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Richiesta di preghiere

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Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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martedì 12 aprile 2016

Omelia della santa Messa serale Medjugorje, 11 aprile 2016

Dal Vangelo secondo Giovanni
Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie.
Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».
Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
Parola del Signore

Fratelli e sorelle, a noi tutti, e soprattutto a noi adulti, alcune cose non vanno. Per esempio sul lavoro oppure abbiamo problemi in famiglia o nel matrimonio o all’università o con la nuora o la suocera. Cerchiamo di fare il possibile, ma non va. Sentiamo che le nostre preghiere perdono il valore. Quel fuoco pasquale che abbiamo sperimentato pian piano si trasforma in cenere.
Se ieri siamo venuti alla santa Messa ci possiamo ricordare il Vangelo, quando gli apostoli hanno pescato tanti pesci sul lago di Tiberiade. Desidero sottolineare una frase di quel Vangelo, cioè “tutta la notte non hanno pescato nulla”. Quando ci sembra che abbiamo lavorato invano, quando ci sembra di aver perso la battaglia, Gesù appare se abbiamo la fede forte come i discepoli sul lago di Tiberiade.
Essi non sapevano dove era Gesù. Egli camminava sulle acque; era su una riva e poi sull’altra. Gesù appariva in vari luoghi.
Egli è vivo per coloro che si trovano in comunità. La comunità è il miracolo di Dio: “Dove due o tre si riuniscono nel Mio Nome Io sono con loro”.
Quando non abbiamo rapporti buoni sul lavoro, nella famiglia, con le persone è molto importante non rinunciare alla posizione in cui ci troviamo.
Abbiamo notato che Gesù non è apparso solamente ai pescatori che non hanno pescato nulla nella notte, ma ha preparato loro anche il fuoco.
Nel Vangelo di oggi ci troviamo ancora sul lago di Tiberiade. Dopo che Gesù ha dato da mangiare a 5000 persone la gente lo cerca ancora. Lo hanno cercato e quando Lo hanno trovato Gesù rimprovera questa folla e dice: “In verità, in verità Io vi dico: voi Mi cercate non perchè avete visto dei segni, ma perche avete mangiato di quei pani e vi siete saziati”. E continua: “Datevi da fare!” Quindi bisogna darsi da fare. “Ma non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna”.
Dal Vangelo di oggi si vede che noi siamo troppo figli di questa terra. Cerchiamo ciò che passa e non vediamo ciò che non passa. Gesù ci ha anche detto che siamo gente di poca fede. In un altro posto ha detto che gli altri vivono nel peccato. E noi? Siamo veri fedeli? Guardiamo come siamo, perchè soltanto la verità ci farà liberi.
La santa Confessione è il Sacramento della Divina Misericordia, il Sacramento di cui tutti abbiamo bisogno. Noi che partecipiamo alla santa Messa, qui in chiesa o via radio, siamo invitati a convertirci. Se non ci convertiamo non saremo salvati.
San Tommaso d’Aquino ha scritto: “Non riesco a comprendere come possa dormire tranquillo colui che ha sulla coscienza un peccato mortale”. E’ mortale e questa persona non si salverà. Questa non è una minaccia. Cerchiamo soltanto di presentare il Magistero della Chiesa.
Sant’Agostino ha detto: “Noi ripetiamo sempre piccoli peccati, non gravi. Non ci preoccupiamo di essi. I peccati piccoli ci portano alla morte”. Se non ci svuotiamo di questi piccoli peccati la barca della nostra vita affonderà.
Dove non c’è la decisione forte… Dove non c’è il pentimento…
La santa Confessione non può essere una formalità. Il sacerdote che confessa deve sentire nel confessionale il desiderio del pentimento.
Gesù ha detto ai sacerdoti: “A chi rimetterete i peccati saranno rimessi, ma a coloro ai quali non li rimetterete non saranno rimessi”. A coloro che non hanno la ferma decisione di cambiare la propria vita i peccati rimarranno. La Confessione non è una formalità. Non si tratta del sacerdote.
Gesù ha espiato tutti i nostri peccati sulla croce. Non esiste nessun peccato che Dio non può perdonare. Solo uno: il peccato contro lo Spirito Santo, cioè se non crediamo che Dio può perdonare.
La nostra Confessione deve essere valida. La Confessione non termina nel Confessionale, ma lì inizia. Lì inizia la nostra conversione. Anche noi sacerdoti ci confessiamo. Risorgiamo sempre per una vita nuova. Io mi confesso spesso qui a Medjugorje.
Gesù spesso mira alla fede dei singoli. Conosciamo le Sue parole quando ha detto: “La tua fede ti ha salvato”. Tutto è possibile a colui che crede.
In che cosa consiste la vera fede? Il Concilio Vaticano II ha definito così la fede: L’uomo dona tutto se stesso a Dio, mettendo a Sua disposizione la mente e la volontà, dando il proprio “sì” alla Sua rivelazione, senza trattenere nulla.
Alla verità che libera si arriva mettendo la propria mente e la propria volontà a disposizione di Dio, accettando la Sua rivelazione. La verità che libera viene vista solamente da colui che crede in questo modo.
Ricordiamo un altro episodio del Vangelo, quando Gesù ha ridonato la vista al cieco nato. Il cieco ha visto una cosa sola: Chi passava affianco a lui. Egli credeva. Ha visto con gli occhi della sua fede Colui in cui poteva credere, prima di vederLo con i propri occhi fisici. Possiamo dire che ha recuperato la vista in un modo doppio: con gli occhi fisici e con quelli spirituali.
Un altro esempio: san Paolo ha recuperato la vista dopo essere caduto da cavallo, dopo averla vista per un certo tempo. Prima vedeva, ma in un modo sbagliato. Non vedeva nei discepoli di Gesù coloro che promuovevano la fede vera. Egli li perseguitava. Ma quando è diventato cieco è stato illuminato dalla grazia di Dio. Allora ha capito che i discepoli sono veri credenti di Gesù Cristo e non pagani.
Se san Paolo non fosse diventato cieco avrebbe perseguitato Gesù e i Suoi discepoli per tutta la sua vita. Questa era la cecità più grave per san Paolo e Dio glielo ha fatto capire in un modo concreto. Paolo l’ha capito, ma per comprenderlo è dovuto diventare cieco e toccare la terra con la faccia.
Chi crede in Dio e paga con la propria vita non sarà deluso. Non può rimanere deluso chi crede. Nel libro del Siracide sentiamo: “Lotta per la verità fino alla morte e il Signore lotterà per te”. Questa è Parola di Dio.
La verità non è merce con cui si può fare commercio. Lo ha detto Giovanni Paolo II quando ha visitato la Croazia: “La verità è l’arma più potente di coloro che non hanno il potere”. La bugia è negare la verità in modo cosciente. La bugia la si può dire o vivere. E’ sempre brutta. E’ sempre contro Dio, perchè Dio è la Verità. E anche contro Gesù Cristo, perchè Gesù è il “Sì” di Dio al mondo intero, alla verità che ci farà liberi.
La cosa peggiore è quando tutto diventa verità. La bugia non è soltanto la risposta sbagliata ad una domanda, ma anche il silenzio quando bisogna rispondere, perchè sappiamo che spesso si tace per paura.
Santo Stefano diacono, il primo martire, non ha mostrato paura e sappiamo che fine ha fatto. Siccome era fedele a Dio nella verità Dio è stato fedele a lui fino alla fine.
L’uomo non ha paura soltanto di coloro che possono togliergli la vita, ma ci sono persone che hanno paura di incontrare la verità di se stessi. Quando alcune persone incontrano la propria verità hanno addirittura paura di commettere il suicidio. Gesù è il “sì” di Dio per tutti e quindi per ogni singola persona. Ogni discepolo di Gesù deve tenerne conto.
Come la vera fede è piena dell’amore verso Dio e verso il prossimo così neppure la verità può essere trasmessa senza amore. Alcune persone accetterebbero la verità su se stessi, ma rinunciano ad accettarla se non è pronunciata con amore. Una verità detta senza amore non è una virtù. La virtù più grande è sempre l’amore.
Fare richiamo alla verità non significa togliere la vita, la dignità e la libertà ad una persona. La verità deve essere sempre tale da costruire e non da uccidere. La verità porta la pace nella vita del fratello e della sorella. La verità dona la fiducia e non la confusione.
Grazie a tutti coloro che con la loro vita e con le loro parole ci hanno aperto gli occhi della fede.
Grazie Regina della Pace, perchè sei Sorgente continua della nostra ispirazione, Compagna della nostra vita.
Grazie a santo Stefano, il primo martire, perchè pieno di Spirito Santo ha parlato solo di Te o Dio, fino alla morte. Ha mostrato di essere figlio di Abramo, Padre della nostra fede.
Grazie a tutti gli apostoli, a tutti i martiri, a tutti i testimoni.
Grazie a san Stanislao e a tutti quelli che ci sono stati fin’ora.
Soprattutto grazie ai nostri malati gravi. Conosco tanti che da 40 anni portano la croce della loro malattia. Quando incontro alcuni di loro e domando come stanno essi rispondono: “Grazie a Dio bene”. Questo è il miracolo di Dio. Che fede che hanno! Ringraziamo Dio di avere questi testimoni importanti. Questa sera ringraziamo qui a Medjugorje di averli potuti incontrare.
Amen.

Fonte: IdM (registrazione audio di Flavio Deagostini – trascrizione A cura di Andrea Bianco )

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