Si sentirebbe sempre sotto la Sua presenza e sotto il Suo sguardo. Vorrebbe dirigere i propri pensieri verso altre direzioni, come avrebbe fatto sulla terra, quando la sua coscienza lo rimproverava, ma ora non può più rimproverarlo. Si renderebbe conto che l'occhio di Dio non si ferma mai ed è posato incessantemente su di lui ; e questo occhio della santità, che è la felicità e la vita delle creature sante, gli sembrerebbe un occhio di collera e di castigo.
Dio non potrebbe mutare la propria natura. Lui è sempre Santo. E poiché è santo, nessuna anima peccatrice potrebbe essere felice nel cielo.

Cardinale Newman - Sermoni parrocchiali

 

Non credo esista felicità paragonabile a quella di un'anima del purgatorio, tranne quella dei santi del paradiso. E ogni giorno questa gioia aumenta per influsso di Dio nelle anime e tende ad aumentare, perché ogni giorno consuma ciò che impedisce tale influsso.
La ruggine del peccato è l'impedimento; il fuoco consuma la ruggine e così l'anima si apre sempre di più all'influsso di Dio.
Se un oggetto coperto, stando al sole, non può corrispondere al riverbero del sole - non per difetto del sole, che continuamente splende, ma per ciò che lo copre - quando la copertura, si consumerà esso si dischiuderà al sole e corrisponderà al suo riverbero nella misura in cui si sarà consumato ciò che lo copriva.
Lo stesso accade per la ruggine del peccato, copertura delle anime nel purgatorio: essa si consuma via via per il fuoco e, nella misura in cui si consuma, corrisponde al suo vero sole, Dio. Tanto cresce la gioia, quanto viene meno la ruggine e l'anima si apre all'influsso: mentre una cresce, l'altra si ridu­ce, sino a quando non sia giunto al termine (il tempo dell'espiazione). La pena non diminuisce, dimi­nuisce il tempo in cui restare in essa.
Per ciò che concerne la loro volontà (le anime) non possono mai dire che quelle siano pene; gioiscono della disposizione divina, con la quale è uni­ta la loro volontà nella pura carità. Ma, contraria­mente alla gioia della volontà in tale modo unita, subiscono una pena così atroce, che lingua non può parlarne, né intelletto può capirne una minima scin­tilla, se Dio non glielo mostrasse per grazia speciale. Dio mi ha mostrato questa scintilla per sua gra­zia, ma non mi è possibile esprimerla a parole. Quella vista, che il Signore mi mostrò, non lasciò mai più la mia mente. Dirò di ciò che mi successe quel che riuscirò a esprimere e intenderà chi il Signore vorrà che intenda.
Il fondamento di tutte le pene è il peccato, originale o attuale.
Dio ha creato l'anima pura e semplice, pulita da ogni macchia di peccato, dotata di istinto beatifico verso di Lui; da quest'ultimo l'allontana il peccato originale. Il peccato attuale poi, si aggiunge ad esso e allontana di più l'anima da Dio e, a mano a mano che si scosta, l'anima diventa maligna, perché non è corrisposta da Dio.
Tutte le forme di bontà esistenti, vengono per divina partecipazione, che nelle creature irrazionali corrisponde come vuole e come ha disposto e non viene mai meno a esse. Verso l'anima poi, Dio cor­risponde in maggiore o minore misura a seconda del suo stato di purificazione dal peccato.
Quando l'anima si avvicina alla sua prima creazione pura e netta trova in sé un istinto beatifico che cresce con tale impeto e furore di fuoco di carità - il quale l'attira al suo fine ultimo - da dive­nirle insopportabile l'impedimento. A mano a ma­no che vede farsi vicino il suo fine ultimo, la pena diventa per lei più grande e atroce.
Le anime che sono nel purgatorio non possiedono peccato né esiste impedimento fra loro e Dio, ad eccezione di quella pena che le ha costrette e a cau­sa della quale l'istinto non ha potuto raggiungere la sua perfezione (nel fine ultimo che è Dio).

Santa Caterina da Genova - Trattato del Purgatorio

 

"Il Purgatorio è un felice stato, più desiderabile che temibile, poiché le fiamme in esso esistenti sono fiamme d'amore". Possiamo pensare al purgatorio più come luogo di consolazione, che di apprensione. La maggioranza di coloro che temono tanto il purgatorio, pensano più al loro interesse che agli interessi della gloria di Dio ; questa idea viene soprattutto da coloro che considerano unicamente le pene di questo luogo, senza considerare allo stesso tempo la felicità e la pace che Dio vi fa assaporare alle anime.
È vero che i tormenti sono così grandi da non poter essere comparati agli estremi dolori di questa vita ; ma anche le soddisfazioni interiori sono tali da non poter essere eguagliate né dalla prosperità né dal soddisfacimento terreno.

San Francesco di Sales

 

Il Corpo mistico di Gesù è in Maria: «Dilectus meus mihi» - ossia la Chiesa militante, trionfante, e purgante, o meglio ancora Gesù combattente sulla terra contro l'inferno, Gesù trionfante in cielo, Gesù sofferente nelle sue membra in purgatorio è in Lei, perché quando Egli si è donato alla Madre sua divina, Le ha donato pure tutte queste cose.
Maria appartiene alla Chiesa militante, trionfante, purgante: «Ego Dilecto meo»: Gesù l'ha donata alla Chiesa militante per essere il generale dell'esercito; alla Chiesa trionfante, come splendente sole che rallegra il cuore dei cittadini del cielo e lo riempie di gioia; alla purgante come Madre di misericordia e consolatrice degli afflitti. Ella stessa confidò a S. Brigida che ogni pena nel purgatorio è resa sopportabile per la sua interposizione.

Saint Jean Eudes - Il Cuore ammirabile della Santissima Madre di Dio

Fonte: Un Minuto con Maria