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Richiesta di preghiere

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Per la Richiesta di Preghiere è possibile da oggi utilizzare il MODULO che si trova qui a sinistra.

Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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mercoledì 26 settembre 2012

Messaggio della Regina Della Pace a Ivan Dragicevic il 20 Settembre 2012 a Laigueglia (Savona)

 

Anche questa sera la Madonna e' venuta veramente gioiosa e felice !


Ci saluta tutti con il suo saluto materno…" Sia Lodato Gesù' cari figli miei"

Poi la Madonna ha stretto le sue mani e pregato su tutti noi, particolarmente sui sacerdoti presenti, su di loro ha pregato in modo individuale, la Madonna ha pregato sui malati presenti e sui malati che non sono qui oggi con noi .

La Madonna dice :

"Cari Figli, anche oggi, questa sera in maniera particolare, Pregate!
Pregate durante questo tempo di grazia!
In particolare pregate per le mie intenzioni, pregate per la Pace. La Madre prega con voi. Intercede presso suo figlio per ciascuno di voi. Cari figli questo è tempo di preghiera!
Grazie perchè anche oggi avete risposto alla mia chiamata."

La Madonna ha benedetto tutti noi con la sua benedizione materna ha benedetto tutti gli oggetti sacri che abbiamo portato per la benedizione,poi ha pregato per tutti i presenti qui oggi,per le nostre intenzioni, per le nostre famiglie.

Segue un colloquio privato con IVAN ,successivamente la Madonna continua a pregare su tutti noi e nella preghiera ci lascia nella luce e nel segno della croce dicendo:
"Andate in Pace figli miei!".

Breve commento di Padre Livio al Messaggio del 25 settembre 2012

 

La Regina della pace ci invita a guardare lo splendore dei colori della natura in questo inizio di autunno e vedervi un riflesso della gloria dell'eternità alla quale siamo chiamati.

Ci invita in modo particolare ad essere grati per la sua presenza, che porta il Paradiso sulla terra e ci fa bramare le cose celesti.

In questo mondo che passa ci esorta a fissare gli occhi là dove è la vera gioia.


Siano lodati Gesù e Maria.

Buona giornata.

 

Padre Livio

martedì 25 settembre 2012

Video Marija comunica a Radio Maria il Messaggio del 25 Settembre 2012

 


La veggente Marija Pavlovic Lunetti comunica a Radio Maria il Messaggio del 25 Settembre 2012

 
Fonte: Radio Maria Facebook

Messaggio del 25 settembre 2012

"Cari figli! Quando nella natura guardate la ricchezza dei colori che l’Altissimo vi dona, aprite il cuore e con gratitudine pregate per tutto il bene che avete e dite: sono creato per l’eternità e bramate le cose celesti perché Dio vi ama con immenso amore. Perciò vi ha dato anche me per dirvi: soltanto in Dio è la vostra pace e la vostra speranza, cari figli. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”

lunedì 24 settembre 2012

Messaggio dato ad Ivan Il 21.09.2012 a Porto Potenza Picena (MC)

 

“Cari figli, anche stasera in maniera particolare vi invito: preghiamo per tutti i miei figli che sono lontani dai propri genitori, per tutti i miei figli che si sono allontanati da mio figlio Gesù'.

Cari figli pregate anche voi perché' ritornino a mio figlio Gesù', si ritrovino nella loro famiglia e ritornino nella mia Chiesa.

Io prego per tutti voi e intercedo presso mio Figlio per ognuno di voi,

Grazie cari figli perché' anche oggi avete risposto alla mia chiamata.”

 

Fonte: Radio Maria Facebook

domenica 23 settembre 2012

Video Marija Pavlovic a S. Giuseppe di Cassola–22 settembre 2012

 

Incontro di preghiera il 22 settembre 2012 a San Giuseppe di Cassola

Martedì sera 25 settembre 2012 in S. Salvatore: Veglia di Preghiera per il messaggio mensile

 


02 Bologna, Chiesa di San Salvatore


Martedì sera 25 settembre 2012, come ogni mese, in unione a tutti i gruppi di preghiera nello spirito di Medjugorje, di Bologna e tutta l'Italia in attesa del Messaggio da Medjugorje, veglia di preghiera aperta a tutti, ogni 25 del mese alle ore 20,45 nella Chiesa del SS. Salvatore largo Cesare Battisti Bologna, con Adorazione del Santissimo Sacramento e recita del Santo Rosario con la presenza e guida del sacerdote P. Roberto Viglino

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Con l’occasione ricordo anche gli altri appuntamenti del Gruppo di Preghiera Regina della Pace:
  • Giovedì 27 settembre: consueta Veglia di Preghiera  settimanale alle ore 20:30  presso la Chiesina  di  Padre Marella in Via del Lavoro, 13 a Bologna
  • Sabato 29 settembre: consueto pellegrinaggio mensile al Santuario della Madonna di S. Luca con partenza dal Meloncello alle ore 08:10: preghiera delle prime tre parti del S. Rosario salendo a piedi al Santuario, S. Messa alle ore 09:30 nella cripta e quindi discesa pregando l’ultima parte del S. Rosario
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San Pio da Pietrelcina

Francesco Forgione (poi divenuto Padre Pio) nacque il 25 maggio 1887, alle cinque del pomeriggio, nel quartiere Castello di Pietrelcina, a pochi chilometri da Benevento. Era il quarto dei sette figli di Grazio Forgione e Giuseppa Di Nunzio, poveri contadini che vivevano in una casetta formata da tre stanze con soffitto di canne e curavano un piccolissimo possedimento di terreno a pochi passi da casa. Francesco fu così chiamato per la devozione della mamma Peppa al Santo di Assisi.

Francesco trascorse l'infanzia e l'adolescenza impegnandosi in piccoli lavori agricoli e portando al pascolo le pecore. Dietro sicure fonti si evince che fin dalla tenera età di 5 anni ebbe le prime estasi e desiderò di consacrarsi totalmente a Dio. Subì anche le prime vessazioni diaboliche e iniziò ad infliggersi le prime penitenze corporali.

Il giovane Francesco fece gli studi ginnasiali privatamente, con il danaro che il padre inviava dall'America dove fu costretto ad emigrare, a causa della povertà, come tanti suoi conterranei. All'età di 15 anni maturò la decisione di farsi frate nell'ordine dei minori cappuccini, confortato anche dal consiglio del suo parroco. Il 2 gennaio 1903, non ancora sedicenne, entrò nel convento dei Cappuccini a Morcone (Benevento) e il giorno 22 indossò il saio francescano col nome di fra' Pio. Nel 1904, dopo un anno di noviziato, pronunciò la sua consacrazione e all'inizio del 1907, nel convento di S.Elia a Pianisi (Campobasso), emise i voti di professione perpetua. Lo attendevano ora sei anni di studio per diventare sacerdote. Li trascorse in conventi diversi: S.Marco la Catola, Serracapriola, Montefusco e Benevento, dove ricevette gli ordini minori e il suddiaconato.

Penose furono le penitenze alle quali Fra' Pio si sottoponeva che, unite al forte impegno nello studio, furono la causa di una grave malattia diagnosticata come "broncoalveolite all'apice sinistro", che richiedeva vita all'aria aperta ed assoluto riposo. Per tale motivo nel maggio 1909 gli fu concesso di trascorrere un periodo di convalescenza in località Pietrelcina. Ma anche nel suo paese natale continuava a star male ed era tanto prostrato che gli fu accordato il permesso di essere ordinato sacerdote prima del compimento dei regolamentari 24 anni d'età. Così il 10 agosto 1910, nel Duomo di Benevento, ricevette la consacrazione sacerdotale e il giorno 14 celebrò la sua prima Messa a Pietrelcina.

Gli attacchi dei demoni, intanto, erano divenuti più massicci e continui, egli li chiamava "cosacci" e dovunque andava lo seguivano per tormentarlo. Lo seguirono nel convento di Venafro, dove era andato ad imparare Sacra Eloquenza. Qui Padre Pio venne assalito da febbri altissime e forti emicranie; per una ventina di giorni l'unica cosa che riuscì ad ingerire fu l'ostia consacrata.

Nel febbraio del 1916 venne comandato a recarsi nel convento di Sant'Anna a Foggia, dopo anni di spola tra Pietrelcina e una decina di conventi alla ricerca di un posto benefico per la sua salute. Ma anche a Foggia Padre Pio seguitò a star male: vomito, sudorazioni improvvise, capogiri, febbri consistenti. La notte, poi, dalla sua cella provenivano terrificanti rumori che si concludevano con un boato assordante, tale da scuotere i muri e terrorizzare i confratelli. A Padre Benedetto confidò successivamente che era il diavolo il quale, non potendo vincerlo, per la rabbia "scattiava". Per sfuggire all'afosa calura estiva di Foggia, Padre Pio nel luglio del 1916 giunse per un breve soggiorno nel convento di San Giovanni Rotondo, piccolo paese sul versante meridionale del Gargano. Il clima si rivelò salutare ed egli vi resterà fino alla data della sua morte.

La sera del 5 agosto 1918 subì la "trasverberazione" del cuore e nella mattina di venerdì 20 settembre, nel coretto della chiesa di Santa Maria delle Grazie, ricevette le stimmate che portò fino alla morte con sofferenza fisica e morale, in quanto quei segni esterni gli erano di "una confusione e di una umiliazione insostenibile" perché non si riteneva degno di tale similianza al Redentore. Altri doni carismatici ricevette da Dio per accreditare la sua missione di santificazione: la profezia, le bilocazioni, la scrutazione dei cuori, gli effluvi odorosi. Moltissime testimonianze di fedeli ne dichiararono la vericidità.

San Giovanni Rotondo divenne ben presto meta di pellegrinaggi di fedeli che accorrevano al convento per avere dal frate stigmatizzato aiuto, consiglio, guida spirituale. Per Padre Pio cominciò una frenetica attività: fino a sedici ore al giorno di confessioni, migliaia di lettere con richieste di grazie, visite continue di persone anche autorevoli.

Tra gli uomini di Chiesa si vennero a delineare due schieramenti: da una parte v'era chi guardava con simpatia ed ammirazione a Padre Pio; dall'altra parte, invece, si trovavano coloro che diffidavano del Cappuccino. Dal 1923 al 1933 Padre Pio fu sottoposto ad una serie di restrizioni personali e di inibizioni di attività. Dieci anni di sofferenze e privazioni provate non soltanto dal frate, ma anche da coloro che erano i suoi figli spirituali. Venne anche privato dei direttori spirituali, gli fu ordinato di non confessare e di non celebrare la Messa in pubblico, di non rispondere alle lettere dei suoi numerosissimi fedeli. Erano punizioni durissime che Padre Pio umilmente accettò, dichiarando:"Sono figlio dell'ubbidienza". Ed intanto pregava continuamente e per tutti.

Ma a San Giovanni Rotondo i fedeli continuavano ad affluire sempre più numerosi e grazie alle loro offerte e alla carità di molti, il 19 maggio 1947, alla vigilia del 60° compleanno di Padre Pio, fu posta la prima pietra per la costruzione della "Casa Sollievo della Sofferenza" che rappresenta tuttora uno dei più moderni ed efficienti ospedali europei. Il 1° luglio 1959 venne consacrato il nuovo Santuario di S. Maria delle Grazie, eretto a fianco dell'antica e ormai insufficiente Chiesa del Convento.

L´amore di Padre Pio per la Madre celeste era immenso e traboccante, lo stesso frate trascorse la vita stringendo fra le mani la corona del S. Rosario e raccomandando tale preghiera ai suoi figli spirituali quale arma infallibile contro il demonio. Si dice che riusciva addirittura a recitare dai 20 ai 30 Rosari al giorno!

Il 22 settembre 1968, giunto ormai all'età di 81 anni, al termine della celebrazione della S. Messa per la ricorrenza del cinquantenario del doloroso dono delle stimmate, venne colto da grave malore e nella notte, alle ore 2.30 del 23 settembre, cessò di vivere lasciando un enorme vuoto nei fedeli e negli uomini del suo tempo.

Il 20 marzo 1983 iniziò il processo diocesano per la sua canonizzazione. Il 21 gennaio 1990 Padre Pio venne proclamato venerabile, fu beatificato il 2 maggio 1999 e proclamato santo il 16 giugno 2002 in piazza San Pietro da papa Giovanni Paolo II come san Pio da Pietrelcina. La sua festa liturgica viene celebrata il 23 settembre.

Fonte: IdM

Video/Audio Testimonianza di Ivan 19/9/2012 Villa D'Adige

 

Prima parte della testimonianza del veggente di Medjugorje Ivan Dragicevic a Villa D'Adige ( Ro) il 19 Settembre 2012


 
 

Seconda parte della testimonianza del veggente di Medjugorje Ivan Dragicevic a Villa D'Adige ( Ro) il 19 Settembre 2012



Fonte: Radio Maria Facebook

sabato 22 settembre 2012

È sempre tempo di miracoli

 

Un fatto, incontestabile e meraviglioso, testimoniato da migliaia di persone, tutte in grado di confermarlo ancora oggi, fu l'apparizione della Vergine Santissima, il 19 settembre del 1946. Questa Madre amorosa apparve a due fanciulli, sotto le sembianze di una bella Signora (...) Ella apparve su una montagna delle Alpi (...) per il bene della Francia (...) e del mondo intero.
Il suo proposito era quello di avvertire il mondo che il suo Figlio Divino era molto triste con gli uomini, soprattutto a causa di tre peccati: la bestemmia, la profanazione della domenica e delle feste, e la trasgressione delle leggi che reggono l'astinenza.
Fattori straordinari confermano questa apparizione; fatti raccolti in molti documenti pubblici o attestati forniti da persone la cui sincerità e credibilità fanno escludere qualsiasi possibilità di dubbio. Questi fatti sono preziosi per consolidare la fede ai fedeli legati a Dio, fermi nella loro religione, e servono, inoltre, per ribattere gli argomenti di coloro che, forse per ignoranza, vogliono porre un limite al potere e alla misericordia di Dio, affermando che non è più il tempo dei miracoli.

 

San Giovanni Bosco (1815-1888)
Apparizione della Beata Vergine sulla monte di La Salette, Torino, 1875

Le apparizioni di Maria a La Salette

Il 19 settembre 1846, Melanie e Maximin stanno sorvegliando le loro greggi quando, improvvisamente :
"Ho visto una luce molto bella, più brillante del sole ed ho potuto mormorare, appena, queste parole: Maximin, hai visto lá, in basso? Oh, mio Dio! Allo stesso tempo ho lasciato cadere il bastone che avevo in mano (...) Ho fissato più fortemente quella luce che rimaneva immobile, e come se si fosse aperta, percepì un'altra luce, ancora più brillanmte e che si muoveva, e, in questa luce una dama bellissima seduta sul nostro Paradiso, con la etsta tra lemani."
La Signora invita i due ragazzi ad avvicinarsi senza timore, si alza, e trasmette loro questo emssaggio :
Se il mio popolo non vuole sottomettersi, sono costretta a lasciare libero il braccio di mio Figlio. Esso è così forte e così pesante che non posso più sostenerlo. Da quanto tempo soffro per voi! Se voglio che mio Figlio non vi abbandoni, mi è stato affidato il compito di pregarlo continuamente per voi; voi non ci fate caso. Per quanto pregherete e farete mai potrete compensare la pena che mi sono presa per voi. Vi ho dato sei giorni per lavorare, mi sono riservato il settimo e non me lo volete concedere. E' questo che appesantisce tanto il braccio di mio Figlio! Coloro che guidano i carri non sanno imprecare senza usare il nome di mio Figlio. Queste sono le due cose che appesantiscono tanto il braccio di mio Figlio. Se il raccolto si guasta, la colpa è vostra. Ve l'ho mostrato l'anno passato con le patate: voi non ci avete fatto caso. Anzi, quando ne trovavate di guaste, bestemmiavate il nome di mio Figlio. Esse continueranno a marcire e quest'anno, a Natale, non ve ne saranno più ».

A questo punto la bella Signora passa a parlare dal francese al dialetto locale, il patois. Dopo aver ripetuto il passaggio precedente, continuò:
« Voi non capite, figli miei? Ve lo dirò diversamente. Se avete del grano, non seminatelo. Quello seminato sarà mangiato dagli insetti e quello che verrà cadrà in polvere, quando lo batterete. Sopraggiungerà una grande carestia. Prima di essa, i bambini al di sotto dei sette anni saranno colpiti da tremito e morranno tra le braccia di coloro che li terranno. Gli altri faranno penitenza con la carestia. Le noci si guasteranno e l'uva marcirà ».
A questo punto, la donna affida un segreto a Maximin e poi a Mélanie; quindi prosegue: « Se si convertono, le pietre e le rocce si tramuteranno in mucchi di grano e le patate nasceranno da sole nei campi. Fate la vostra preghiera, figli miei? ». « Non molto, Signora », rispondono entrambi. « Ah, figli miei, bisogna proprio farla, sera e mattino! Quando non potete far meglio, dite almeno un Pater e un 'Ave Maria; quando potete fare meglio, ditene di più. A messa, d'estate, vanno solo alcune donne anziane; gli altri lavorano di domenica, tutta l'estate. D'inverno, quando non sanno che fare, vanno a messa solo per burlarsi della religione. In Quaresima, vanno alla macelleria come i cani. Avete mai visto del grano guasto, figli miei? ». « No, Signora », rispondono. Allora la donna si rivolge a Maximin: «Ma tu, figlio mio, lo devi aver visto una volta con tuo padre, verso la terra di Coin. Il padrone del campo disse a tuo padre di andare a vedere il suo grano guasto. Vi andaste tutti e due, prendeste in mano due o tre spighe, le stropicciaste e tutto cadde in polvere. Al ritorno, quando eravate a mezz 'ora da Corps, tuo padre ti diede un pezzo di pane dicendoti: "Prendi, figlio mio, mangia ancora del pane quest'anno, perché non so chi ne mangerà l'anno prossimo, se il grano continua in questo modo"».
Oh, sì, Signora, ora ricordo: prima non me lo ricordavo! », risponde Maximin. La donna riprende a dire in francese: «Ebbene, figli miei, fatelo conoscere a tutto il mio popolo». Poi inizia a muoversi, attraversa il ruscello Sézia e, senza voltarsi, ripete: « Andiamo, figli miei, fatelo conoscere a tutto il mio popolo ».La « bella Signora » risale il sentiero sinuoso che porta al Collet e si eleva da terra; i pastorelli la raggiungono e si accorgono che guarda prima il cielo e poi la terra. A quel punto, la donna inizia a fondersi nella luce, e quest'ultima, a sua volta, scompare.
« Noi la seguivamo perché ci attraeva con il suo splendore ed anche per la sua grande bontà. I suoi piedi sfioravano l'erba senza piegarla. Mi guardava con grande bontà, aggiunse. Avrei voluto lanciarmi tra le sue braccia. A partire da quel giorno, la fontana secca non ha più cessato di far sgorgare l'acqua, mostrandosi miracolosa. »

La Santissima Vergine, continuò Melanie, piangeva per tutto il tempo mentre parlava. Le sue lacrime scorrevano, una ad una, lentamente, sino alle ginocchia. Poi, come scintille di luce, sparivano (...) Io voleva consolarla affinché smettesse di piangere, ma mi sembrava che avesse la necessità di mostrare le sue lacrime para esprimere meglio il suo amore, che gli esseri umani avevano scordato. Sentivo la voglia di gettarmi tra le sue braccia e dirLe: 'Mia buona Madre, non piangere! Desidero amarLa per conto di tutti gli uomini sulla terra!"
"Era tutta bella e fatta d'Amore. Sembrava che la parola amore uscisse dalle sue labbra purissime. Il suo sguardo era dolce, penetrante. Le vesti, di un azzurro argentato, non avevano nulla di materiale, essendo fatte di una luce incostante e scintillante. La corona di rose che le cingeva la fronte era tanto luminosa che era impossibile immaginare. Come raggi dorati, le rose sembravano riunite formando un grazioso diadema, più splendente del sole. Usava un grembiule giallo... Che dico, giallo? Per niente! Era più splendente di un mucchio di soli riuniti. Non si trattava di un tessuto terreno, ma di un composto di gloria... di una meravigliosa bellezza."
"La Vergine portava al collo due collane, una grande ed una minore. Quest'ultima aveva una croce scintillante. Il crocefisso, dal colore della carne naturale, brillava con grande splendore. Cristo aveva la testa bassa, il corpo prostrato - lo trattenevano solo i chiodi -come se stesse per cadere. Però, a volte, sembrava vivo, con il capo sollevato, gli occhi aperti, come se volesse parlare, dire agli uomini, che era venuto al mondo per noi, per attrarci, per chiamarci a Sé, con il Suo Amore infinito. Oh! Che pena essere così povera nelle mie espressioni per rivelare che cosa è l'Amore del nostro Salvatore per noi!"

venerdì 21 settembre 2012

Messaggio della Regina della Pace a Ivan Dragicevic il 19 settembre 2012 a Villa d'Adige (Rovigo)

Cari figli,
anche oggi in maniera particolare vi voglio invitare di pregare per tutti i governanti, che con il potere che Dio gli ha dato, promuovano la pace, che lavorino per il bene dell’uomo.
Desidero cari figli, che anche loro siano strumenti nelle mie mani. Cari figli, pregate particolarmente per la vita.
Grazie cari figli, perchè anche oggi avete risposto alla mia chiamata.

mercoledì 19 settembre 2012

18 Novembre 2012 Giornata di cielo con Maria

 

Interverranno:
Saverio Gaeta giornalista e scrittore

Mons. Slawomir Oder postulatore della beatificazione di Giovanni Paolo II

Fabio Salvatore scrittore

Gianna Jessen attivista statunitense pro-life

Nek cantante

Chiara M. scrittrice

Chiara Amirante fondatrice della comunità Nuovi Orizzonti

Marija Pavlovic

Padre Pierre Aguila fondatore della Fraternità MissionariaGiovanni Paolo II

Alessandra Cipollone e Mirko Buldrini Nuovi Orizzonti

Conducono l'incontro:
Silvia Piasentini
e Davide Banzato

Animazione:
Giullari dell'Amore Nuovi Orizzonti

Orario:
9,00 - 19,00


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L'APPARIZIONE ED IL MESSAGGIO DI LA SALETTE: LE LACRIME DELLA MAMMA CELESTE...

 

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Carissimi, oggi festeggiamo  l'apparizione approvata di La Salette (Francia), avvenuta il 19 settembre 1846.
Riflettiamo insieme sul messaggio ancora attuale che la Mamma Celeste ci ha voluto donare in quell'occasione.


Una bella Signora appare a Melania e Massimino, due ragazzini di 15 e 11 anni che pascolano le mucche su una montagna a 1800 metri d´altezza.

Si tratta di una donna seduta, con i gomiti sulle ginocchia ed il viso nascosto tra le mani: sta piangendo. La bella Signora porta sul suo petto una croce con sopra un Cristo splendente. Ai lati della traversa orizzontale della croce, sono posti gli strumenti della passione: a destra un paio di tenaglie e a sinistra un mar­tello.
La Signora piange a dirotto...e, mentre le lacrime scendono copiose, prende a parlare con quelle parole che sono giunte fino a noi:

"Venite avanti, bambini miei; non abbiate paura; io sono qui per annunziarvi una grande notizia.

Se il mio popolo non vuole sottomettersi, sono costretta a lasciar cadere il braccio di mio Figlio; esso è così grave e così pe­sante che non posso più sostenerlo!

Da quanto tempo io soffro per voi! Se voglio che mio Figlio non vi abbandoni, io devo pregarlo continuamente, e voi non ci fate caso.  Voi avrete un bel pregare, un bel fare; mai potrete com­pensarmi della pena che mi sono presa per voi!

Vi ho dato sei giorni per lavorare, mi sono riservato il settimo, e non me lo si vuole
concedere...
Coloro che conducono i carri non sanno smettere di bestemmiare il nome di Mio Figlio.
Queste sono le due cose che appe­santiscono tanto il braccio di mio Figlio!

Se il raccolto va a male, è soltanto per colpa vostra. Ve l'ho fat­to vedere l'anno scorso con le patate... voi non ci avete fatto caso. Anzi, quando ne trovavate guaste, voi bestemmiavate il nome di Mio Figlio! Esse continueranno a marcire, e quest'anno a Natale non ve ne saranno più!
Se avete del grano, non bisogna seminarlo, perché tutto quello che seminerete sarà mangiato dagli insetti, e quello che verrà cadrà in polvere quando lo batterete. Sopraggiungerà una grande carestia, ma prima che essa venga, i bimbi al di sotto dei sette anni saranno colti da un tremore e morran­no tra le braccia di coloro che li terranno. I grandi invece faranno peni­tenza per la fame. Le uve marciranno e le noci diventeranno cattive.
".

La conversazione tra la Signora e i veggenti prosegue con l´affidamento di un segreto. Quindi la Mamma Celeste continua con una promessa:

"Se invece si convertiranno, le pietre e le rocce si tramuteranno in mucchi di grano e le patate si troveranno seminate da loro stesse!."

Quindi confidenzialmente e maternamente la Vergine dice ai due piccoli:

"Dite bene le vostre preghiere, bambini miei?"

"non molto, Signora..." rispondono.

"Ah! Bambini miei, - riprende la Madonna - bisogna farle bene, sera e mattina. Quando non avrete tempo, dite almeno un Pater e un 'Ave Maria; e, quando lo potete, ditene di più.
A messa non vanno che alcune donne già anziane. Gli altri la­vorano di domenica tutta l'estate e, l'inverno, quando non sanno che fare, non vanno alla messa che per burlarsi della religione. In Quaresima vanno in macelleria come dei cani!
Non avete mai veduto del grano guasto, bambini miei?"

"no, Signora!" rispondono.

Ora la Signora si rivolge a Massimino:

"Ma tu, bimbo mio,  tu ne devi aver ben visto una volta, vicino a Coin, con tuo padre. Il padrone del podere disse a tuo padre: "Ve­nite a vedere il mio grano guasto". Voi ci siete andati tutti e due. Prendeste due o tre spighe di grano nelle vostre mani, le avete stro­finate, e tutto andò in polvere. In seguito voi siete ritornati. Quan­do non eravate più che una mezz' 'ora distanti da Corps, tuo padre ti diede un pezzo di pane, dicendoti: "Prendi, bambino mio, man­gia ancora del pane quest'anno; non so chi ne mangerà l'anno ven­turo, se il grano continua ancora a guastarsi in questo modo".."

"Oh sì, Signora, ora ricordo. Prima non me lo ricordavo più..."

Il colloquio con la Vergine ha termine con un accorato appello:

"Ebbene, bambini miei, voi lo farete sapere a tutto il mio po­polo..."

La Signora passa davanti ai pastorelli, attraversa il pic­colo ruscello, posando i piedi su una pietra che emerge a metà  e, giunta a due o tre metri dall'altro lato, ripete senza voltarsi né fermarsi:  "Su, bambini miei, fate dunque sapere ciò a tutto il mio popolo!"

Detto ciò si eleva da terra e, lentamente si solleva:  è raggiunta dagli sguardi attoniti di Massimino e Melania che vedono la Sua figura dileguarsi e confondersi con la luce di cui è avvolta, quindi scompare anche la luce.

Facciamo attenzione al "costume" con cui Maria si presenta, al luogo geografico da Lei scelto, alla condizione so­ciale dei veggenti, al momento storico dell' apparizione. Tutto ha la sua importanza per comprendere il vero signi­ficato del messaggio di Maria. A La Salette Maria è addolorata per i nostri peccati, fa vedere le sue lacrime e mostra i segni della passione di Gesù Cristo. Esorta a evitare i peccati di omissione e com­missione (santificare la domenica, seguire le norme della Quaresima e non bestemmiare), bene espressi dalle tenaglie e dal martello, strumenti materiali della crocifissione di Gesù. Fa vedere Gesù sulla cro­ce per strapparci il pentimento sincero dei nostri peccati, vera causa della morte di suo Figlio.

La Madre Celeste ci fa notare come il comportamento spirituale delle anime è strettamente legato ai flagelli della natura: carestie e malattie mortali sono le conseguenze dei nostri peccati, mentre la provvidenza di Dio ci aiuta se viviamo santamente:
"Se invece si convertiranno, le pietre e le rocce si tramuteranno in mucchi di grano e le patate si troveranno seminate da loro stesse!" "Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta" Mt 6,33.  Guardiamoci intorno e vedremo anche oggigiorno gli stessi avvertimenti. Come porre rimedio? La fede e la storia ci dicono che la Vergine Maria ci ha sem­pre avvisati e soccorsi, non ci ha abbandonati mai. Ha uno stile dav­vero materno, che le apparizioni degli ultimi secoli ci hanno ancora una volta dimostrato. Maria è sempre madre di Dio e madre nostra,  avvocata, aiuto dei cristiani e ri­fugio dei peccatori. Ascoltiamola e viviamo ciò che ci chiede: Rosario, Digiuno, Eucarestia, lettura della Bibbia, Confessione.

PREGHIERA:

Ricordati o Nostra Signora di La Salette, delle lacrime che hai versato per noi sul Calvario. Ricordati anche della continua sollecitudine che hai per noi, tuo popolo, affinché nel nome di Cristo Gesù ci lasciamo riconciliare con Dio.
Confortati dalla tua tenerezza, o Madre, noi Ti supplichiamo, malgrado le nostre infedeltà e ingratitudini.
Accogli le nostre preghiere, o Vergine Riconciliatrice, e converti i nostri cuori al tuo Figlio. Ottienici la grazia di amare Gesù sopra ogni cosa e di consolare anche Te con una vita dedicata alla gloria di Dio e all'amore dei nostri fratelli.   AMEN

 

Fonte: IdM

martedì 18 settembre 2012

MESSAGGIO DELLA REGINA DELLA PACE A IVAN, 16 SETTEMBRE 2012 (ore 18,40); incontro di preghiera a Rivoli (Torino).

Ivan: "È difficile trovare parole per descrivere la Bellezza e l’Amore della Madonna.

È venuta a noi questa sera particolarmente gioiosa e felice.

È venuta in mezzo a noi con tre Angeli.

Ci saluta tutti col suo saluto materno:

«Sia lodato Gesù, cari figli miei».

Poi la Madonna stende le sue mani, e poi prega nella sua lingua aramaica sopra tutti noi, con le mani distese, per un tempo prolungato.

In maniera particolare prega sopra voi malati qui presenti.

Poi, in maniera individuale, prega sopra voi sacerdoti qui presenti all’incontro.

Poi benedice tutti noi con la sua benedizione materna.

Benedice anche tutti gli oggetti sacri portati qui per la benedizione.

Poi la Madonna un tempo dedica e prega per la Pace nel mondo.

E poi dice anche a noi:

«Cari figli, anche questa sera vi voglio aiutare.

Pregate per la Pace.

Pregate insieme a Me per la Pace nel mondo.

Pace, cari figli! Soltanto Pace!

Io prego insieme con voi per la Pace nel mondo.

Per questo vi dico: perseverate cari figli nella preghiera!

Grazie, cari figli, perché anche oggi avete risposto alla mia chiamata».

In maniera particolare ho raccomandato tutti voi, le vostre necessità, le vostre famiglie.

In maniera particolare ho raccomandato tutti voi malati e i sacerdoti presenti.

Poi segue una conversazione privata un pochino prolungata tra me (Ivan) e la Madonna.

Dopo questa conversazione privata la Madonna se ne va nella preghiera.

Se ne va nel segno della Luce e della Croce, col saluto:

«Andate in Pace, cari figli miei!»

Io vorrei ancora una volta evidenziare che la Madonna un tempo abbastanza lungo ha pregato per la Pace nel mondo;

e invita anche tutti noi con parole molto semplici a pregare insieme a Lei per la Pace nel mondo.

Io spero che risponderemo alla chiamata della Madonna e che accoglieremo i suoi Messaggi, affinché saremo suoi collaboratori nella costruzione di un nuovo e migliore mondo".

… "Che anche questo nostro incontro sia l’inizio del nostro rinnovamento spirituale. Stasera quando tornerete nelle vostre case continuate con questo rinnovamento nelle vostre famiglie, specialmente con i vostri figli, perché questo tempo è veramente un tempo di grande responsabilità. Con la responsabilità impegniamoci per tenerci uniti alla Mamma celeste. Siamo anche noi oggi un segno vivo: segno della Fede viva!"

lunedì 17 settembre 2012

San Francesco d'Assisi: Impressione delle Stimmate

 

 

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Il Martirologio Romano al 17 settembre rievoca: “Sul monte della Verna, in Toscana, la commemorazione dell'Impressione delle sacre Stimmate, che, per meravigliosa grazia di Dio, furono impresse nelle mani, nei piedi e nel costato di san Francesco, Fondatore dell'Ordine dei Minori”.
E' un evento straordinario, sino ad allora mai verificatosi, che si compì sul monte della Verna, alla fine dell'estate della prima metà del ‘200.
Nel Martirologio ci sono poche parole, ma i primi biografi del Santo forniscono maggiori dettagli, specialmente S. Bonaventura da Bagnoregio che nella sua “Legenda Major”non manca di riferirne con dovizia anche i particolari.

Francesco, due anni prima di morire (1224), voleva trascorrere nel silenzio e nella solitudine quaranta giorni di digiuno in onore dell'arcangelo S. Michele. Era sua abitudine ritirarsi, come Gesù, in luoghi solitari e romitori per attendere alla meditazione ed all’unione intima con il Signore nella preghiera. Sapeva che ogni apostolato era sterile se non era sostenuto da una crescita spirituale della propria vita interiore.

La Verna era uno di dei luoghi che lo ospitavano e certamente il suo preferito. Già all’epoca di Francesco era un monte selvaggio che s’innalza verso il cielo nella valle del Casentino. La sommità del monte è tagliata per buona parte da una roccia a strapiombo. La leggenda vuole che la fenditura profonda visibile, con enormi blocchi sospesi, si sia generata a seguito del terremoto che succedette alla morte di Gesù sul Golgota.
Il conte Orlando da Chiusi di Casentino, proprietario della zona, nutrendo una grande venerazione per Francesco, volle donargliela. Qui i frati del Poverello costruirono una piccola capanna.


In quello luogo Francesco stava meditando sulla Passione di Gesù quando avvenne l’evento prodigioso. Pregava così: “

O Signore mio Gesù Cristo, due grazie ti priego che tu mi faccia, innanzi che io muoia: la prima, che in vita mia io senta nell’anima e nel corpo mio, quanto è possibile, quel dolore che tu, dolce Gesù, sostenesti nella ora della tua acerbissima passione, la seconda si è ch' io senta nel cuore mio, quanto è possibile, quello eccessivo amore del quale tu, Figliuolo di Dio, eri acceso a sostenere volentieri tanta passione per noi peccatori”.
La sua preghiera fu ascoltata: ricevette sul proprio corpo i segni visibili della Passione di Cristo.

I pastori e gli abitanti dei dintorni riferirono ai frati di aver visto per circa un’ora il monte della Verna incendiato di un vivo fulgore, tanto che temettero si trattasse di un incendio o che si fosse levato il sole prima del solito.


Scriveva S. Bonaventura da Bagnoregio: “

Un mattino, all'appressarsi della festa dell'Esaltazione della santa Croce, mentre pregava sul fianco del monte, vide la figura come di un serafino, con sei ali tanto luminose quanto infocate, discendere dalla sublimità dei cieli: esso, con rapidissimo volo, tenendosi librato nell'aria, giunse vicino all'uomo di Dio, e allora apparve tra le sue ali l'effige di un uomo crocifisso, che aveva mani e piedi stesi e confitti sulla croce. Due ali si alzavano sopra il suo capo, due si stendevano a volare e due velavano tutto il corpo. A quella vista si stupì fortemente, mentre gioia e tristezza gli inondavano il cuore. Provava letizia per l'atteggiamento gentile, con il quale si vedeva guardato da Cristo, sotto la figura del serafino. Ma il vederlo confitto in croce gli trapassava l'anima con la spada dolorosa della compassione. Fissava, pieno di stupore, quella visione così misteriosa, conscio che l'infermità della passione non poteva assolutamente coesistere con la natura spirituale e immortale del serafino. Ma da qui comprese, finalmente, per divina rivelazione, lo scopo per cui la divina provvidenza aveva mostrato al suo sguardo quella visione, cioè quello di fargli conoscere anticipatamente che lui, l’amico di Cristo, stava per essere trasformato tutto nel ritratto visibile di Cristo Gesù crocifisso, non mediante il martirio della carne, ma mediante l'incendio dello spirito” (Leg. Maj., I, 13, 3).


Gesù stesso, nella sua apparizione, chiarì a Francesco il senso di tale prodigio: “

Sai tu … quello ch' io t’ho fatto? Io t’ho donato le Stimmate che sono i segnali della mia passione, acciò che tu sia il mio gonfaloniere. E siccome io il dì della morte mia discesi al limbo, e tutte l’anime ch' io vi trovai ne trassi in virtù di queste mie Istimate; e così a te concedo ch' ogni anno, il dì della morte tua, tu vadi al purgatorio, e tutte l’anime de’ tuoi tre Ordini, cioè Minori, Suore e Continenti, ed eziandio degli altri i quali saranno istati a te molto divoti, i quali tu vi troverai, tu ne tragga in virtù delle tue Istimate e menile alla gloria di paradiso, acciò che tu sia a me conforme nella morte, come tu se’ nella vita” (“Delle Sacre Sante Istimate di Santo Francesco e delle loro considerazioni”, III considerazione).

Continuava S. Bonaventura che, scomparendo, la visione lasciò nel cuore del Santo “un ardore mirabile e segni altrettanto meravigliosi lasciò impressi nella sua carne. Subito, infatti, nelle sue mani e nei suoi piedi, incominciarono ad apparire segni di chiodi, come quelli che poco prima aveva osservato nell'immagine dell'uomo crocifisso. Le mani e i piedi, proprio al centro, si vedevano confitte ai chiodi; le capocchie dei chiodi sporgevano nella parte interna delle mani e nella parte superiore dei piedi, mentre le punte sporgevano dalla parte opposta. Le capocchie nelle mani e nei piedi erano rotonde e nere; le punte, invece, erano allungate, piegate all'indietro e come ribattute, ed uscivano dalla carne stessa, sporgendo sul resto della carne. Il fianco destro era come trapassato da una lancia e coperto da una cicatrice rossa, che spesso emanava sacro sangue, imbevendo la tonaca e le mutande” (Leg. Maj., I, 13, 3).


Tommaso da Celano, primo biografo del Santo, nella sua “Vita Prima di S. Francesco d’Assisi”, sosteneva che “

era meraviglioso scorgere al centro delle mani e dei piedi (del Poverello d’Assisi), non i fori dei chiodi, ma i chiodi medesimi formati di carne dal color del ferro e il costato imporporato dal sangue. E quelle stimmate di martirio non incutevano timore a nessuno, bensì conferivano decoro e ornamento, come pietruzze nere in un pavimento candido” (II, 113).


Nonostante tutti i racconti, la bolla di canonizzazione di S. Francesco del 19 luglio 1228 “Mira circa nos”, ad appena due anni dopo la morte del Santo, non ne fa alcun cenno.

Gregorio IX, prima di procedere alla canonizzazione di Francesco, sembra che nutrisse dei dubbi riguardo a quel fatto prodigioso.

 

S. Bonaventura, nel capitolo della sua “Legenda Major” dedicato alla “Potenza miracolosa della Stimmate” del Poverello, scriveva che “Papa Gregorio IX, di felice memoria, al quale il Santo aveva profetizzato l’elezione alla cattedra di Pietro, nutriva in cuore, prima di canonizzare l’alfiere della croce (cioè S. Francesco), dei dubbi sulla ferita del costato. Ebbene, una notte, come lo stesso glorioso presule raccontava tra le lacrime, gli apparve in sogno il beato Francesco che, con volto piuttosto severo, lo rimproverò per quelle esitazioni e, alzando bene il braccio destro, scoprì la ferita e gli chiese una fiala, per raccogliere il sangue zampillante che fluiva dal costato. Il sommo Pontefice, in visione, porse la fiala richiesta e la vide riempirsi fino all'orlo di sangue vivo. Da allora egli si infiammò di grandissima devozione e ferventissimo zelo per quel sacro miracolo, al punto da non riuscire a sopportare che qualcuno osasse, nella sua superbia e presunzione, misconoscere la realtà dei quei segni fulgentissimi, senza rimproverarlo duramente” (Leg. Maj., II, 1, 2).


La Chiesa, dopo maturo giudizio, con nove bolle pontificie (di Gregorio IX, di Alessandro IV e di Niccolò III), tra il 1237 ed il 1291, difese la realtà delle stigmate di Francesco.
S. Francesco di Sales, nel suo “Trattato dell'amor di Dio” del 1616, metteva in relazione le stigmate del Santo d'Assisi con l'amore di compassione verso il Cristo crocifisso, affermando che quest’ultimo trasformò l’anima del Poverello in un “secondo crocifisso”.

S. Giovanni della Croce aggiungeva che le stigmate sono la manifestazione, la conseguenza della ferita d'amore e che per renderle visibili occorresse un intervento soprannaturale.
La Chiesa riconobbe la straordinarietà del fenomeno verificatosi nel 1224, quale segno privilegiato concesso da Cristo al suo umile servo di Assisi, anche da un punto di vista liturgico, inserendo la ricorrenza nel calendario.

Papa Benedetto XI Boccasini da Treviso concesse all’Ordine Francescano ed all’intero Orbe cattolico di celebrarne annualmente il ricordo il 17 settembre.


liberamente tratto da: www.santiebeati.it (Autore: Francesco Patruno)

Fonte: IdM

domenica 16 settembre 2012

Video Medjugorje : Preghiera di Guarigione del 15 settembre 2012


Medjugorje : Preghiera di Guarigione dell'anima e del corpo del 15 settembre 2012

 
Fonte: Radio Maria Facebook

sabato 15 settembre 2012

Commento di Padre Livio al Messaggio del 2 settembre 2012

“Cari figli, mentre i miei occhi vi guardano, la mia anima cerca anime con le quali vuole essere una cosa sola, anime che abbiano compreso l’importanza della preghiera per quei miei figli che non hanno conosciuto l’Amore del Padre Celeste. Vi chiamo perché ho bisogno di voi. Accettate la missione e non temete: vi renderò forti. Vi riempirò delle mie grazie. Col mio amore vi proteggerò dallo spirito del male. Sarò con voi. Con la mia presenza vi consolerò nei momenti difficili. Vi ringrazio per i cuori aperti. Pregate per i sacerdoti. Pregate perché l’unione tra mio Figlio e loro sia più forte possibile, affinché siano una cosa sola. Vi ringrazio”.


Commento di Padre Livio al messaggio del 2 settembre 2012

 

Come vedete, questo messaggio della Regina della Pace, ha un taglio chiaramente missionario. La Madonna, come sapete, ha ripetuto a Medjugorje quello che aveva già detto a Fatima e cioè che oggi molte anime vanno all’Inferno. In un successivo messaggio la Madonna aveva specificato che la maggior parte delle anime vanno in Purgatorio, che un numero abbastanza grande va all’Inferno e che solo un numero ristretto va direttamente in Paradiso.

Questa realtà angoscia anche noi, perché nessuno va in Paradiso facilmente, il Paradiso va conquistato, ma angoscia soprattutto la Madonna che aveva detto: “voglio salvare tutte le anime e presentarle a Dio, voglio che siate tutti con Me in Paradiso”. La Madonna dai primi tempi sino ad oggi non ha fatto altro che aprire il nostro sguardo oltre i limiti del tempo o della vita terrena, mostrandoci la meta del pellegrinaggio che stiamo compiendo sulla terra, che è il Cielo.

È il Cielo la meta a cui dovete tendere”, lo ha detto più volte la Madonna, “la vita è un cammino verso l’Eternità”.

La Madonna ha anche detto: “Soffro molto per i non credenti”, quelli dei Suoi figli che non hanno conosciuto l’Amore del Padre Celeste, “anch’essi sono miei figli” e ha anche detto: “non sanno quale giudizio tremendo li attende”, “coloro che hanno rifiutato nella vita Dio fino all’ultimo istante saranno condannati alla morte eterna”, cioè rimarranno senza Dio tutta l’eternità.

Quindi questa è, cari amici, la verità, questo è il Vangelo che la Madonna ci ha riproposto nella sua verità profonda, ci ha riproposto in perfetta armonia con l‘insegnamento della Chiesa e la Madonna ha ripetuto questa Sua angoscia di salvare le anime perché possono perire.

Nelle apparizioni ai veggenti, la Madonna ha mostrato il Paradiso, l’Inferno e il Purgatorio. Due di loro (Vicka e Jakov) sono stati portati fisicamente a vedere il Paradiso, l’Inferno e il Purgatorio.

Mirjana in una visione, dopo aver visto il Paradiso e poi il Purgatorio, ha chiesto alla Madonna di non vedere l’Inferno, dicendo: “perché Dio è così duro di cuore da mandare all’Inferno?”. La Madonna ha risposto:“Dio non manda all’Inferno, siete voi che volete andarci”, e com’è che vogliamo andare all’Inferno? Eliminando Dio dalla nostra vita, dando lo sfratto a Dio e quindi indicando noi stessi come Dio, in realtà servendo satana, il ribelle. Entrando a far parte delle sue schiere, condanniamo noi stessi all’Inferno!

La Madonna, anche nei recenti messaggi a Mirjana, ha parlato dell’esilio eterno e riferendosi all’Inferno ci ha ammonito: “state attenti a non chiudervi da voi stessi la porta del Paradiso”.

La Madonna ha ripetuto questo, perché si parla poco di questa possibilità, di questa tremenda realtà che è l’Inferno. Lobbies consistenti, anche nella Chiesa Cattolica, formate da teologi e da studiosi, da predicatori e da confessori, nefaste e pericolosissime dicono: “l’Inferno non c’è, o se c’è è vuoto”. Queste lobbies tremende demoliscono il Cristianesimo, perché se l’Inferno non c’è, cos’è venuto a fare Gesù Cristo sulla terra? Ditemelo voi! Se l’Inferno non c’è, cosa ci sta a fare la Chiesa? Se l’Inferno non c’è, perché dobbiamo darci da fare per fare il bene e per mortificare noi stessi e portare la croce?

Quelli che sono responsabili di questo, che sono stati catturati da quest’inganno satanico e lo diffondono, sono i nemici delle anime perché disarmano le anime dal combattimento spirituale! La Madonna invece ha detto: “verso lacrime di sangue per ogni mio figlio che si perde nel peccato” e nei messaggi ha più volte chiesto a Dio più tempo per salvare le anime.

Oggi lo fa con un messaggio particolarmente forte e cioè la Madonna, come Gesù nella parabola del vignaiolo, va sulla piazza e cerca gli operai per la vigna del Signore; vuole dei cooperatori, gente che cooperi con Lei al servizio di Cristo per la grande opera della Creazione, della Redenzione che consiste nel portare le anime nella gloria di Dio.

La Madonna ha bisogno di chi La aiuti in questo e perciò cerca, cerca come uno che ha una ditta e va a cercare il personale per mandarla avanti. Così la Madonna “cerca anime con le quali vuole essere una cosa sola”.

Lei che è la cooperatrice per eccellenza dell’opera della Creazione e della Redenzione operata da Cristo, Lei cerca gente che l’aiuti, cerca anime che l’aiutino, anime che siano unite alla Sua anima e che quindi abbiano la Sua Fede, il Suo Amore per Gesù, il Suo zelo per le anime.

Poi la Madonna le rende all’unisono con Lei, vuole che i cuori siano aperti, che ci sia la disponibilità, poi Lei ci addestra, ci forma, ci plasma, ci riveste di Se Stessa. Cerca “anime che abbiano compreso l’importanza della preghiera per quei miei figli che non hanno conosciuto l’Amore del Padre Celeste”.

Quindi cerca anime che cooperino con Lei, che siano all’unisono con Lei prima di tutto con il più grande mezzo per salvarle che è la preghiera. E difatti la Madonna ha detto a Fatima che molte anime si perdono perché ci sono pochi che pregano e si sacrificano per loro.

La Madonna cerca anime che preghino con Lei, per salvare le anime di quelli che non conoscono l’Amore di Dio e rischiano la morte eterna, che offrano sacrifici e che si sacrifichino insieme a Lei per questo, e che diano testimonianza con la vita prima ancora che con la parola.

Quindi la Madonna cerca operai per la vigna, per la grande opera, per la Creazione e la Redenzione, cerca anime: ”Vi chiamo perché ho bisogno di voi”, cioè “aiutatemi ad aiutarvi!” Ci invita ad accettare la missione a non aver paura: “Accettate la missione e non temete”. Quindi siamo invitati a fare un gesto di generosità e dire alla Madonna, come in un bel messaggio di qualche anno “Gesù e Maria, voglio aiutarvi a salvare le anime”.

E qual è la ricompensa? La Madonna dice a quelli che accettano questo invito, che si presentano per dire “ad sum - sono pronto”, per dire sì sì: “vi renderò forti”. Quindi non temiamo la nostra debolezza, la nostra fragilità, la nostra incapacità, Lei ci riveste della Sua fortezza: “Con la mia presenza vi consolerò nei momenti difficili”.

Quindi, cari amici, sappiamo benissimo quali sono le durezze di cuore degli uomini, specialmente quelli che sono prigionieri del male. Sappiamo benissimo come il mondo ci contrasta, ci combatte; molte volte pure all’interno della Chiesa siamo combattuti, contrastati. Pensiamo alla grande vittima del nostro tempo che fu Padre Pio.

Però la Madonna ci ha detto: “vi consolerò nei momenti difficili”, credetemi, la consolazione della Madonna vale più di quella di tutti gli uomini messi insieme.

Ha detto: “vi renderò forti. Vi riempirò delle mie grazie”, tutte le Grazie per cooperare con Lei.

“Col Mio Amore vi proteggerò dallo spirito del male”, è ovvio che satana si scatena contro coloro che vogliono strappare a lui le anime che considera aver messo al sicuro, che considera già suo bottino. “Col Mio Amore vi proteggerò dallo spirito del male. Sarò con voi”, la Madonna non ci abbandonerà mai! Non saremo mai soli.

Con la Sua presenza Lei si farà sentire nei nostri cuori, ci farà sentire il Suo amore, “vi consolerò nei momenti difficili”.

Poi dice: “Vi ringrazio per i cuori aperti”, ringrazia tutti coloro che accolgono questo messaggio con cuore aperto. Quindi, come vedete, c’è una chiamata alla missione: “Accettate la missione e non temete!”

Io mi auguro che tutti accettino questa missione (d’altra parte Radio Maria è già questa missione, è una parte di questa missione. Questa Radio è nata dal Cuore della Madonna, perché noi vogliamo aiutarLa a salvare le anime). La Madonna non vuol perdere neanche un’anima, per cui da tutti noi ci deve essere questa risposta per dire alla Madonna: “metto a disposizione la mia preghiera, i miei sacrifici, la mia vita, la mia testimonianza, tutto me stesso per aiutarTi a salvare le anime”, incominciando magari dalle anime che conosciamo, che sono lì intorno a noi, che sono nelle nostre famiglie, le persone che sono sul lavoro.

Pensate quante persone lontane da Dio incontriamo ogni giorno. Andiamo al supermercato, quanta gente. Preghiamo per loro, per quelli che troviamo sulla metropolitana, sul bus, sulle macchine che incrociamo sulla strada. Che sia una preghiera continua con Maria perché dal Cuore di Cristo scendono le Grazie della conversione. Miracolo di Grazia che va ottenuto, va supplicato, va conquistato dal Cuore di Cristo, perché questa è la regola che Dio ha messo e cioè: Colui che ha creato noi senza di noi, non può salvare noi senza di noi. “Vi ringrazio”.

C’è nella parte finale, ancora una volta, la preghiera per i sacerdoti, come d’altra parte c’era stata qualche giorno fa nel messaggio dato a Ivan, la preghiera specialmente per il Santo Padre, per tutti i Vescovi e per tutti i Sacerdoti. La Madonna è da almeno due anni che invita a non criticare i sacerdoti, a non giudicare i Pastori, invita a pregare per loro e a pregare perché siano sempre più uniti a Suo Figlio.

Il veggente Ivan ha detto che il tempo dei dieci segreti sarà una grande prova di Fede specialmente per la Chiesa.

 

Fonte: “Trascrizione dall’originale audio ricavata dal sito:www.medjugorjeliguria.it

Festa della Madonna Addolorata

 

"Voi tutte che passate per la strada guardate e vedete

e dite se vi è dolore simile al mio…

Dio mi ha posta e come stabilita nella desolazione"

(Ger. Lamentazioni, I, 12-13).

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Fonte: IdM

mercoledì 12 settembre 2012

Il Santo Nome di Maria

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O tu che nelle vicissitudini della vita, più che camminare

sulla solida terra hai l’impressione di essere sballottato fra

tempeste e uragani, se non vuoi finire travolto dall’ infuria-

re dei flutti, non distogliere lo sguardo dal chiarore di que-

sta stella!  Se insorgono i venti delle tentazioni, se t ‘imbatti 

negli scogli delle tribolazioni GUARDA LA STELLA, INVOCA 

MARIA. Se vieni assalito delle onde della superbia, dell’ambi-

zione, della calunnia, dell’invidia, della gelosia:  GUARDA LA

STELLA,  INVOCA  A  MARIA.  Se l’ ira, l’avarizia o le  lusinghe

della carne scuotono la navicella della tua anima:   GUARDA

LA STELLA, INVOCA  A  MARIA.  Se  turbano l’enormità  dei

tuoi  peccati,  confuso per  le  brutture  della   tua  coscienza,

atterrito dal  rigore del giudizio stai per venire risucchiato dal

baratro della tristezza e dall’abisso della disperazione  GUARDA

LA STELLA, INVOCA  A  MARIA. Nei pericoli, nelle difficoltà

e nei momenti di incertezza, GUARDA LA STELLA, INVOCA

A  MARIA.  Abbi  il  Suo nome  sempre  sulle   labbra,  abbiLa

sempre  nel  cuore  e  se  vuoi   ottenere   l’ aiuto   della    Sua 

preghiera, non tralasciare  di imitarne  gli  esempi. 

Seguendo  Lei  non  andrai  fuori   strada,   pregandola  non

dispererai, pensando a lei non sbaglierai.

Se  ella  ti sostiene  non cadrai,   se  ella  ti   protegge    non

avrai  nulla  da  temere,  se ella ti guida non ti affaticherai,

e  ti  sarà  favorevole  giungerai  alla   mèta  e  così   potrai

sperimentare tu stesso quanto giustamente sia stato detto:

“E IL NOME DELLA VERGINE ERA MARIA”.

San Bernardo, Omelia in lode alla Vergine Maria