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Richiesta di preghiere

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Per la Richiesta di Preghiere è possibile da oggi utilizzare il MODULO che si trova qui a sinistra.

Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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giovedì 28 febbraio 2013

SALUTO DI CONGEDO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI AGLI EM.MI SIGNORI CARDINALI PRESENTI IN ROMA

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Sala Clementina
Giovedì, 28 febbraio 2013

[Video]

Venerati e cari Fratelli!

Con grande gioia vi accolgo e porgo a ciascuno di voi il mio più cordiale saluto. Ringrazio il Cardinale Angelo Sodano che, come sempre, ha saputo farsi interprete dei sentimenti dell’intero Collegio: Cor ad cor loquitur. Grazie Eminenza di cuore. E vorrei dire – riprendendo il riferimento all’esperienza dei discepoli di Emmaus – che anche per me è stata una gioia camminare con voi in questi anni, nella luce della presenza del Signore risorto.

Come ho detto ieri davanti alle migliaia di fedeli che riempivano Piazza San Pietro, la vostra vicinanza e il vostro consiglio mi sono stati di grande aiuto nel mio ministero. In questi otto anni, abbiamo vissuto con fede momenti bellissimi di luce radiosa nel cammino della Chiesa, assieme a momenti in cui qualche nube si è addensata nel cielo. Abbiamo cercato di servire Cristo e la sua Chiesa con amore profondo e totale, che è l’anima del nostro ministero. Abbiamo donato speranza, quella che ci viene da Cristo, che solo può illuminare il cammino. Insieme possiamo ringraziare il Signore che ci ha fatti crescere nella comunione, e insieme pregarlo di aiutarvi a crescere ancora in questa unità profonda, così che il Collegio dei Cardinali sia come un’orchestra, dove le diversità – espressione della Chiesa universale – concorrano sempre alla superiore e concorde armonia.

Vorrei lasciarvi un pensiero semplice, che mi sta molto a cuore: un pensiero sulla Chiesa, sul suo mistero, che costituisce per tutti noi - possiamo dire - la ragione e la passione della vita. Mi lascio aiutare da un’espressione di Romano Guardini, scritta proprio nell’anno in cui i Padri del Concilio Vaticano II approvavano la Costituzione Lumen Gentium, nel suo ultimo libro, con una dedica personale anche per me; perciò le parole di questo libro mi sono particolarmente care. Dice Guardini: La Chiesa “non è un’istituzione escogitata e costruita a tavolino…, ma una realtà vivente… Essa vive lungo il corso del tempo, in divenire, come ogni essere vivente, trasformandosi… Eppure nella sua natura rimane sempre la stessa, e il suo cuore è Cristo”. E’ stata la nostra esperienza, ieri, mi sembra, in Piazza: vedere che la Chiesa è un corpo vivo, animato dallo Spirito Santo e vive realmente dalla forza di Dio. Essa è nel mondo, ma non è del mondo: è di Dio, di Cristo, dello Spirito. Lo abbiamo visto ieri. Per questa è vera ed eloquente anche l’altra famosa espressione di Guardini: “La Chiesa si risveglia nelle anime”. La Chiesa vive, cresce e si risveglia nelle anime, che - come la Vergine Maria - accolgono la Parola di Dio e la concepiscono per opera dello Spirito Santo; offrono a Dio la propria carne e, proprio nella loro povertà e umiltà, diventano capaci di generare Cristo oggi nel mondo. Attraverso la Chiesa, il Mistero dell’Incarnazione rimane presente per sempre. Cristo continua a camminare attraverso i tempi e tutti i luoghi.

Rimaniamo uniti, cari Fratelli, in questo Mistero: nella preghiera, specialmente nell’Eucaristia quotidiana, e così serviamo la Chiesa e l’intera umanità. Questa è la nostra gioia, che nessuno ci può togliere.

Prima di salutarvi personalmente, desidero dirvi che continuerò ad esservi vicino con la preghiera, specialmente nei prossimi giorni, affinché siate pienamente docili all’azione dello Spirito Santo nell’elezione del nuovo Papa. Che il Signore vi mostri quello che è voluto da Lui. E tra voi, tra il Collegio Cardinalizio, c’è anche il futuro Papa al quale già oggi prometto la mia incondizionata reverenza ed obbedienza. Per questo, con affetto e riconoscenza, vi imparto di cuore la Benedizione Apostolica.

mercoledì 27 febbraio 2013

Padre Livio - Newsletter 28 Febbraio 2013

Cari amici,
Nel suo messaggio del 25 Febbraio la Madonna non ha fatto nessun accenno alla situazione particolare della Chiesa, riguardo alla quale scorrono fiumi di parole.
Ciò che alla Madonna sta a cuore è il cammino di preghiera e di conversione che ognuno è chiamato a compiere in questo tempo di Quaresima.
la Madre esorta i suoi figli a non cedere al peccato che trascina verso le cose terrene. Chiede di prendere una decisione ferma per la santità, in modo tale che il cammino spirituale diventi semplice e gioioso.
Ci ammonisce a non venire a patti col male, perchè è una forza che logora le nostre energie fino a distruggerci. Solo con una ferma rinuncia a satana e alle sue seduzioni ci sentiamo liberi e procediamo spediti nel cammino.
La Madonna non ha parlato del Papa, ma ha fatto molti di più. Lo ha mostrato alla Chiesa, come pochi prima lo avevano visto, un'immagine viva di Maria, che irradia bontà, sapienza e umiltà.
La Chiesa, come il suo Signore, è chiamata a fare fronte alle tentazioni e alla persecuzioni. Ma è questa la via che conduce alla gioia della Pasqua.

Vostro Padre Livio

Ultima udienza generale di Benedetto XVI

Venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Presbiterato!
Distinte Autorità!
Cari fratelli e sorelle!
Vi ringrazio di essere venuti così numerosi a questa mia ultima Udienza generale.
Grazie di cuore! Sono veramente commosso! E vedo la Chiesa viva! E penso che dobbiamo anche dire un grazie al Creatore per il tempo bello che ci dona adesso ancora nell’inverno.
Come l’apostolo Paolo nel testo biblico che abbiamo ascoltato, anch’io sento nel mio cuore di dover soprattutto ringraziare Dio, che guida e fa crescere la Chiesa, che semina la sua Parola e così alimenta la fede nel suo Popolo. In questo momento il mio animo si allarga ed abbraccia tutta la Chiesa sparsa nel mondo; e rendo grazie a Dio per le «notizie» che in questi anni del ministero petrino ho potuto ricevere circa la fede nel Signore Gesù Cristo, e della carità che circola realmente nel Corpo della Chiesa e lo fa vivere nell’amore, e della speranza che ci apre e ci orienta verso la vita in pienezza, verso la patria del Cielo.
Sento di portare tutti nella preghiera, in un presente che è quello di Dio, dove raccolgo ogni incontro, ogni viaggio, ogni visita pastorale. Tutto e tutti raccolgo nella preghiera per affidarli al Signore: perché abbiamo piena conoscenza della sua volontà, con ogni sapienza e intelligenza spirituale, e perché possiamo comportarci in maniera degna di Lui, del suo amore, portando frutto in ogni opera buona (cfr Col 1,9-10).
In questo momento, c’è in me una grande fiducia, perché so, sappiamo tutti noi, che la Parola di verità del Vangelo è la forza della Chiesa, è la sua vita. Il Vangelo purifica e rinnova, porta frutto, dovunque la comunità dei credenti lo ascolta e accoglie la grazia di Dio nella verità e nella carità. Questa è la mia fiducia, questa è la mia gioia.
Quando, il 19 aprile di quasi otto anni fa, ho accettato di assumere il ministero petrino, ho avuto la ferma certezza che mi ha sempre accompagnato: questa certezza della vita della Chiesa dalla Parola di Dio. In quel momento, come ho già espresso più volte, le parole che sono risuonate nel mio cuore sono state: Signore, perché mi chiedi questo e che cosa mi chiedi? E’ un peso grande quello che mi poni sulle spalle, ma se Tu me lo chiedi, sulla tua parola getterò le reti, sicuro che Tu mi guiderai, anche con tutte le mie debolezze. E otto anni dopo posso dire che il Signore mi ha guidato, mi è stato vicino, ho potuto percepire quotidianamente la sua presenza. E’ stato un tratto di cammino della Chiesa che ha avuto momenti di gioia e di luce, ma anche momenti non facili; mi sono sentito come san Pietro con gli Apostoli nella barca sul lago di Galilea: il Signore ci ha donato tanti giorni di sole e di brezza leggera, giorni in cui la pesca è stata abbondante; vi sono stati anche momenti in cui le acque erano agitate ed il vento contrario, come in tutta la storia della Chiesa, e il Signore sembrava dormire. Ma ho sempre saputo che in quella barca c’è il Signore e ho sempre saputo che la barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è sua. E il Signore non la lascia affondare; è Lui che la conduce, certamente anche attraverso gli uomini che ha scelto, perché così ha voluto. Questa è stata ed è una certezza, che nulla può offuscare. Ed è per questo che oggi il mio cuore è colmo di ringraziamento a Dio perché non ha fatto mai mancare a tutta la Chiesa e anche a me la sua consolazione, la sua luce, il suo amore.
Siamo nell’Anno della fede, che ho voluto per rafforzare proprio la nostra fede in Dio in un contesto che sembra metterlo sempre più in secondo piano. Vorrei invitare tutti a rinnovare la ferma fiducia nel Signore, ad affidarci come bambini nelle braccia di Dio, certi che quelle braccia ci sostengono sempre e sono ciò che ci permette di camminare ogni giorno, anche nella fatica. Vorrei che ognuno si sentisse amato da quel Dio che ha donato il suo Figlio per noi e che ci ha mostrato il suo amore senza confini. Vorrei che ognuno sentisse la gioia di essere cristiano. In una bella preghiera da recitarsi quotidianamente al mattino si dice: «Ti adoro, mio Dio, e ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio di avermi creato, fatto cristiano…». Sì, siamo contenti per il dono della fede; è il bene più prezioso, che nessuno ci può togliere! Ringraziamo il Signore di questo ogni giorno, con la preghiera e con una vita cristiana coerente. Dio ci ama, ma attende che anche noi lo amiamo!
Ma non è solamente Dio che voglio ringraziare in questo momento. Un Papa non è solo nella guida della barca di Pietro, anche se è la sua prima responsabilità. Io non mi sono mai sentito solo nel portare la gioia e il peso del ministero petrino; il Signore mi ha messo accanto tante persone che, con generosità e amore a Dio e alla Chiesa, mi hanno aiutato e mi sono state vicine. Anzitutto voi, cari Fratelli Cardinali: la vostra saggezza, i vostri consigli, la vostra amicizia sono stati per me preziosi; i miei Collaboratori, ad iniziare dal mio Segretario di Stato che mi ha accompagnato con fedeltà in questi anni; la Segreteria di Stato e l’intera Curia Romana, come pure tutti coloro che, nei vari settori, prestano il loro servizio alla Santa Sede: sono tanti volti che non emergono, rimangono nell’ombra, ma proprio nel silenzio, nella dedizione quotidiana, con spirito di fede e umiltà sono stati per me un sostegno sicuro e affidabile. Un pensiero speciale alla Chiesa di Roma, la mia Diocesi! Non posso dimenticare i Fratelli nell’Episcopato e nel Presbiterato, le persone consacrate e l’intero Popolo di Dio: nelle visite pastorali, negli incontri, nelle udienze, nei viaggi, ho sempre percepito grande attenzione e profondo affetto; ma anch’io ho voluto bene a tutti e a ciascuno, senza distinzioni, con quella carità pastorale che è il cuore di ogni Pastore, soprattutto del Vescovo di Roma, del Successore dell’Apostolo Pietro. Ogni giorno ho portato ciascuno di voi nella preghiera, con il cuore di padre.
Vorrei che il mio saluto e il mio ringraziamento giungesse poi a tutti: il cuore di un Papa si allarga al mondo intero. E vorrei esprimere la mia gratitudine al Corpo diplomatico presso la Santa Sede, che rende presente la grande famiglia delle Nazioni. Qui penso anche a tutti coloro che lavorano per una buona comunicazione e che ringrazio per il loro importante servizio.
A questo punto vorrei ringraziare di vero cuore anche tutte le numerose persone in tutto il mondo, che nelle ultime settimane mi hanno inviato segni commoventi di attenzione, di amicizia e di preghiera. Sì, il Papa non è mai solo, ora lo sperimento ancora una volta in un modo così grande che tocca il cuore. Il Papa appartiene a tutti e tantissime persone si sentono molto vicine a lui. E’ vero che ricevo lettere dai grandi del mondo – dai Capi di Stato, dai Capi religiosi, dai rappresentanti del mondo della cultura eccetera. Ma ricevo anche moltissime lettere da persone semplici che mi scrivono semplicemente dal loro cuore e mi fanno sentire il loro affetto, che nasce dall’essere insieme con Cristo Gesù, nella Chiesa. Queste persone non mi scrivono come si scrive ad esempio ad un principe o ad un grande che non si conosce. Mi scrivono come fratelli e sorelle o come figli e figlie, con il senso di un legame familiare molto affettuoso. Qui si può toccare con mano che cosa sia Chiesa – non un’organizzazione, un’associazione per fini religiosi o umanitari, ma un corpo vivo, una comunione di fratelli e sorelle nel Corpo di Gesù Cristo, che ci unisce tutti. Sperimentare la Chiesa in questo modo e poter quasi toccare con le mani la forza della sua verità e del suo amore, è motivo di gioia, in un tempo in cui tanti parlano del suo declino. Ma vediamo come la Chiesa è viva oggi!
In questi ultimi mesi, ho sentito che le mie forze erano diminuite, e ho chiesto a Dio con insistenza, nella preghiera, di illuminarmi con la sua luce per farmi prendere la decisione più giusta non per il mio bene, ma per il bene della Chiesa. Ho fatto questo passo nella piena consapevolezza della sua gravità e anche novità, ma con una profonda serenità d’animo. Amare la Chiesa significa anche avere il coraggio di fare scelte difficili, sofferte, avendo sempre davanti il bene della Chiesa e non se stessi.
Qui permettetemi di tornare ancora una volta al 19 aprile 2005. La gravità della decisione è stata proprio anche nel fatto che da quel momento in poi ero impegnato sempre e per sempre dal Signore. Sempre – chi assume il ministero petrino non ha più alcuna privacy. Appartiene sempre e totalmente a tutti, a tutta la Chiesa. Alla sua vita viene, per così dire, totalmente tolta la dimensione privata. Ho potuto sperimentare, e lo sperimento precisamente ora, che uno riceve la vita proprio quando la dona. Prima ho detto che molte persone che amano il Signore amano anche il Successore di san Pietro e sono affezionate a lui; che il Papa ha veramente fratelli e sorelle, figli e figlie in tutto il mondo, e che si sente al sicuro nell’abbraccio della vostra comunione; perché non appartiene più a se stesso, appartiene a tutti e tutti appartengono a lui.
Il “sempre” è anche un “per sempre” - non c’è più un ritornare nel privato. La mia decisione di rinunciare all’esercizio attivo del ministero, non revoca questo. Non ritorno alla vita privata, a una vita di viaggi, incontri, ricevimenti, conferenze eccetera. Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore Crocifisso. Non porto più la potestà dell’officio per il governo della Chiesa, ma nel servizio della preghiera resto, per così dire, nel recinto di san Pietro. San Benedetto, il cui nome porto da Papa, mi sarà di grande esempio in questo. Egli ci ha mostrato la via per una vita, che, attiva o passiva, appartiene totalmente all’opera di Dio.
Ringrazio tutti e ciascuno anche per il rispetto e la comprensione con cui avete accolto questa decisione così importante. Io continuerò ad accompagnare il cammino della Chiesa con la preghiera e la riflessione, con quella dedizione al Signore e alla sua Sposa che ho cercato di vivere fino ad ora ogni giorno e che vorrei vivere sempre. Vi chiedo di ricordarmi davanti a Dio, e soprattutto di pregare per i Cardinali, chiamati ad un compito così rilevante, e per il nuovo Successore dell’Apostolo Pietro: il Signore lo accompagni con la luce e la forza del suo Spirito.
Invochiamo la materna intercessione della Vergine Maria Madre di Dio e della Chiesa perché accompagni ciascuno di noi e l’intera comunità ecclesiale; a Lei ci affidiamo, con profonda fiducia.
Cari amici! Dio guida la sua Chiesa, la sorregge sempre anche e soprattutto nei momenti difficili. Non perdiamo mai questa visione di fede, che è l’unica vera visione del cammino della Chiesa e del mondo. Nel nostro cuore, nel cuore di ciascuno di voi, ci sia sempre la gioiosa certezza che il Signore ci è accanto, non ci abbandona, ci è vicino e ci avvolge con il suo amore. Grazie!

 

Testo proveniente dalla pagina http://it.radiovaticana.va/news/2013/02/27/Testo%20integrale%20dell'ultima%20udienza%20generale%20di%20Benedetto%20XVI/it1-668833
del sito Radio Vaticana

martedì 26 febbraio 2013

Audio Marija legge il Messaggio del 25 febbraio 2013 a Radio Maria – Commento con Padre Livio

 


 

Fonte: Radio Maria

Video Messaggio del 25 febbraio 2013





grazie a Marco

Breve commento di Padre Livio al Messaggio del 25 febbraio 2013

 

Cari amici, la Regina della pace ci indica ciò di cui dobbiamo occuparci in questa Quaresima: la preghiera e la lotta al peccato.

Ciò che deve essere in cima alle nostre preoccupazioni è il cammino quotidiano di santità.

Tuttavia per procedere spediti dobbiamo decidere di tagliare i legami col male, che ci impediscono di andare avanti ed esauriscono le nostre energie.

Nella preghiera troviamo la forza di dire il nostro "rinuncio" e il cammino diventerà semplice e il cuore pieno di gioia.

Siano lodati Gesù e Maria.

Buona giornata.

Padre Livio

Fonte: Radio Maria Facebook

lunedì 25 febbraio 2013

Messaggio del 25 febbraio 2013

"Cari figli! Anche oggi vi invito alla preghiera. Il peccato vi attira verso le cose terrene ma io sono venuta per guidarvi verso la santità e verso le cose di Dio ma voi lottate e sprecate le vostre energie nella lotta tra il bene e il male che sono dentro di voi. Perciò figlioli, pregate, pregate, pregate affinché la preghiera diventi gioia per voi e la vostra vita diventerà un semplice cammino verso Dio.  Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”

Incontro di preghiera ogni 25 del Mese in attesa del Messaggio da Medjugorje

 

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Incontro di preghiera ogni 25 del Mese in attesa del Messaggio da Medjugorje

In unione a tutti i gruppi di preghiera nello spirito di Medjugorje, di Bologna e tutta l'Italia in attesa del Messaggio da Medjugorje, veglia di preghiera aperta a tutti, ogni 25 del mese alle ore 20,45 nella Chiesa del SS. Salvatore largo Cesare Battisti Bologna, con Adorazione del Santissimo Sacramento e recita del Santo Rosario con la presenza e guida del sacerdote padre Roberto Viglino.

domenica 24 febbraio 2013

Apparizione a Marija Pavlović presso la Royal Dublin Society a Dublino – 21 Febbraio 2013

 

Giovedì 21 Febbraio, presso la Royal Dublin Society, prestigiosa associazione nata nel lontano 1731 con sede presso il sobborgo Ballsbridge di Dublino, ha avuto luogo il primo dei tre appuntamenti pubblici previsti in occasione del viaggio di Marija in Irlanda.
Nella sala Shelbourne della RDS, più di duemil...a fedeli, provenienti da tutta l’Irlanda e perfino dall’Inghilterra, hanno atteso l’incontro con la veggente di Medjugorje. I sacerdoti col capo chino sull’altare ed i fedeli in religioso silenzio, hanno assistito per circa dieci minuti all’apparizione mariana ed alla successiva preghiera.
Marija ha inizialmente invitato a pregare per la Chiesa, per papa Benedetto XVI e per il futuro papa, e successivamente, ha affrontato il tema della lotta all’aborto, particolarmente attuale in terra irlandese
La veggente ha detto, inoltre, che Nostra Signora sta costruendo una nuova umanità, una nuova generazione che prega Dio, che lo ama e lo adora; ha chiesto di pregare in famiglia, di entrare in un gruppo di preghiera e di esser gioia per il Signore. Ha suggerito di andare a messa quanto più si può, perché ciò rende più belli (in senso spirituale) e rivolgendosi nello specifico ai fedeli irlandesi ha detto:”Avrete una nuova Irlanda, una Santa Irlanda. Prendete il Rosario. Pregate e lo Spirito Santo vi guiderà in questo tempo nuovo. Le tentazioni verranno, ma lo Spirito Santo ci guiderà alla nuova vita, ma dovete concentrarvi mentre pregate; oggi Satana, non solo distrugge il nostro pianeta, ma anche le nostre menti. Siamo diventati una civiltà che prende, usa e poi butta via le cose, qualunque cosa, anche le persone. Questa non è la mentalità di Dio. Nostra Signora ha bisogno che siate soldati dell’amore: trentuno anni fa ha iniziato una rivoluzione d’amore e Lei vincerà.“

 

Fonte: Radio Maria Facebook

domenica 17 febbraio 2013

Commento di Padre Livio al messaggio del 2 febbraio 2013

"Cari figli, l'amore mi conduce a voi, l'amore che desidero insegnare anche a voi: il vero amore. L'amore che mio Figlio vi ha mostrato quando è morto sulla croce per amore verso di voi. L'amore che è sempre pronto a perdonare e a chiedere perdono. Quanto è grande il vostro amore? Il mio Cuore materno è triste mentre nei vostri cuori cerca l'amore. Non siete disposti a sottomettere per amore la vostra volontà alla volontà di Dio. Non potete aiutarmi a far sì che coloro che non hanno conosciuto l'amore di Dio lo conoscano, perché voi non avete il vero amore. Consacratemi i vostri cuori ed io vi guiderò.

Vi insegnerò a perdonare, ad amare il nemico ed a vivere secondo mio Figlio. Non temete per voi stessi. Mio Figlio non dimentica nelle difficoltà coloro che amano. Sarò accanto a voi. Pregherò il Padre Celeste perché la luce dell'eterna verità e dell'amore vi illumini. Pregate per i vostri pastori perché, attraverso il vostro digiuno e la vostra preghiera, possano guidarvi nell'amore. Vi ringrazio."


Commento di Padre Livio al messaggio del 2 febbraio 2013

Vorrei sottolineare che la Madonna negli ultimi anni, soprattutto nei messaggi a Mirjana, è tornata molte volte sul tema dell'amore specificando che si tratta dell'amore vero, cioè l'amore di Dio, perché senza l'amore non c'è preghiera, non c'è fede, non c'è nulla; senza l'amore di Dio nei nostri cuori, la religione rischia di essere un guscio vuoto. Quindi se non c'è l'amore di Dio dentro di noi, non siamo neanche credibili né davanti a Dio, né davanti al prossimo.

La Madonna ha sviluppato una serie di riflessioni bellissime che potrebbero da sole formare un bellissimo libretto sull'amore di Dio. Questo sull'amore è uno dei messaggi più belli e molto semplice nella sua comprensione. La Madonna incomincia col dire di essere qui in mezzo a noi grazie all'amore misericordioso di Dio, perché Dio ha deciso di usare misericordia nei confronti di questo mondo e ha deciso di salvarlo. Questo mondo, che è in balia del male, del potere delle tenebre, di satana sciolto dalle catene, questo mondo pieno di superbia che crede di fare a meno di Dio e mette se stesso al posto di Dio, questo mondo che rischia quindi di cadere sotto la dittatura del principe di questo mondo e di trasformarsi per noi in un inferno, su questo mondo si è aperto l'amore di Dio, la Sua misericordia. Dio ha deciso di inviare Sua Madre per liberarci dall'ingannatore, dall'oppressore. È l'amore che muove Dio a inviare Maria. Quell'amore che Dio ci ha usato e ci mostra inviando Maria è quel vero amore che Dio ci ha mostrato quando si è fatto uomo ed è morto in croce per noi perdonando i nemici. Ha perdonato tutti quelli che gli fanno del male, è l'amore che perdona. L’amore che perdona per noi è anche l'amore che chiede perdono, ovviamente Dio in Cristo Gesù poteva solo perdonare e non chiedere perdono, ma questo amore nei nostri cuori è un amore che deve anch'esso perdonare come quello di Gesù e deve anche chiedere perdono. Deve plasmare il nostro cuore in modo che non ci costi perdonare gli altri per quello che han fatto contro di noi e a nostra volta chiedere perdono per quello che noi abbiamo fatto contro gli altri. Quest'amore che noi vediamo nel crocefisso e che dobbiamo avere nei nostri cuori, la Madonna lo cerca e ci guarda, ma non lo vede. E qui c'è la seconda parte del messaggio, la Madonna, proprio nella festività del 2 febbraio, (presentazione del Signore, “a te una spada trafiggerà l’anima”), manifesta il Suo dispiacere per i Suoi figli che sono senza amore, che si perdono nel peccato, che sono lontani da Dio, che non conoscono l'amore di Dio, che non si aprono all'amore di Dio e perciò ci domanda, domanda a noi che siamo quelli che hanno accolto la chiamata, ma ovviamente la domanda è rivolta a tutti, perché tutti sono amati da Dio, ci invita a un esame di coscienza: “Quanto è grande il vostro amore? Il mio Cuore materno è triste mentre nei vostri cuori cerca l'amore”. La Madonna cerca l'amore nei nostri cuori ma non lo trova ed è triste perché nei nostri cuori c'è l'egoismo, la fame di mondo non la fame di Dio e l'amore di Dio.

E continua facendo l'analisi di quello che c'è nei nostri cuori, cioè la durezza del cuore: “Non siete disposti a sottomettere per amore la vostra volontà alla volontà di Dio”, perché poi, cari amici, l'amore non è soltanto un pio desiderio, un’aspirazione, uno stato d'animo, cioè il pio desiderio, il desiderio d'amare Dio, gli stati d'animo particolari di grazia, se non si traducono in decisioni sono come le nebbie che si dissolvono al sole, per cui l'amore poi come si concretizza? Nella decisione di fare la volontà di Dio che si esprime nei comandamenti, nei precetti evangelici, nell'imitazione di Cristo, Cristo nella Sua vita, nella Sua persona, nelle Sue parole è il nostro codice morale.

Noi non amiamo Gesù Cristo se non decidiamo di fare la Sua volontà, di imitarLo, di farLo rivivere nella nostra vita e la Madonna dice: “Non siete disposti a sottomettere per amore la vostra volontà alla volontà di Dio”.

E adesso passa anche all'aspetto missionario, la Madonna intende salvare questo mondo attraverso la scelta di quelli che hanno risposto alla chiamata, perché convertendosi diventino fari di luce per gli altri, diventino apostoli dell'amore, portatori della pace, diventino mani tese verso gli altri. La Madonna dice “se voi non avete nel cuore l'amore di Dio, come posso Io utilizzarvi, farvi strumento per far conoscere l'amore di Dio agli altri?”

Puoi far conoscere l'amore di Dio agli altri, puoi farlo vedere, puoi farlo gustare soltanto se lo vivi, se l'hai; se non l'hai sei un cembalo squillante, le tue parole non sono credibili anzi crei disgusto, perché parli in un modo e vivi in un altro. Quindi la Madonna dice: “Non potete aiutarmi a far sì che coloro che non hanno conosciuto l'amore di Dio lo conoscano, perché voi non avete il vero amore”.

La Madonna ha un Suo programma che è molto semplice: in questo mondo che non conosce l'amore di Dio, che ha sfrattato Dio, Lei vuole riportare Dio nel mondo e l'amore di Dio nel mondo attraverso i cuori di quelli che si aprono a Dio, lo ospitano nel loro cuore, accolgono il Suo amore e in questo modo diffondono l'amore di Dio nel mondo.

Ma se noi siamo secchi e vuoti, come volete che il mondo venga irrigato, è impossibile, diventerà un deserto! E allora, cosa dobbiamo fare?

La Madonna dice: “Consacratemi i vostri cuori ed io vi guiderò”, mettiamoci alla scuola di Maria, accogliamo Maria come madre, apriamoci ai Suoi messaggi. Prima di tutto al messaggio della preghiera, è nella preghiera che noi riceviamo nel nostro cuore l'amore di Dio. Molti mi chiedono, cosa vuol dire consacrare il cuore?

Ci sono tanti modi di descrivere questa espressione, in un modo comprensibile vuol dire aprire il cuore e accogliere la Madonna come Madre che ci guida e quindi come Madre che ci ama, come Madre che noi vogliamo amare e seguire e Lei ci guiderà. Dove ci guiderà? All'imitazione di Gesù, a far sì che Gesù riviva dentro di noi.

Io vi do un'indicazione, una formulazione semplice e accessibile a tutti: accettiamo nella nostra vita la Madonna come madre. Questo in sostanza è un modo molto concreto di consacrare il cuore a Maria, perché se la si accetta come Madre, Lei ci guiderà verso Gesù, cioè ci insegnerà a perdonare come Lui ci ha perdonato, ad amare i nemici come Lui li ha amati e a vivere i Suoi comandamenti, i Suoi precetti.

Quindi la Madonna diventa Colei che ci guida nell'imitazione di Cristo, nel far sì che l'amore di Cristo riviva nei nostri cuori e noi possiamo testimoniarlo agli altri.

Poi La Madonna, come sempre al termine dei messaggi di questo genere, ci dà il conforto del Suo aiuto, la promessa della Sua protezione, delle grazie che ci concede non solo in questa vita, ma anche in quell'altra e anche stavolta ci dà questo incoraggiamento a uscir fuori dall'incertezza, a deciderci per Lei, a deciderci per Cristo, a deciderci per l'amore, a deciderci per rispondere alla chiamata e dice: “Non temete per voi stessi. Mio Figlio non dimentica nelle difficoltà coloro che amano”, questo è sicuramente un grande conforto.

D'altra parte tutti quelli che hanno accolto l'invito della Madonna, hanno deciso per Lei, si son messi con coraggio nel Suo esercito, sanno quanto è vero che la Madonna li ha protetti, che la Madonna li ha aiutati, che la Madonna li ha riempiti di grazie e che non sono mai stati abbandonati nelle difficoltà, e dice appunto: “Sarò accanto a voi”.

“Pregherò il Padre Celeste perché la luce dell'eterna verità e dell'amore vi illumini”, cioè “Io intercederò per voi perché siate illuminati dalla verità e sostenuti dalla forza dell'amore”.

La Madonna ci assicura la Sua preghiera, la Sua protezione, le Sue grazie, quelle che ottiene da Cristo se noi apriamo il cuore a Lei, l'accogliamo come Madre, ci mettiamo alla Sua scuola.

Poi ancora l'invito a pregare per i pastori della Chiesa, il Papa, i Vescovi, i Sacerdoti.

La Madonna più volte ha fatto esplicito riferimento ai Vescovi e ai Sacerdoti, che sono amatissimi da Lei, perché seguano le vie del Vangelo e non le vie del mondo. Loro non hanno bisogno delle nostre critiche.

La Madonna ci ha anche detto di tenere le labbra chiuse, adesso ci invita: “al digiuno, alla preghiera per i nostri pastori, perché possono guidarci nell'amore”. La Madonna non dice digiunate e pregate per i pastori, perché potrebbe sembrare una frase che in qualche modo possa essere letta in negativo, la Madonna, perché la leggiamo in positivo, dice: “Pregate per i vostri pastori perché, attraverso il vostro digiuno e la vostra preghiera, possano guidarvi nell'amore”. D'altra parte, Gesù Cristo stesso ha pregato per Pietro e per gli Apostoli.

La Madonna prega per i pastori, vuole che noi preghiamo con Lei per loro perché hanno la grandissima responsabilità di guidare la Chiesa in nome di Cristo. Solo di loro Cristo ha detto: “chi ascolta voi ascolta Me, chi disprezza voi, disprezza Me”. Solo di uno ha detto: “tu sei Pietro e su questa pietra io edificherò la Mia Chiesa e le porte dell'inferno non prevarranno contro di Essa!”


Fonte: “Trascrizione dall’originale audio ricavata dal sito: www.medjugorjeliguria.it

La preghiera è luce per l'anima


La preghiera, o dialogo con Dio, è un bene sommo. E', infatti, una comunione intima con Dio. Come gli occhi del corpo vedendo la luce ne sono rischiarati, così anche l'anima che è tesa verso Dio viene illuminata dalla luce ineffabile della preghiera. Deve essere, però, una preghiera non fatta per abitudine, ma che proceda dal cuore. Non deve essere circoscritta a determinati tempi od ore, ma fiorire continuamente, notte e giorno.
Non bisogna infatti innalzare il nostro animo a Dio solamente quando attendiamo con tutto lo spirito alla preghiera. Occorre che, anche quando siamo occupati in altre faccende, sia nella cura verso i poveri, sia nelle altre attività, impreziosite magari dalla generosità verso il prossimo, abbiamo il desiderio e il ricordo di Dio, perché, insaporito dall'amore divino, come da sale, tutto diventi cibo gustosissimo al Signore dell'universo. Possiamo godere continuamente di questo vantaggio, anzi per tutta la vita, se a questo tipo di preghiera dedichiamo il più possibile del nostro tempo.
La preghiera è luce dell'anima, vera conoscenza di Dio, mediatrice tra Dio e l'uomo. L'anima, elevata per mezzo suo in alto fino al cielo, abbraccia il Signore con amplessi ineffabili. Come il bambino, che piangendo grida alla madre, l'anima cerca ardentemente il latte divino, brama che i propri desideri vengano esauditi e riceve doni superiori ad ogni essere visibile.
La preghiera funge da augusta messaggera dinanzi a Dio, e nel medesimo tempo rende felice l'anima perché appaga le sue aspirazioni. Parlo, però, della preghiera autentica e non delle sole parole.
Essa è un desiderare Dio, un amore ineffabile che non proviene dagli uomini, ma è prodotto dalla grazia divina. Di essa l'Apostolo dice: Non sappiamo pregare come si conviene, ma lo Spirito stesso intercede per noi con gemiti inesprimibili (cfr. Rm 8, 26b). Se il Signore dà a qualcuno tale modo di pregare, è una ricchezza da valorizzare, è un cibo celeste che sazia l'anima; chi l'ha gustato si accende di desiderio celeste per il Signore, come di un fuoco ardentissimo che infiamma la sua anima.

Dalle «Omelie» di san Giovanni Crisostomo, vescovo
(Om. 6 sulla preghiera; PG 64, 462-466)

mercoledì 13 febbraio 2013

Catechesi di Benedetto XVI in occasione del Mercoledì delle Ceneri (13/02/2013)

 

Cari fratelli e sorelle,

oggi, Mercoledì delle Ceneri, iniziamo il Tempo liturgico della Quaresima, quaranta giorni che ci preparano alla celebrazione della Santa Pasqua; è un tempo di particolare impegno nel nostro cammino spirituale. Il numero quaranta ricorre varie volte nella Sacra Scrittura. In particolare, come sappiamo, esso richiama i quarant’anni in cui il popolo di Israele peregrinò nel deserto: un lungo periodo di formazione per diventare il popolo di Dio, ma anche un lungo periodo in cui la tentazione di essere infedeli all’alleanza con il Signore era sempre presente. Quaranta furono anche i giorni di cammino del profeta Elia per raggiungere il Monte di Dio, l’Horeb; come pure il periodo che Gesù passò nel deserto prima di iniziare la sua vita pubblica e dove fu tentato dal diavolo. Nell’odierna Catechesi vorrei soffermarmi proprio su questo momento della vita terrena del Signore, che leggeremo nel Vangelo di domenica prossima.

Anzitutto il deserto, dove Gesù si ritira, è il luogo del silenzio, della povertà, dove l’uomo è privato degli appoggi materiali e si trova di fronte alle domande fondamentali dell’esistenza, è spinto ad andare all’essenziale e proprio per questo gli è più facile incontrare Dio. Ma il deserto è anche il luogo della morte, perché dove non c’è acqua non c’è neppure vita, ed è il luogo della solitudine, in cui l’uomo sente più intensa la tentazione. Gesù va nel deserto, e là subisce la tentazione di lasciare la via indicata dal Padre per seguire altre strade più facili e mondane (cfr Lc 4,1-13). Così Egli si carica delle nostre tentazioni, porta con Sè la nostra miseria, per vincere il maligno e aprirci il cammino verso Dio, il cammino della conversione.

Riflettere sulle tentazioni a cui è sottoposto Gesù nel deserto è un invito per ciascuno di noi a rispondere ad una domanda fondamentale: che cosa conta davvero nella mia vita? Nella prima tentazione il diavolo propone a Gesù di cambiare una pietra in pane per spegnere la fame. Gesù ribatte che l’uomo vive anche di pane, ma non di solo pane: senza una risposta alla fame di verità, alla fame di Dio, l’uomo non si può salvare (cfr vv. 3-4). Nella seconda tentazione, il diavolo propone a Gesù la via del potere: lo conduce in alto e gli offre il dominio del mondo; ma non è questa la strada di Dio: Gesù ha ben chiaro che non è il potere mondano che salva il mondo, ma il potere della croce, dell’umiltà, dell’amore (cfr vv. 5-8). Nella terza tentazione, il diavolo propone a Gesù di gettarsi dal pinnacolo del Tempio di Gerusalemme e farsi salvare da Dio mediante i suoi angeli, di compiere cioè qualcosa di sensazionale per mettere alla prova Dio stesso; ma la risposta è che Dio non è un oggetto a cui imporre le nostre condizioni: è il Signore di tutto (cfr vv. 9-12). Qual è il nocciolo delle tre tentazioni che subisce Gesù? E’ la proposta di strumentalizzare Dio, di usarlo per i propri interessi, per la propria gloria e per il proprio successo. E dunque, in sostanza, di mettere se stessi al posto di Dio, rimuovendolo dalla propria esistenza e facendolo sembrare superfluo. Ognuno dovrebbe chiedersi allora: che posto ha Dio nella mia vita? E’ Lui il Signore o sono io?

Superare la tentazione di sottomettere Dio a sé e ai propri interessi o di metterlo in un angolo e convertirsi al giusto ordine di priorità, dare a Dio il primo posto, è un cammino che ogni cristiano deve percorrere sempre di nuovo. "Convertirsi", un invito che ascolteremo molte volte in Quaresima, significa seguire Gesù in modo che il suo Vangelo sia guida concreta della vita; significa lasciare che Dio ci trasformi, smettere di pensare che siamo noi gli unici costruttori della nostra esistenza; significa riconoscere che siamo creature, che dipendiamo da Dio, dal suo amore, e soltanto «perdendo» la nostra vita in Lui possiamo guadagnarla. Questo esige di operare le nostre scelte alla luce della Parola di Dio. Oggi non si può più essere cristiani come semplice conseguenza del fatto di vivere in una società che ha radici cristiane: anche chi nasce da una famiglia cristiana ed è educato religiosamente deve, ogni giorno, rinnovare la scelta di essere cristiano, cioè dare a Dio il primo posto, di fronte alle tentazioni che una cultura secolarizzata gli propone di continuo, di fronte al giudizio critico di molti contemporanei.

Le prove a cui la società attuale sottopone il cristiano, infatti, sono tante, e toccano la vita personale e sociale. Non è facile essere fedeli al matrimonio cristiano, praticare la misericordia nella vita quotidiana, lasciare spazio alla preghiera e al silenzio interiore; non è facile opporsi pubblicamente a scelte che molti considerano ovvie, quali l’aborto in caso di gravidanza indesiderata, l’eutanasia in caso di malattie gravi, o la selezione degli embrioni per prevenire malattie ereditarie. La tentazione di metter da parte la propria fede è sempre presente e la conversione diventa una risposta a Dio che deve essere confermata più volte nella vita.

Ci sono di esempio e di stimolo le grandi conversioni come quella di san Paolo sulla via di Damasco, o di sant’Agostino, ma anche nella nostra epoca di eclissi del senso del sacro, la grazia di Dio è al lavoro e opera meraviglie nella vita di tante persone. Il Signore non si stanca di bussare alla porta dell’uomo in contesti sociali e culturali che sembrano inghiottiti dalla secolarizzazione, come è avvenuto per il russo ortodosso Pavel Florenskij. Dopo un’educazione completamente agnostica, tanto da provare vera e propria ostilità verso gli insegnamenti religiosi impartiti a scuola, lo scienziato Florenskij si trova ad esclamare: "No, non si può vivere senza Dio!", e a cambiare completamente la sua vita, tanto da farsi monaco.

Penso anche alla figura di Etty Hillesum, una giovane olandese di origine ebraica che morirà ad Auschwitz. Inizialmente lontana da Dio, lo scopre guardando in profondità dentro se stessa e scrive: "Un pozzo molto profondo è dentro di me. E Dio c’è in quel pozzo. Talvolta mi riesce di raggiungerlo, più spesso pietra e sabbia lo coprono: allora Dio è sepolto. Bisogna di nuovo che lo dissotterri" (Diario, 97). Nella sua vita dispersa e inquieta, ritrova Dio proprio in mezzo alla grande tragedia del Novecento, la Shoah. Questa giovane fragile e insoddisfatta, trasfigurata dalla fede, si trasforma in una donna piena di amore e di pace interiore, capace di affermare: "Vivo costantemente in intimità con Dio".

La capacità di contrapporsi alle lusinghe ideologiche del suo tempo per scegliere la ricerca della verità e aprirsi alla scoperta della fede è testimoniata da un’altra donna del nostro tempo, la statunitense Dorothy Day. Nella sua autobiografia, confessa apertamente di essere caduta nella tentazione di risolvere tutto con la politica, aderendo alla proposta marxista: "Volevo andare con i manifestanti, andare in prigione, scrivere, influenzare gli altri e lasciare il mio sogno al mondo. Quanta ambizione e quanta ricerca di me stessa c’era in tutto questo!". Il cammino verso la fede in un ambiente così secolarizzato era particolarmente difficile, ma la Grazia agisce lo stesso, come lei stessa sottolinea: "È certo che io sentii più spesso il bisogno di andare in chiesa, a inginocchiarmi, a piegare la testa in preghiera. Un istinto cieco, si potrebbe dire, perché non ero cosciente di pregare. Ma andavo, mi inserivo nell’atmosfera di preghiera…". Dio l’ha condotta ad una consapevole adesione alla Chiesa, in una vita dedicata ai diseredati.

Nella nostra epoca non sono poche le conversioni intese come il ritorno di chi, dopo un’educazione cristiana magari superficiale, si è allontanato per anni dalla fede e poi riscopre Cristo e il suo Vangelo. Nel Libro dell’Apocalisse leggiamo: «Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me» (3, 20). Il nostro uomo interiore deve prepararsi per essere visitato da Dio, e proprio per questo non deve lasciarsi invadere dalle illusioni, dalle apparenze, dalle cose materiali.

In questo Tempo di Quaresima, nell’Anno della fede, rinnoviamo il nostro impegno nel cammino di conversione, per superare la tendenza di chiuderci in noi stessi e per fare, invece, spazio a Dio, guardando con i suoi occhi la realtà quotidiana. L’alternativa tra la chiusura nel nostro egoismo e l’apertura all’amore di Dio e degli altri, potremmo dire che corrisponde all’alternativa delle tentazioni di Gesù: alternativa, cioè, tra potere umano e amore della Croce, tra una redenzione vista nel solo benessere materiale e una redenzione come opera di Dio, cui diamo il primato nell’esistenza. Convertirsi significa non chiudersi nella ricerca del proprio successo, del proprio prestigio, della propria posizione, ma far sì che ogni giorno, nelle piccole cose, la verità, la fede in Dio e l’amore diventino la cosa più importante.

© Copyright 2013 - Libreria Editrice Vaticana

martedì 12 febbraio 2013

Audio Rinuncia di Papa Benedetto XVI – Il commento di Padre Livio

 

 

 

 

Fonte: Radio Maria

Testimonianze della veggente Mirjana- 9 febbraio 2013

 

"Come vostra sorella - poiché so tutto quello a cui la Madonna ci sta preparando - vi prego, amate i vostri Sacerdoti,
aiutateli, pregate per loro,
soprattutto per il nostro Santo Padre,
soprattutto Lui,
che nei tempi nostri che noi viviamo ha molto bisogno del vostro aiuto, del nostro aiuto, delle nostre preghiere, del nostro amore".

lunedì 11 febbraio 2013

Beata Vergine Maria di Lourdes

«Vergine madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d'eterno consiglio,

    tu se' colei che l'umana natura
nobilitasti sì, che 'l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.

    Nel ventre tuo si raccese l'amore
per lo cui caldo ne l'eterna pace
così è germinato questo fiore.

    Qui se' a noi meridïana face
di caritate, e giuso, intra i mortali,
se' di speranza fontana vivace.

    Donna, se' tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia ed a te non ricorre,
sua disïanza vuol volar sanz'ali.

    La tua benignità non pur soccorre
a chi domanda, ma molte fïate
liberamente al dimandar precorre.

    In te misericordia, in te pietate,
in te manificienza, in te s'aduna
quantunque in creatura è di bontate».

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O Donna gloriosa,
alta sopra le stelle,
tu nutri sul tuo seno
il Dio che ti ha creato.

La gioia che Eva ci tolse
ci rendi nel tuo Figlio
e dischiudi il cammino
verso il regno dei cieli.

Sei la via della pace,
sei la porta regale:
ti acclamino le genti
redente dal tuo Figlio.

A Dio Padre sia lode
al Figlio e al Santo Spirito,
che ti hanno adornata
di una veste di grazia. Amen.

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Docili all'invito della tua voce materna, o Vergine Immacolata di Lourdes, accorriamo ai tuoi piedi presso la grotta, ove Ti degnasti di apparire per indicare ai peccatori il cammino della preghiera e della penitenza e per dispensare ai sofferenti le grazie e i prodigi della tua sovrana bontà.
O candida Visione di Paradiso, allontana dalle menti le tenebre dell'errore con la luce della fede, solleva le anime affrante con il celeste profumo della speranza, ravviva gli aridi cuori con l'onda divina della carità. Fa' che amiamo e serviamo il tuo dolce Gesù, così da meritare la felicità eterna.

Giovedì 11 febbraio 1858: L'incontro

Accompagnata da sua sorella e da una sua amica, Bernadette va a Massabielle, lungo il torrente Gave, per raccogliere della legna secca. Mentre si toglie le calze per attraversare il ruscello, sente un brusio simile ad un colpo di vento; alza lo sguardo verso la

Grotta: "HO VISTO UNA SIGNORA VESTITA DI BIANCO: AVEVA UN VESTITO BIANCO, UN VELO BIANCO, UNA CINTURA CELESTE E UNA ROSA GIALLA AI PIEDI". Bernadette fa il segno della croce e comincia a recitare il Rosario insieme alla Signora. Alla fine della preghiera, la Signora scompare all'improvviso.

Domenica 14 febbraio: L'acqua benedetta

Bernadette sente dentro di sè una forza che la spinge a ritornare alla Grotta, nonostante la proibizione dei genitori. Vista la sua insistenza la madre glielo permette. Dopo la prima decina di rosario vede apparire la stessa Signora. Bernadette getta verso questa figura dell'acqua benedetta. La Signora sorride e china il capo. Di nuovo, terminata la preghiera, la Signora scompare.

Giovedì 18 febbraio: La Signora parla

Per la prima volta la Signora parla. Bernadette le porge carta e penna chiedendole di scrivere il suo nome. La Signora allora le dice: "Non è necessario!" E aggiunge "Non ti prometto di renderti felice in questo mondo ma nell'altro. Vuoi farmi il favore di venire qui per quindici giorni?"

Venerdì 19 febbraio: Apparizione breve e silenziosa
Bernadette va alla grotta con una candela benedetta e accesa. Da questo gesto deriva la tradizione di accendere delle candele alla grotta.

Sabato 20 febbraio: Silenzio

La Signora le ha insegnato una preghiera personale. Alla fine della visione Bernadette prova una grande tristezza.

Domenica 21 febbraio: "Aquero"

La Signora appare a Bernadette di buon mattino, molto presto. Un centinaio di persone l'accompagnano; successivamente il commissario di polizia Jacomet la interroga per farsi raccontare ciò che ha visto; Bernardette non gli parla d’altro che di "Aquero" ("quella lì")

Martedì 23 febbraio: Il segreto

Circondata da circa cinquecento persone, Bernadette va alla Grotta. L'Apparizione le rivela un segreto "SOLO PER LEI"

Mercoledì 24 febbraio: Penitenza!

Messaggio della Signora: "Penitenza! Penitenza! Penitenza! Prega per la conversione dei peccatori! Bacia per terra per la conversione dei peccatori!"

Giovedì 25 febbraio: La sorgente

Sono presenti circa trecento persone. Bernadette racconta: "MI HA DETTO DI ANDARE A BERE ALLA SORGENTE (…) NON VEDEVO CHE UN PÒ D'ACQUA FANGOSA. ALLA QUARTA VOLTA SONO RIUSCITA A BERLA. MI HA FATTO ANCHE MANGIARE DELL'ERBA CHE ERA LÌ VICINO. POI LA VISIONE SCOMPARVE E IO ME NE ANDAI VIA". La folla le diceva: "Non sai che la gente ti crede pazza quando fai questi gesti?". Lei rispondeva: "È PER I PECCATORI!".
Sabato 27 febbraio: Silenzio


Vi sono quasi ottocento persone. L'Apparizione è silenziosa. Bernadette beve l'acqua della sorgente e compie gli stessi gesti di penitenza.

Domenica 28 febbraio: Penitenza!

Più di mille persone assistono all'estasi. Bernadette prega, bacia per terra, cammina sulle ginocchia in segno di penitenza. Sarà successivamente portata dal giudice Ribes che la minaccia di prigione.

Lunedì 1 marzo: Il primo miracolo

Tra le numerose persone presenti, più di millecinquecento, c'è per la prima volta un sacerdote. Di notte una donna di Lourdes, Caterina Latapie, va alla Grotta, immerge il suo braccio paralizzato nell'acqua della sorgente: il braccio e la mano ritrovano la loro scioltezza.

Martedì 2 marzo: Messaggio ai sacerdoti

La folla aumenta sempre più. La Signora chiede a Bernadette: "Va' a dire ai sacerdoti che si venga qui in processione e che si costruisca una cappella". Bernadette ne parla a Don Peyramale, parroco di Lourdes, ma questi vuole sapere una sola cosa, il nome della Signora, ed esige inoltre un segno come prova: veder fiorire in pieno inverno le rose selvatiche della Grotta.

Mercoledì 3 marzo: Un sorriso

Verso le sette del mattino Bernadette va alla Grotta; ci sono già tremila persone ad attenderla, ma la visione non appare. Dopo la scuola Bernadette sente un invito interiore della Signora; scende alla Grotta e le chiede nuovamente il suo nome. La risposta è un sorriso. Il parroco Don Peyramale le ripete: "Se la Signora domanda veramente una cappella, dica prima il suo nome e faccia fiorire il roseto alla Grotta!".

Giovedì 4 marzo: Il giorno più atteso

La folla sempre più numerosa (circa ottomila persone) aspetta un miracolo alla fine di questi quindici giorni. La visione è silenziosa. Il parroco è fermo, irremovibile sulle sue posizioni. Per venti giorni Bernadette non scende alla Grotta, non ne sente più la spinta interiore.

Giovedì 25 marzo: Il nome che tutti aspettavano

La visione infine rivela il suo nome, ma il roseto, su cui posava i suoi piedi durante le apparizioni, non fiorisce. Bernadette racconta: "ALZO' GLI OCCHI AL CIELO. IN SEGNO DI PREGHIERA UNI' LE MANI CHE ERANO DISTESE E APERTE VERSO LA TERRA E MI DISSE: "QUE SOY ERA IMMACULADA COUNCEPCIOU.("io sono l'Immacolata Concezione")". La veggente parte veloce, corre ripetendo quelle parole che lei non comprende. Sono parole che sconvolgono il Parroco. Bernadette non conosce questa espressione teologica che indica la Santa Vergine. Quattro anni prima, il Papa Pio IX° aveva dichiarato l'Immacolata Concezione di Maria un dogma, cioè una verità della fede cattolica.

Mercoledì 7 aprile: Il miracolo del cero

Durante questa Apparizione, Bernadette teneva in mano un cero acceso. La fiamma ne lambì la mano per molto tempo senza lasciare alcun segno di bruciatura. Questo fatto fu immediatamente constatato da un medico, il dottor Douzous.

Giovedì 16 luglio: Ultima Apparizione

Bernadette sente un misterioso appello a scendere alla Grotta, ma l'accesso è vietato e sbarrato da una palizzata. Allora va dall'altra parte del fiume, di fronte alla Grotta. "MI SEMBRAVA DI ESSERE PROPRIO ALLA GROTTA, ALLA STESSA DISTANZA DELLE ALTRE VOLTE; VEDEVO SOLO LA MADONNA; MAI L'AVEVO VISTA COSÍ BELLA!".

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Fonte: IdM

sabato 2 febbraio 2013

Marija a Pavia il 27 gennaio 2013

 

 

Accogliere i Messaggi della Madonna (come facevaPadre Slavko)

 

1. RICEVETELO il giorno nel quale è stato donato
2. LEGGETELO una prima volta in spirito di preghiera
3. ACCOGLIETELO
nel fondo del vostro cuore
4. CONSIDERATELO
come un messaggio che la Vergine vi dà personalmente e siateLe riconoscenti !!
5. COPIATE il messaggio e mettetelo nel vostro messale, sul frigorifero, in ufficio, sullo specchio del bagno, sul parabrezza e dovunque, in modo da ricordarvelo sempre e che diventi il vostro compagno per tutto il mese; con il permesso del vostro Parroco affiggetelo in parrocchia
6. CONDIVIDETE
il messaggio con tutti quelli che incontrate: è un tesoro del Cielo! Fate in modo che Tutto il mondo ne parli, fatelo pubblicare
7. PREGATE
il messaggio ogni giorno del mese; fate in modo che il messaggio dia il tono alla vostra vita spirituale. Vi farà crescere, vi aprirà al pentimento, alla guarigione ed alla speranza.
8. CERCATE nel Vangelo i passaggi nei quali Gesù dice cose analoghe a quelle suggerite dalla Madonna.

Missaggio a Mirjana del 2 febbraio 2013

“Cari figli, l'amore mi conduce a voi, l'amore che desidero insegnare anche a voi: il vero amore. L'amore che mio Figlio vi ha mostrato quando è morto sulla croce per amore verso di voi. L'amore che è sempre pronto a perdonare e a chiedere perdono. Quanto è grande il vostro amore? Il mio Cuore materno è triste mentre nei vostri cuori cerca l'amore. Non siete disposti a sottomettere per amore la vostra volontà alla volontà di Dio. Non potete aiutarmi a far sì che coloro che non hanno conosciuto l'amore di Dio lo conoscano, perché voi non avete il vero amore. Consacratemi i vostri cuori ed io vi guiderò. Vi insegnerò a perdonare, ad amare il nemico ed a vivere secondo mio Figlio. Non temete per voi stessi. Mio Figlio non dimentica nelle difficoltà coloro che amano. Sarò accanto a voi. Pregherò il Padre Celeste perché la luce dell'eterna verità e dell'amore vi illumini. Pregate per i vostri pastori perché, attraverso il vostro digiuno e la vostra preghiera, possano guidarvi nell'amore. Vi ringrazio.”

 

NOVENA ALLA MADONNA DI LOURDES dal 2 al 10 Febbraio

 

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Nostra Signora di Lourdes,

Vergine tutta bella

che un giorno sei apparsa a Bernardetta,

nella nicchia della Grotta di Massabielle,

umilmente ci rivolgiamo a te.

Tu hai chiesto a Bernardetta di scavare la terra

affinchè sgorgasse la sorgente,

e di pregare per i peccatori.

Espandi su di noi la grazia della tua pace.

Apri il nostro cuore alla Parola di tuo Figlio,

di affrettarci, al suo invito, verso il perdono

e a convertirci alla Buona Novella.

Nostra Signora di Lourdes,

tu che ci hai aperto e ci riveli la luce del Cielo,

Noi ti preghiamo per i peccatori e riponiamo in te la nostra fiducia.

Guidaci sui cammini della pace e del perdono.

Nostra Signora della riconciliazione,

Signora dei peccatori,

Consolazione dei malati e dei sofferenti,

Risveglia in noi l’amore del Figlio tuo,

e rendi il nostro cuore disposto al perdono.

Amen!